Psicologia sociale e sociologia: differenze
Psicologia sociale e sociologia: qual è la differenza? Si potrebbe pensare che siano la stessa cosa, ma in realtà si tratta di due discipline distinte. D’altro canto, però, presentano alcuni aspetti comuni, e lo sviluppo di una è dipeso in parte dalla nascita dell’altra.
Inizialmente esistevano solo la psicologia e la sociologia. Quando una branca della psicologia iniziò a investigare i processi sociali e di gruppo, nacque la psicologia sociale, ragion per cui esiste una relazione tra le due discipline. La psicologia sociale nasce appunto dall’interazione tra psicologia e sociologia.
La sociologia si è interessata, a sua volta, dei processi individuali analizzati dalla psicologia. L’interazione tra il soggetto e l’ambiente, o contesto, è diventato oggetto di riflessione per alcuni sociologi, che si sono allontanati così dall’approccio macro-sociologico. Nel processo di evoluzione di entrambe le discipline, dunque, è indubbia l’influenza di una sull’altra e viceversa, influenza dovuta proprio alla matrice comune.
La loro evoluzione ha contribuito a renderle, oggi, due discipline sempre più specializzate, il cui ambito di ricerca si fa, di volta in volta, sempre più specifico e particolareggiato. La specializzazione ha avuto come risultato il progressivo allontanamento dell’oggetto di studio di una materia dall’altra. I sociologi, per esempio, si concentrano più su macro-variabili, come la struttura sociale (Bourdieu, 1998) o le migrazioni (Castles, 2003), mentre gli psicologi sociali si focalizzano su micro-variabili come l’identità di gruppo (Tajfel y Turner, 2005) o l’influenza sociale (Cialdini, 2001).
Psicologia sociale e sociologia: una relazione di amore-odio
Al di là delle differenze, queste due materie si occupano del medesimo oggetto: il comportamento umano. La psicologia sociale è un ramo della psicologia che si occupa di analizzare l’influenza, diretta o indiretta, del contesto sul comportamento dell’individuo (Allport, 1985). La sociologia, invece, è una scienza sociale che ha per oggetto lo studio sistematico della società, dell’azione sociale e dei gruppi che la compongono (Furfey, 1953). Semplificando, entrambe studiano le relazioni tra gli esseri umani, ma da prospettive diverse.
Cambia, dunque, il focus che permette alle due discipline di attingere una dall’altra e arricchirsi di contenuti, e al tempo stesso proseguire la ricerca in due direzioni opposte che ne accentuano le differenze. Fra le principali vi è il fatto che la psicologia sociale studia gli effetti della società sull’individuo, mentre la sociologia è caratterizzata dallo studio dei fenomeni collettivi in sé. In altre parole, la psicologia sociale studia il comportamento umano a livello individuale, mentre la sociologia a livello di gruppo.
Differenze tra psicologia sociale e sociologia
La psicologia sociale
Obiettivo della psicologia sociale è l’analisi dell’interazione tra individuo e società (Moskovici e Markova, 2006). Il processo di interazione si sviluppa a più livelli, pertanto si parla di processi intrapersonali, interpersonali, intragruppi e intergruppi.
In sintesi, processi tra persone e tra gruppi di persone. Per quanto riguarda i processi interpersonali, che considerano le differenze tra le persone, si analizza il ruolo dell’informazione, la sua azione e funzione all’interno dei gruppi. Per ciò che concerne i processi intergruppi, si pone l’accento sul ruolo del gruppo, tra vari gruppi, nella costruzione dell’identità della singola persona.
I fenomeni sociali sono, quindi, studiati dalla psicologia sociale, ma non ne costituiscono il principale oggetto di indagine. Essa analizza piuttosto l’effetto che tali fenomeni hanno sull’individuo. La psicologia sociale cerca di cogliere quali fattori sociali influiscano sugli individui e in che modo ne influenzino il comportamento, a prescindere dalle diverse personalità dei vari soggetti.
La sociologia
La sociologia studia come si creano, mantengono o trasformano le organizzazioni e le istituzioni che compongono la società (Tezanos, 2006). Analizza gli effetti delle diverse strutture sociali sul comportamento dei singoli o dei gruppi e come queste trasformazioni influiscano sulle interazioni sociali (Lucas Marín, 2006).
Come spiega Richard Osborne (2005), “la sociologia consiste nello spiegare qualcosa che sembra ovvio (come funziona la nostra società) a persone che credono sia semplice e non capiscono quanto in realtà sia complesso”. Persino le nostre azioni quotidiane possono avere spiegazioni impensabili.
Importanti esponenti delle due discipline
Sebbene gli esponenti degni di nota siano migliaia per entrambe le discipline, alcuni di essi spiccano in maniera rilevante. Non potendo rendere onore a tutti i grandi studiosi, vediamo alcune delle teorie e dei metodi che due fra i più importanti studiosi hanno elaborato in materia e che ci saranno senz’altro utili a capirne le differenze:
- Pierre Bourdieu (1998) è conosciuto soprattutto per aver introdotto il concetto di “habitus”. Con “habitus” si intende l’insieme di schemi attraverso cui si configura la nostra percezione del mondo e il nostro agire all’interno di esso. L’habitus influenza la nostra percezione, il nostro modo di pensare e le nostre azioni. È la dimensione fondamentale per strutturare la classe sociale. La classe sociale può essere identificata come tale, proprio per la condivisione, da parte dei suoi membri, di determinati “habitos”. È la realizzazione da parte nostra di determinate azioni che ci inseriscono in una classe sociale piuttosto che un’altra.
- Henri Tajfel ha elaborato, insieme a John Turner (2005), la teoria dell’identità sociale. Secondo questa teoria, è attraverso dei processi di categorizzazione che ci è possibile identificarci come parte di un gruppo le cui norme plasmano il nostro comportamento. Quanto maggiore è l’identificazione del soggetto con il gruppo, tanto più è disposto a seguirne le regole e compiere i sacrifici necessari perché continuino a essere mantenute.
Mentre secondo Bourdieu esistono delle categorie attraverso cui percepiamo il mondo e che determinano il nostro comportamento, secondo Tajfel è l’appartenenza di un individuo a un dato gruppo a determinarne il comportamento tramite l’adesione alle norme condivise dal gruppo stesso. Si tratta di due approcci, come già detto, che analizzano lo stesso oggetto, ma da due diverse prospettive.
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