Qualcuno da incolpare per le proprie sfortune

Alcune persone sono incapaci di ammettere i propri errori. Così, invece di assumersi le responsabilità delle proprie azioni, proiettano la colpa sugli altri. Questo comportamento corrisponde a una strategia del cervello per evitare di affrontare la realtà.
Qualcuno da incolpare per le proprie sfortune
Valeria Sabater

Scritto e verificato la psicologa Valeria Sabater.

Ultimo aggiornamento: 15 novembre, 2021

Non sempre lo notiamo, ma succede. Il cervello cerca qualcuno da incolpare per gli eventi avversi. Non importa se si tratta di qualcosa di banale e insignificante.

Cercare qualcuno da incolpare per la nostra tristezza, sfortuna o insuccesso è un potente meccanismo di difesa, poiché scarichiamo sulle spalle degli altri gli aspetti che talvolta ci preoccupano.

Se il mio partner mi lascia all’improvviso, per esempio, la mia mente mi sussurrerà che probabilmente c’è un’altra persona. Non è sempre facile accettare che a volte l’amore finisce, si deteriora e svanisce.

Allo stesso modo, nel caso di una bocciatura, la responsabilità è dell’insegnante che ce l’ha con me. Trovare capri espiatori è quasi una costante per molte persone.

Il gioco dello scaricabarile consiste nell’attribuire a caso ad altri la responsabilità di quello che capita a sé. Alcune persone lo fanno più apertamente di altre, che invece sono più riservate e capaci di riflettere prima di puntare il dito.

Tuttavia, questo fenomeno è più comune di quanto si pensi e ha un’origine ricorrente: l’errata gestione delle emozioni.

Quando le cose avvengono diversamente da come ci aspettavamo, abbiamo bisogno di dare un senso a quanto accaduto. E ciò a volte si fa dando la colpa a qualcun altro.

Uomo che parla al telefono al lavoro.

Perché il cervello cerca qualcuno da incolpare?

Facciamo finta di scivolare su delle foglie cadute da un albero. Mentre ci rimettiamo in piedi dopo la caduta, arrabbiati per aver attirato l’attenzione altrui, imbarazzati per esserci messi in ridicolo, ci diciamo che è tutta colpa dell’amministrazione comunale. Quell’ente locale che avrebbe dovuto tenere pulito il marciapiede.

Cercare i colpevoli è a volte più facile che ammettere un fatto evidente: la sfortuna esiste e non è sempre possibile trovare un responsabile. Certe cose capitano e basta.

Ci sono momenti in cui la vita ci presenta disgrazie talmente casuali e arbitrarie che è inutile cercare qualcuno a cui dare la colpa. Tuttavia, ne abbiamo bisogno: il cervello cerca qualcuno da incolpare per quello che ci succede.

In un certo senso, la mente è regolata da quel sottile equilibrio in cui la realtà segue una causa-effetto. Se succede qualcosa, è perché c’è una ragione. Per di più, la colpa è degli altri (mai nostra).

Così facendo si scaricano le emozioni negative, la rabbia per quella caduta o la collera per aver fatto una figuraccia in mezzo alla strada.

Perché il cervello gioca a dare la colpa?

Il cervello cerca qualcuno da incolpare più spesso di quanto pensiamo; i mass media lo sanno e lo usano a loro vantaggio.

Uno studio condotto presso l’Università di Amsterdam ha dimostrato che i giornali più sensazionalisti di solito cercano una strategia: indurre la popolazione a cercare un colpevole da biasimare per tutti i problemi.

E i colpevoli sono sempre le grandi élite o un certo partito politico. Così, non solo questo processo può essere manipolato, ma è anche una risorsa che usiamo quasi inconsciamente per i seguenti motivi:

  • Agisce come un meccanismo di difesa. Scaricare la colpa sugli altri ci libera dalle nostre responsabilità.
  • Dare la colpa è una risorsa di attacco con la quale cerchiamo di ferire gli altri quando siamo arrabbiati.
  • In genere analizziamo in maniera errata il perché di certi eventi. Ci lasciamo trasportare dai pregiudizi, dai preconcetti, da quel pensiero veloce che non ragiona e non riflette sulle cose.

“Non sono stato io!”

Alcune persone affrontano i problemi quotidiani con la gestione emotiva di un bambino di 3 anni. Sono intolleranti alla frustrazione, sfuggono alle responsabilità e sono allergici alle critiche.

Quando commettono un errore, quando succede qualcosa che non possono controllare, incanalano la loro rabbia cercando i colpevoli mentre ripetono a se stessi “non sono stato io, non sono stato io!”.

Questa scarsa tolleranza verso gli errori, la parte incontrollabile della vita e le disgrazie, li mette in uno stato di rabbia costante. Si tratta di situazioni problematiche per sé e per gli altri.

Bambino che urla.

Cosa fare quando il cervello cerca qualcuno da incolpare?

La prima cosa da fare quando il nostro cervello cerca qualcuno da incolpare è esserne consapevoli. La mente ricorre a molteplici meccanismi di difesa di cui noi non siamo coscienti. Ci lasciamo trasportare da pensieri irrazionali, da idee come “C’è un motivo o un colpevole per quello che mi è successo”.

Prima di cercare capri espiatori, dunque, riflettiamo. Prima di riversare la colpa sugli altri, sebbene siano ai livelli più alti, come la società o i politici, cerchiamo di riflettere sul nostro grado di responsabilità.

Prima di scaricare la colpa, concentriamoci su noi stessi e cerchiamo possibili soluzioni al problema. È l’unico modo per uscirne vincitori, per essere responsabili e guadagnarne in termini di benessere.

 


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