Quando non ci importa più di niente

Quando non ci importa più di niente, guardiamo la vita scorrere senza provare né piacere né gioia. Ci trasciniamo demotivati, a testa bassa e apatici. Tuttavia, è sempre possibile optare per un cambiamento radicale: un viaggio alla scoperta di sé.
Quando non ci importa più di niente
Francisco Javier Molas López

Scritto e verificato lo psicologo Francisco Javier Molas López.

Ultimo aggiornamento: 05 gennaio, 2023

Quando non ci importa più di niente… ci sembra di non pensare a nulla e di pensare a tutto. Ma in fondo, cosa significa non pensare a nulla? E cosa significare pensare a tutto? Cosa significa che tutto ha smesso di interessarci? Il concetto è talmente vasto che non troviamo nemmeno le parole adatte, giusto? Se chiediamo a qualcuno: “cosa significa tutto?”, probabilmente risponderebbe: “mah, non so, tutto”.

Capita spesso di trovarsi a un punto delle propria esistenza non sapendo quale direzione prendere. È abbastanza comune trovarsi immersi in uno stato in cui tutto non ha davvero più importanza per noi. Quello che prima ci piaceva, adesso non ci piace più. Quello che ci divertiva un tempo, ora ci annoia. Cosa è successo? Perché le cose hanno smesso di darci piacere?

Quando non ci importa più di niente, un vuoto interiore si fa strada nell’anima, assorbendo ogni grammo di felicità. Perché?

Uomo solo davanti al mare.

Quando non ci importa più di niente

Cosa significa essere indifferenti a tutto? O meglio, cosa comporta? Spesso ci ritroviamo seduti sul divano a guardare le nostre vite scorrere come se fosse un film. Ci trasciniamo dal salotto al bagno e dal bagno al salotto. Usciamo a fare la spesa e cuciniamo giusto per non morire di fame. Svolgiamo le nostre attività quotidiane quasi per inerzia, in modo automatico. A cosa è dovuta questa mancanza di volontà? Questo stato di infelicità che ci circonda, ci abbraccia e, a poco a poco, ci stringe sempre di più.

I nostri piani vanno a rotoli: amicizie, finanze, lavoro, vita… Scrutiamo l’orizzonte alla ricerca di una luce che ci infonda speranza, ma che non ci sembra di trovare. Chi ha spento l’ultimo raggio di felicità? Chi ha spento l’ultimo faro? Non sappiamo bene cosa stia succedendo, ma la nostra vita sembra franare senza possibilità di fermarla. Forse è nel silenzio che possiamo iniziare a trovare le risposte.

“Anche nei rari momenti in cui nessun suono, messaggio di testo o qualsiasi altro tipo di informazione ci giunge dall’esterno, la nostra testa è attraversata da una corrente costante di pensieri. Quanti minuti al giorno trascorri in silenzio, se lo fai?”.

-Thich Nhat Hanh-

In quei momenti, non ci interessa se piove, se c’è il sole, se un uragano spazza via la nostra casa o se qualcuno ci fa una ramanzina. La nostra risposta sarà sicuramente qualcosa del tipo: “ok, va bene”, per ripiombare subito nel nostro mondo.

L’attaccamento alla materia e allo spirito tocca il fondo. L’apatia invade le nostre vite e la nostra reazione agli stimoli piacevoli quasi scompare: l’anedonia entra nella nostra vita.

Cosa fare “quando non ci importa più di niente”?

Perdersi in mezzo al mare senza riuscire vedere un lampo di luce che illumina la costa può essere desolante. Tuttavia, non tutto è perduto. Quando non ci importa più di niente, spesso, non ci viene nemmeno voglia di chiedere aiuto professionale, “per cosa? Se non c’è rimedio”, ci viene da pensare. Ma non è affatto così, abbiamo più scelte a disposizione di quanto possiamo pensare.

Nel corso della vita di una persona, la mente acquisisce una lunga serie di schemi di pensiero. Questi pensieri ci fanno credere che l’esistenza sia fatta in un certo modo. Tuttavia, allo stesso modo in cui pensiamo che la realtà sia nera, possiamo vederla anche bianca, blu, rossa dei colori dell’arcobaleno. Perché, di fatto, non esiste colore univoco per l’esistenza, sono tutti validi e la cosa migliore da fare è quella di non adottare un solo punto di vista.

Se pensiamo che si tratti di aderire a un’ideologia e di attenerci a essa, ci sbagliamo di grosso. La vita è decisamente troppo variopinta per decidere di schierarci solo da una parte. In questo modo, finiremmo solo per limitarci.

Arrivati a questo punto, è il momento di iniziare a pensare che la nostra visione catastrofica del mondo è nient’altro che questo, la nostra personale visione; per di più una convinzione appresa. E cosa implica tutto ciò? Che possiamo disimparare o, se il caso, imparare un nuovo modo per modificare il nostro rapporto con il mondo, con gli altri e con noi stessi.

Sintonizzarsi con la propria interiorità

Quando non ci importa più di niente… è il momento di chiederci se stiamo davvero conducendo la vita che vorremmo. Perciò, sediamoci, riflettiamo e pensiamo a ciò che vogliamo, a ciò che può motivarci, a ciò che ci muove. Potrebbero volerci ore, giorni, settimane, mesi.

Sintonizzarci con la nostra interiorità per mezzo dell’introspezione ci può aiutare a rimuovere tutte i condizionamenti che ci impediscono di entrare in contatto con le nostre motivazioni più autentiche.

“L’amore, la compassione e la preoccupazione per il benessere degli altri sono le vere fonti della felicità”.

-Dalai Lama-

Donna sorridente.

La consapevolezza è uno strumento molto potente e che senza dubbio ci può aiutare a scoprire una parte di noi di cui eravamo completamente all’oscuro. Attraverso l’introspezione, possiamo  lasciarci alle spalle le voci delle persone che ci dicono come dovremmo essere o cosa dovremmo fare. Quando superiamo questi limiti, iniziamo a scoprire la luce che risplende dentro di noi senza più distorsioni. Comprendiamo, a quel punto, quanto eravamo limitati dalle richieste esterne.

Come afferma Sua Santità il Dalai Lama: “La nostra mente cosciente è legata sia a oggetti, sentimenti o sensazioni. In tal senso, è molto difficile intravedere la vera natura della coscienza, che corrisponde al puro stato di conoscenza o totale luminosità della mente”.

In tal senso, il Dalai Lama suggerisce: “una delle tecniche che si possono utilizzare per imparare a raggiungere questo stato è la meditazione. Con essa liberiamo la mente dai pensieri delle esperienze passate e da ogni forma di anticipazione del futuro, per dimorare nel momento presente”.

Quando ci importa di tutto

Quando ci sintonizziamo con la nostra natura più autentica, iniziamo a vedere il mondo con altri colori. Una semplice foglia di un albero ci appare come un’affascinante creazione della natura. Concentriamo l’attenzione sulla respirazione e contattiamo il nostro corpo così complesso e pieno di elementi: muscoli, ossa, arterie, neuroni, ecc.

Attraverso la meditazione, scopriamo che il mondo è molto più interessante di quanto pensavamo. Rimaniamo affascinati dal semplice sbattere d’ali di un uccello. Cosa si cela dietro il volo di un uccello?

Come afferma il maestro buddista zen Thich Nhat Hanh: “Il silenzio interiore è essenziale per poter ascoltare e rispondere al richiamo della bellezza. Se dentro di noi non c’è silenzio – se la nostra mente, il nostro corpo, sono invasi dal rumore – non sentiamo il richiamo della bellezza”. Il maestro aggiunge: “la nostra mente è piena di rumore, per questo non riusciamo a sentire il richiamo della vita, il richiamo dell’amore. Il nostro cuore ci chiama, ma non lo sentiamo. Non abbiamo tempo per ascoltarlo”.

A poco a poco, iniziamo ad apprezzare i piccoli dettagli della vita che prima ci sembravano insignificanti. Ed è così che iniziamo anche a comprendere cosa ci motiva veramente. L’autorealizzazione diventa un fattore importante.

Comprenderemo che essere brave persone, dedicarci agli altri e non ferire nessuno, sono valori talmente profondi da volerli fare nostri. E la vita darà una svolta completamente diversa. Pertanto, non dimenticate, quando non ci importa più di niente, è il momento di muoversi perché, in realtà, tutto cambia.


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