Quoziente intellettivo: abitudini che lo riducono

Quoziente intellettivo: abitudini che lo riducono
Sergio De Dios González

Revisionato e approvato da lo psicologo Sergio De Dios González.

Ultimo aggiornamento: 22 marzo, 2023

Alcune abitudini riducono il quoziente intellettivo e, spesso, le eseguiamo tutti i giorni. Si tratta di abitudini che sembrano innocue o che, in apparenza, non sembrano legate al sistema intellettivo. Eppure, la scienza ha provato che incidono in maniera decisiva sul funzionamento cerebrale.

Le abitudini che riducono il nostro quoziente intellettivo hanno a che vedere con l’alimentazione e lo stile di vita che conduciamo. Gli studi al riguardo hanno fatto luce su come certe azioni, se portate a termine in maniera sistematica, intaccano le capacità cognitive.

Ricordiamo che il quoziente intellettivo è una “misura dell’intelligenza” ottenuta attraverso l’uso di prove psicometriche. Anche se non tutti sono d’accordo con questa metrica né con le implicazioni che ne derivano, è evidente che chi possiede determinate abitudini riduce la propria efficienza intellettiva. Vediamo quali sono le abitudini in grado di ridurre il nostro quoziente intellettivo.

“Per Platone invece, gli uomini migliori sono quelli che si limitano a pensare in sogno ciò che gli altri fanno da svegli.”

-Sigmund Freud-

Abitudini che riducono il quoziente intellettivo

Consumo di grassi saturi

I grassi saturi sono i grandi protagonisti di molti degli alimenti a nostra disposizione. Li troviamo nei latticini, nelle carni grasse e negli insaccati. La scienza ha scoperto che questi alimenti colpiscono il sistema cardiovascolare. Aumentano i livelli di “colesterolo cattivo”, compromettendo il corretto funzionamento dell’apparato circolatorio.

La conseguenza è che il flusso sanguigno si riduce, il che si traduce in meno ossigeno al cervello. In questo modo viene compromessa una buona parte dei processi intellettivi, lo stato d’animo peggiora e vengono potenziate le emozioni a carattere negativo, come la tristezza.

Donna che mangia hamburger

Il multitasking

Presso il Massachusetts Institute of Technology è stato condotto un importante studio dal neuroscienziato Earl Miller. L’indagine era incentrata sulle performance lavorative in momenti di “attenzione divisa”, vale a dire in situazioni di multitasking. Le conclusioni dello studio sono state piuttosto chiare.

Il cervello non è progettato per svolgere più compiti contemporaneamente. Le persone hanno l’illusione di fare più cose al contempo, ma in realtà, da un punto di vista cognitivo, il processo rimane comunque sequenziale. Inoltre, questo atteggiamento costa caro anche in termini di funzionamento intellettuale.

Guardare troppa televisione

La televisione è un mezzo di intrattenimento molto popolare. Senza dubbio una delle forme di distrazione più economiche e alla portata di tutti. Guardare la televisione è un’attività che genera una sensazione di riposo, dato lo scarso impiego di energie sia fisiche che mentali che comporta.

Eppure, il prezzo che si paga può essere molto alto. Guardare troppa televisione è un’abitudine in grado di ridurre il quoziente intellettivo. Non solo per la passività alla quale ci costringe, ma anche perché “addormenta” il cervello.

La televisione riduce il quoziente intellettivo

Non riposare nel modo giusto

Il sonno di qualità è una delle abitudini più importanti per il benessere mentale. Un buon sonno fa sì che il tempo di riposo sia ottimizzale e permette di recuperare al meglio tutte le energie.

Gli studi ci svelano che chi non dorme a sufficienza o nel giusto modo tende a stancarsi prima nello svolgimento di un’attività, a commettere più errori, a essere più emotivamente instabile e a irritarsi o arrabbiarsi con più facilità.

Alcune prove dimostrano anche che dormire bene fa apprendere di più, portandoci a fare meno fatica nel mantenere l’attenzione e ad aumentare i livelli di forza di volontà.

Consumare troppo zucchero

Lo zucchero, se assunto in grandi quantità, è un altro fattore in grado di influenzare il corretto funzionamento del cervello. Uno studio dell’UCLA (Università della California, Los Angeles) ha dimostrato che un consumo elevato di zucchero per sei settimane altera la capacità di apprendimento e memorizzazione. Non è un caso che la demenza abbia una maggiore incidenza tra le persone affette da diabete.

Lo stesso studio ha provato anche che la frutta con troppo fruttosio può generare lo stesso effetto. È opportuno tuttavia specificare che lo zucchero non è cattivo di per sé,  ma soltanto quando viene consumato in eccesso.

Bicchiere pieno di zollette di zucchero

Tutte queste abitudini sono in grado di ridurre il quoziente intellettivo. La cosa più intelligente da fare è mantenerle a livelli minimi, ovvero non farle diventare abitudini, bensì azioni sporadiche. Non si tratta di condurre un regime di vita spartano, quanto piuttosto di prendersi cura di sé stessi per vivere una vita più salutare e piena.


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