Scegliere il partner e amor proprio

Scegliere il partner e amor proprio
Cristina Calle Guisado

Scritto e verificato la psicologa Cristina Calle Guisado.

Ultimo aggiornamento: 05 gennaio, 2023

Vi sarà senz’altro capitato almeno una volta di sentirvi dire “non puoi amare qualcuno se non impari prima ad amare te stesso”. Purtroppo, però, amare se stessi non è così facile. Per riuscirci, dobbiamo impegnarci per conoscerci a fondo. Ciò significa prendere coscienza delle nostre origini e della nostra storia, imparare da essa e, ancora più difficile, accettarla. Bisogna anche capire che il nostro livello di autocoscienza e autostima sono fondamentali al momento di scegliere il partner.

Sebbene siamo consapevoli dei vantaggi del voler bene a noi stessi e agli altri, spesso non ci riusciamo senza prima aver fatto un lavoro su noi stessi osservando modelli che ci permettano di distinguere i diversi vincoli affettivi.

Secondo le ricerche condotte dal neurologo, psichiatra e scrittore Boris Cyrulnik, bisogna cercare di osservare, durante la vita quotidiana, diverse persone e diversi “stili affettivi”.

Ciò accade perché osservare i diversi modi di amare ci aiuta a non associare l’amore, l’indifferenza e l’odio a specifici comportamenti. Si tratta di una consapevolezza che ci apre la mente e arricchisce la nostra personalità.

“La prima cosa che due persone si offrono stando insieme dovrebbe essere un sentimento d’amore verso se stessi. Se non ti ami tu, perché dovrei amarti io?”
-F.Volo

Tipi di coppia

Sin dai primi anni di vita impariamo a relazionarci con gli altri. In un primo momento, ci rapportiamo con i nostri genitori e con il resto della famiglia. Loro rappresentano per noi il primo esempio di legame affettivo. Osserviamo e impariamo dal modo in cui ci trattano e da come si relazionano tra loro.

A poco a poco, il nostro contesto sociale va ampliandosi. Da quando iniziamo a conoscere  nuove persone finché a un certo punto ci ritroviamo a scegliere il nostro primo partner e iniziare la nostra prima relazione sentimentale.

Coppia disegnata

Boris Cyrulnik afferma che la nostra infanzia influisce sul tipo di legame affettivo che stabiliremo con il nostro partner. Secondo Cyrulnik, esistono diversi tipi di coppia che possiamo riassumere in 3 macrocategorie: le coppie in cui ci si migliora a vicenda, le coppie in cui uno dei due danneggia l’altro e le coppie in cui ci si danneggia a vicenda.

Le colpire formate da due persone che si migliorano a vicenda sono destinate a durare di più e a sperimentare una migliore qualità di vita, e ciò vale sia per la vita di coppia sia per la vita individuale. Questo scambio di energie positive influisce positivamente anche sulla salute di entrambi, migliorandone l’equilibrio emotivo e il senso dell’umorismo. Si tratta dell’unico modello di relazione che vale davvero la pena di sperimentare.

Per quanto riguarda gli altri tipi di coppia, che invece sono basati sul danneggiarsi, bisognerebbe intervenire cercando di migliorarle, modificando gli atteggiamenti negativi e cercando di dare un nuovo senso al rapporto, che getti le basi per una relazione più sana. Se ciò non è possibile, bisogna valutare la possibilità di dover porre fine alla relazione.

Tuttavia, per porre fine a una relazione a volte abbiamo bisogno di sentirci sicuri, e per questo cerchiamo il sostegno di altre persone. Questo fenomeno può portarci a cercare subito un nuovo partner e in questo modo, non avendo avuto il tempo di riflettere sull’accaduto, probabilmente commetteremo gli stessi errori.

Non siamo la metà di nessuno

La scelta del partner avviene inconsapevolmente, in base alla nostra esperienza di vita, ma in accordo con il momento che stiamo vivendo. Se non ci sforziamo di migliorare e imparare a conoscerci meglio, non saremo capaci di scegliere il partner adatto con cui poter vivere una relazione basata sul miglioramento reciproco.

Il nostro partner non può soddisfare tutte le nostre necessità, pertanto avere quest’idea in testa e sperare che si realizzi è solo un’utopia che potrebbe condurci a una frustrazione costante. Tuttavia, in quanto persone, abbiamo bisogno di rapportarci con altri uomini e sperimentare relazioni di diverso tipo, che possano arricchirci.

Una delle più pericolose convinzioni che possiamo avere sulle relazioni sentimentali è quella di considerarci degli esseri incompleti, che hanno bisogno di un’altra “metà”. Questo pensiero ci ha condotto ad avere una visione distorta dell’amore, considerato il sentimento che tutto può. Abbracciare questa visione significa essere poco realisti, ignorare le limitazioni che l’amore può comportare. Così facendo, finiamo per avere rapporti basati sulla dipendenza e sulla paura.

“Il privilegio di saper stare bene da soli ti regala quello più pregiato, di poter scegliere con chi stare.”
-Anonimo-

Coppia mano nella mano

Saper distinguere tra sofferenza e amore

le nostre convinzioni e le nostre scelte non sono solo il frutto di quello che osserviamo nel nostro ambiente circostante. È evidente che siamo influenzati da una grande quantità di stereotipi sociali: rigidi modelli ai quali crediamo che il mondo si adatti.

I mezzi di comunicazione, propinandoci continuamente questi stereotipi, assumono un peso rilevante sul nostro modo di agire. La televisione, il cinema, la letteratura ci bombardano di informazioni, ma dobbiamo essere capaci di comprendere se tali informazioni sono complete, corrette e reali. Sia nella favola del principe azzurro che nei libri e nei film più famosi si ribadisce sempre la stessa idea: l’amore e la sofferenza vanno di pari passo.

Ci fanno credere che più i membri di una coppia litigano, si trattano male, vivono un amore impossibile ostacolato da tutti, più si amano. Per questo, sin piccoli finiamo per ascoltare e pronunciare frasi come “l’amore non è bello se non è litigarello” o “grande amore, grande dolore”. E iniziamo a sognare di vivere amori impossibili o segreti, quegli amori che guardano all’intensità più che alla qualità del sentimento. Ciò ovviamente ci spinge a scegliere il nostro partner basandoci su queste fantasie romantiche piuttosto che sulla vita reale.

Ma non solo, ci porta ad assumere un ruolo ben preciso all’interno della coppia, un ruolo imposto che spesso finisce per soffocare il nostro vero Io, i nostri veri pensieri, sentimenti e desideri. Liberarsi da questi preconcetti, rifiutare questo ruolo al quale sembriamo essere destinati è difficile, ma non impossibile.

Essere felici con se stessi per scegliere il partner

Tutti questi sbagliatissimi preconcetti sulle relazioni sentimentali e non (spesso si applicano anche all’amicizia) possono condurci a decisioni sbagliate nella scelta del partner e persino alla dipendenza emotiva. Situazione nella quale ci dimentichiamo di essere persone indipendenti che hanno diritto ad avere una propria identità.

Per rinforzare il nostro “sistema immuno-emotivo”, è necessario imparare a conoscerci e volerci bene, al fine di scegliere il partner con criterio, puntando su qualcuno che possa accrescere la nostra felicità. Ma ancor prima di cercare la felicità con gli altri, bisogna trovarla nel rapporto con se stessi.

“Quando non riusciamo a sopportare di essere soli, vuol dire che non apprezziamo correttamente l’unico compagno che abbiamo dalla nascita alla morte – noi stessi.”
-Eda LeShan-

Scegliere un partner abbastanza maturo

È fondamentale tenere presente che quando si ha una relazione di coppia il rispetto reciproco è fondamentale, e la scelta di stare insieme deve essere libera, dettata dalla volontà e non dal bisogno o dalla dipendenza affettiva. Tenendo a mente queste osservazioni, intraprenderemo una relazione sentimentale perché preferiamo stare con l’altra persona (nonostante stiamo bene da soli), e non perché abbiamo bisogno di stare con qualcuno per riempire con l’amore altrui il vuoto che abbiamo dentro.

Coppia al tramonto

Per instaurare un rapporto in cui ci si migliora reciprocamente, bisogna scegliere il partner con il cuore, ma sempre tenendo conto dei nostri bisogni e desideri. Per riuscirci, c’è bisogno di uno sforzo da entrambe le parti.

”È talmente difficile amare se stessi che si preferisce amare gli altri.”
-Marcello Macrì-


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