Senso dell'umorismo e intelligenza: ridere è la creatività dell'essere

Senso dell'umorismo e intelligenza: ridere è la creatività dell'essere
Valeria Sabater

Scritto e verificato la psicologa Valeria Sabater.

Ultimo aggiornamento: 15 novembre, 2021

Il senso dell’umorismo è definito l’arte di usare una nota di accurata ironia e arguzia nei momenti più grigi e spigolosi. In più, è quasi sempre indice di intelligenza. Si tratta dell’arte di chi disegna ciò che vede con una satira elegante per farci riflettere. L’arte di chi riesce a strapparci una risata di gusto, facendoci prendere coscienza di una realtà meno rigida.

Se ora dirigessimo il nostro sguardo al passato e prendessimo per un momento i testi di Platone, probabilmente rimarremmo sorpresi. Il celebre filosofo greco e maestro di Aristotele pensava che il senso dell’umorismo e le risate fossero poco più che una caratteristica di un comportamento sbagliato e di cattivo gusto. Secondi lui, ogni individuo che faceva uso di scherzi e battute dimostrava un comportamento orgoglioso. Sempre secondo Platone, queste persone osavano vantarsi di se stesse e mettere gli altri in ridicolo.

Platone sosteneva ciò perché l’arte di far ridere gli altri a volte ricorre ad affronti o sfide al codice morale. Il senso dell’umorismo può ridicolizzare certi gruppi della società, può classificare le persone, le loro credenze, i loro attributi fisici, ecc. Ora, è necessario dire che poche arti possono essere così elevate come l’arte di chi sa utilizzare il senso dell’umorismo in modo sofisticato e creativo. Per fare questo, è indispensabile fuggire da ciò che è ordinario e stereotipato.

Il senso dell’umorismo e la sua relazione con l’intelligenza

Il senso dell’umorismo in una persona è senza dubbio la sua migliore lettera di presentazione. Ce ne saremo resi conto in più di un’occasione. Non c’è niente che dica così tanto in merito a una persona come quello che la fa ridere o no. Il senso dell’umorismo molto spesso, addirittura senza volerlo, alimenta le connessioni interpersonali. La capacità di capire la più sottile ironia o di distendere momenti di tensione e preoccupazione ne sono la chiave.

Chi sa usare un senso dell’umorismo più piacevole e creativo del normale di solito presenta un quoziente intellettivo elevato. È anche vero, però, che ci sono perone con un QI molto alto e che, nonostante questo, non sono avvezzi agli scherzi o all’ironia. Personaggi come Oscar Wilde, George Bernard Shaw e Groucho Marx sono senza dubbio gli esempi più classici.

Alcune sfumature e dettagli rendono questo argomento ancora più interessante. Presso l’Università di Vienna, Austria è stato svolto uno studio che ha rivelato che le persone con un buon senso dell’umorismo dispongono di grande intelligenza verbale ed emotiva.

Ragazzo con senso dell'umorismo

Questa ricerca dimostra anche che esiste un’associazione diretta fra il senso dell’umorismo, le abilità cognitive, l’intelligenza emotiva e l’autostima.

  • Di solito si tratta di individui estroversi che utilizzano il senso dell’umorismo come strategia per affrontare lo stress, le preoccupazioni o le avversità quotidiane.
  • Gli psicologi evolutivi, invece, descrivono il senso dell’umorismo come una “caratteristica ereditaria” che determina in noi una maggiore agilità e flessibilità mentale o un’impostazione più rigida.
  • Quando l’umorismo è basato sul sarcasmo, attacca, mette in ridicolo e si prende gioco degli altri, viene definito umorismo negativo. Un senso dell’umorismo negativo è associato a personalità più distaccate e con tendenze alla depressione.

Il senso dell’umorismo e la creatività

Venne chiesto ad Albert Einstein a cosa si dovessero il suo ingenio, la sua creatività e intelligenza. Egli rispose, con la naturalezza più totale, che il segreto era il suo senso dell’umorismo. Ne era stato accompagnato sin dall’infanzia. Interiormente continuava a essere quel bambino che osservava il mondo con curiosità e innocenza. Un bambino che non aveva mai perso la sua capacità di sorprendersi e di ridere.

Einstein sapeva molto bene quello che diceva quando enfatizzava l’importanza del senso dell’umorismo nella sua relazione con l’intelligenza umana. Molti studi neuropsicologici, di fatto, supportano l’idea di una associazione fra il nostro stato emotivo positivo, la creatività e l’intelligenza. Non possiamo dimenticare che ridere aumenta la produzione di dopamina nel cervello, questo neurotrasmettitore attiva anche meccanismi naturali che agevolano l’apprendimento.

Albert Einstein mentre sorride

Come risultato, diventiamo più flessibili e creativi. La nostra memoria migliora e la nostra concentrazione e attenzione si rafforzano. Ridere è vita. Il senso dell’umorismo crea connessioni. In più riduce lo stress, rafforza il sistema immunitario e aumenta la produttività lavorativa.

È proprio vero, quindi, il detto secondo cui la vita è tutta una questione di amore e umorismo. Amore per comprenderla meglio e umorismo per sopportarla ogni giorno. Non disprezziamo, dunque, i benefici di questo grande afrodisiaco per il cuore e il cervello. Perché se il senso dell’umorismo ci rende più intelligenti, vale la pena farne uso. Usiamolo in maniera ingegnosa e abile per relativizzare una realtà che a volte merita di essere vista in modo più disteso.


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