Sigmund Freud e il principio del Nirvana

Il principio del Nirvana è un concetto psicoanalitico che Sigmud Freud ha incorporato nella sua filosofia e, a lungo andare, ha dato origine a sviluppi interessanti. Questo articolo parla delle ipotesi e delle sue implicazioni.
Sigmund Freud e il principio del Nirvana
Sergio De Dios González

Revisionato e approvato da lo psicologo Sergio De Dios González.

Ultimo aggiornamento: 21 maggio, 2023

Il principio del Nirvana era un concetto discusso da Sigmund Freud nella sua opera Beyond the Pleasure Principle (1920). L’essenza di ciò conduce il padre della psicoanalisi a uno dei postulati più importanti della sua teoria: la pulsione di morte. Questo concetto fu elaborato inizialmente da una psicoanalista inglese di nome Barbara Low, che lo utilizzò per spiegare il funzionamento dell’apparato psichico.

E Freud usò quasi letteralmente la definizione di Low del principio del Nirvana, descrivendolo come: “una tendenza alla riduzione, alla costanza, alla soppressione della tensione eccitante interna”.

È un’interpretazione del concetto di Nirvana tradizionale, la cui origine è nel buddismo. Nirvana significa “off” e nel quadro delle filosofie orientali si riferisce a un distacco totale dalla paura e dal desiderio, che porta alla realizzazione. Ma nella psicoanalisi freudiana assume un’altra dimensione. Continua a leggere per scoprirlo.

«Così, come ogni altro istinto, la pulsione di morte cercherà soddisfazione, ciò che è del tutto possibile solo attraverso la morte, il grado zero di tensione, quello stato di pace che ha preceduto la stimolazione, è cioè il recupero di uno stato di precedente sollievo”.

-Gabriela Castro Meléndez-

Il principio del Nirvana in Freud

Dal punto di vista tecnico, il principio del Nirvana di Freud viene identificato come un bisogno che governa l’apparato mentale: quello di ridurre la tensione. È uno stato in cui non c’è stimolazione e, quindi, si genera un equilibrio relativamente stabile. Per gli orientali, è più associato a una fase di trascendenza. In Occidente sarebbe piuttosto equivalente alla pace assoluta.

Quando Freud delineava la sua teoria, non parlava del principio del Nirvana, ma del principio di costanza. La definì come una tendenza dell’apparato psichico a mantenere l’arousal a un livello molto basso o, almeno, il più stabile possibile.

Questo stato si ottiene scaricando l’energia già presente nel corpo, evitando tutto ciò che potrebbe rompere la stabilità e proteggendo da eventuali aumenti di eccitazione.

Dopo aver appreso del lavoro di Barbara Low, Freud ha deciso di adottare il nome del principio del Nirvana. Si riferiva ad essa come a una tendenza omeostatica o riequilibrante del sistema nervoso. Quest’ultimo cerca, per natura, di ridurre gli stimoli eccessivi e le tensioni disturbanti.

Persona in uno stato di rilassamento che pratica il principio del Nirvana di Freud
Il principio del Nirvana dal punto di vista freudiano riguarda la riduzione delle tensioni.

Piacere e morte: il suo legame con il principio del Nirvana di Freud

All’inizio, Freud pensava che il principio del Nirvana fosse correlato a quello che chiamava il “principio del piacere“. In altre parole, riteneva che la riduzione degli stimoli e della tensione fosse piacevole per l’organismo. Tuttavia, mentre sviluppava la sua teoria, cambiò idea.

Già nel 1924 Freud si riferiva al postulato in altri termini. Più che associato al piacere, lo collegava alla quiete assoluta. Questo sarebbe una sorta di piacere mortale. L’assenza di stimoli e tensioni non costituirebbe una forma “pura” di piacere. Infatti nell’eccitazione sessuale c’è tensione e molti stimoli piacevoli.

Così, lo psicoanalista viennese concluse che questo stato “spento”, di assoluta quiete e minima tensione, costituiva la “pulsione di morte”. Per questo, nella sua opera Il problema economico del masochismo, non ha esitato a sottolineare: “Il principio del Nirvana esprime la tendenza della pulsione di morte “.

Questo postulato in un articolo del Chilean Journal of Psychology è classificato come controverso, poiché alcuni esperti ne considerano l’influenza sulla comprensione dei fenomeni aggressivi nella vita mentale, mentre altri lo trovano meno affidabile dal punto di vista clinico.

Meditazione buddista
Il concetto di Nirvana tradizionale ha le sue radici nel buddismo.

Polso di vita e di morte

Come recensisce la rivista Salud Mental, nella psicoanalisi freudiana ci sono due forze fondamentali della psiche: Eros e Thanatos. Il primo è inteso come pulsioni di vita, quelle che cercano di soddisfare i bisogni fisici e mentali dell’organismo. Il secondo sarebbero le pulsioni di morte, con un carattere distruttivo che cercano la disintegrazione e la distruzione.

Sebbene la forza dell’eros sia finalizzata al piacere, la vita stessa è fonte di dolore, disordine, caos e tensione. L’essere umano si sente chiamato ad eliminare questo disagio.

Quindi, l’istinto di morte agisce come una forza che cerca di eliminare la tensione psichica. Tutto ciò si riferisce più al mondo degli inerti che alla vita con tutte le sue complessità.

In questo modo, secondo Freud, ciò che porta al desiderio di eliminare stimoli e tensioni, alla ricerca della quiete e della pace senza limiti, non è altro che un’espressione della pulsione di morte. Questo, a sua volta, è esacerbato in coloro che vogliono nevroticamente tornare al paradiso perduto dal nulla.


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