Sindrome dell'imperatore: bambini tiranni

I bambini tiranni sono sempre più comuni nelle nostre società.La mancanza di tradizioni e la perdita di autorità di genitori, insegnanti e altre figure rendono difficile porre dei limiti ai più giovani.
Sindrome dell'imperatore: bambini tiranni
María Vélez

Scritto e verificato la psicologa María Vélez.

Ultimo aggiornamento: 11 settembre, 2024

È sempre più frequente vedere bambini che mettono alla prova i loro genitori o altre figure autoritarie. Li sfidano, si prendono gioco di loro. La cosa preoccupante è che questi atteggiamenti sembrano essere in crescita, fino al punto che i genitori arrivano a essere maltrattati dai loro figli. Parliamo della sindrome dell’imperatore, del bambino tiranno, del bambino re.

Sia nella mia vita professionale che in quella di tutti i giorni vedo che è diventata normalità trovare bambini che picchiano i loro genitori, che li insultano, che li deridono e così via. Per il solo scopo di ottenere quello che vogliono in un dato momento per soddisfare un capriccio.

Ciò che colpisce è che quanto più forti sono gli atteggiamenti tirannici manifestati dal bambino, tanto maggiore è lo sforzo che l’adulto in questione fa per accontentarlo. Un adulto sopraffatto dalle richieste del figlio e che finisce per sentirsi in colpa se non riesce a soddisfare i suoi desideri.

Per conoscere esattamente le caratteristiche della sindrome dell’imperatore, prenderemo una situazione reale alla quale ho assistito personalmente durante le vacanze estive. Vediamola nel dettaglio.

Descrizione della situazione: il bambino re non vuole mangiare

Una famiglia composta da padre, madre e un bambino di circa 5 anni sta mangiando in un ristorante, intorno a loro ci sono diverse persone. La madre, quasi sudando per la fatica, cerca di dare da mangiare al suo bambino, una cosa che lui è totalmente in grado di fare autonomamente, ma che in questo momento si rifiuta di fare.

Il problema in sintesi è che il bambino in quel momento non vuole mangiare, vuole solo bere dal bicchiere di Coca Cola da 1 litro che sua madre ha ordinato al bar. Il bambino non vuole saperne di lasciare il bicchiere. A questo punto la madre pensa che la cosa migliore da fare sia negoziare con il bambino e gli dice: “Puoi bere la Coca Cola solo se mangi la bistecca“.

Bambino tiranno arrabbiato e che non vuole mangiare

Gesti e parole sprezzanti del ​​bambino verso sua madre non fanno che aumentare. Frasi come “Non ho intenzione di mangiare questa schifezza solo perché me lo dici tu” o “Ti ho già detto che non mangio, ma capisci quando parlo?“. Nel frattempo, il padre è un semplice spettatore del conflitto, resta a osservare con espressione impassibile.

Dopo aver lottato con il bicchiere di Coca Cola, la madre non trova un modo per accontentare suo figlio e si arrende. Il bambino finisce per bere tutto quello che vuole, mentre si prende gioco di sua madre dandole anche un bel calcio sotto al tavolo.

Il tocco finale è un rimprovero della madre che, naturalmente, il bambino non prenderà sul serio: “Vedrai, oggi niente piscina”. A questo punto, il piccolo imperatore ha già ampie risorse per uscire da questa situazione. Per il futuro sa di non dover fare altro che lottare un po’ più forte per il bicchiere di Coca Cola.

Caratteristiche della sindrome dell’imperatore

Sulla base della situazione appena descritta, possiamo evidenziare alcune caratteristiche della sindrome dell’imperatore o di un “re bambino”:

  • Percezione esagerata di ciò che gli spetta. Non chiede, esige; fino al punto di non essere mai soddisfatto. Quando ottiene ciò che vuole, vuole qualcos’altro.
  • Scarsa tolleranza alla frustrazione, alla noia o alla negazione di fronte a ciò che ha richiesto. In questi casi reagisce con capricci, attacchi di ira, insulti o violenza con familiari e amici, indipendentemente dal fatto che si trovi in un luogo pubblico.
  • Ha poche strategie per risolvere i problemi da solo. È abituato che siano gli altri a risolverglieli.
  • Il suo egocentrismo gli fa credere fermamente che il mondo ruoti intorno a lui.
  • Trova sempre una giustificazione per il suo comportamento, anzi ne dà la colpa agli altri.
  • No è capace di empatia. Pertanto non presenta nessun rimorso quando urla, minaccia o aggredisce fisicamente.
  • Discute le regole e le punizioni con i suoi genitori, gli stessi che chiama “cattivi” o “ingiusti”. Questo gli dà un vantaggio perché riesce a farli stare male e a portarli a cedere offrendogli nuovamente ulteriori privilegi.
  • Non risponde bene alle figure autorevoli o alle norme sociali.
  • Il più delle volte è triste, ansioso, arrabbiato, ecc.
Bambino arrabbiato che grida

Come si arriva alla sindrome dell’imperatore?

Come accennato all’inizio, è sempre più comune trovare bambini di questo tipo. Ma a cosa è dovuto l’aumento di questo fenomeno?

Oltre all’esistenza di una predisposizione genetica, sembra che la responsabilità ricada in primo luogo su due aspetti: uno stile educativo permissivo e l’influenza della società moderna.

La mancanza di confini chiari fa credere ai bambini, a torto, di avere il diritto di fare ciò che vogliono quando vogliono. In quest’ottica non sono consapevoli del fatto che le ricompense richiedano prima uno sforzo e che bisogna rispettare gli altri.

D’altra parte non possiamo ignorare l’influenza della società consumistica e individualista in cui stiamo vivendo. E nemmeno le rigide giornate lavorative che fanno parte della vita della maggior parte dei genitori, cosa che influisce sul tempo di qualità che possono offrire ai loro figli.

Bambina che grida

Un bambino sano ha bisogno di avere limiti ben definiti

Se uniamo tutti questi fattori, possiamo considerare l’ipotesi che i bambini si abituino a non dare valore alle cose e a dare priorità assoluta ai loro desideri prima che a ogni altra cosa. E anche i genitori finiscono per sentirsi frustrati. Possono fare quello che vogliono, ma il bambino non sarà mai sazio di attenzioni.

Per educare bambini forti, sani ed emotivamente intelligenti, è necessario definire limiti chiari fin dall’inizio. È essenziale che i bambini sperimentino un certo grado di frustrazione, in modo che possano capire che il mondo richiede che si facciano sforzi e che si rispettino gli altri.

Lasciare che il mondo giri intorno a loro non gli fa per niente bene, perché un bambino che non ha sperimentato la frustrazione, è un bambino debole. In futuro avrà molte difficoltà ad affrontare le situazioni nuove e a risolvere i problemi, perché scoprirà che la vita non va sempre esattamente come vuole lui, non tutto è così come gli piacerebbe.


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  • Garrido, V. (2005). Los hijos tiranos. El síndrome del emperador. Ariel, Barcelona.
  • Pereira, R., & Bertino, L. (2009). Una comprensión ecológica de la violencia filio-parental. Violencia familiar226.
  • Urra, J. (2012). El pequeño dictador. Grupo Ilhsa SA.

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