Stanley Kubrick, biografia di un genio

Stanley Kubrick è uno dei cineasti che ha fatto più parlare di sé e non solo per il suo grande talento, ma anche per il mito che ha costruito nel tempo. Cos'è verità e cos'è finzione quando si parla di questo genio del cinema? Quali sono i segreti della sua immortalità?
Stanley Kubrick, biografia di un genio
Leah Padalino

Scritto e verificato la critica cinematografica Leah Padalino.

Ultimo aggiornamento: 04 novembre, 2022

Il nome di Stanley Kubrick evoca cinema, perfezione, simmetria e profondità. Il segno lasciato da Kubrick nella storia cinema è talmente profondo che è universalmente riconosciuto e citato come una delle grande personalità del cinema del XX secolo.

Eppure, sebbene nessuno metta in dubbio il suo enorme talento, durante le riprese dei suoi film ha suscitato ira, esaurimento e crisi d’ansia alle persone che hanno lavorato insieme a lui.

Centinaia di leggende e storie hanno contribuito a trasformare in mito la figura di Stanley Kubrick. Ancora oggi, si cerca di analizzare i suoi film in cerca di messaggi occulti e di indizi che nascondano la vera essenza del cineasta.

Molti ritengono persino che la sua morte abbia a che vedere con la sua ultima, controversa, opera: il film Eyes Wide Shut (1999).

L’immagine di genio maledetto e tormentato è stata alimentata per anni. E nell’articolo di oggi, ripercorreremo brevemente la sua biografia e filmografia, nella quale arrivò a toccare quasi tutti i generi del cinema.

Stanley Kubrick, un ragazzo particolare

Gli scacchi: una grande passione

Stanley Kubrick nasce nel Bronx (New York) il 26 luglio 1928. Cresciuto in una ricca famiglia ebrea, Kubrick si considerò sempre ateo. Già a partire della sua infanzia, mostrò un grande interesse per gli scacchi, la musica jazz e la fotografia; tre interessi che segnarono profondamente il suo futuro professionale.

Gli scacchi, per Kubrick, erano molto più che un semplice gioco, erano un mezzo per concentrarsi e sviluppare un’idea prima di realizzarla.

Il cineasta riteneva che gli scacchi e la regia avessero molti punti in comune; negli scacchi, come nel cinema, si deve osservare, analizzare e, dopo, agire. C’è sempre una mossa migliore e non tutto può essere lasciato al caso.

Il suo amore per gli scacchi fu tale che in numerosi film si trovano riferimenti, sia diretti che indiretti, al gioco. Un buon esempio si può trovare in 2001: Odissea nello spazio quando Frank gioca a scacchi contro il computer HAL 9000.

« Ti siedi alla scacchiera e, improvvisamente, il tuo cuore inizia a battere forte; le mani tremano per raggiungere la pedina e muoverla. Ma gli scacchi ti insegnano a sederti con calma e pensare se è davvero una buona idea o se esiste una mossa migliore.»

-Stanley Kubrick-

Nella sua vita accademica, Stanley Kubrick non brillò come studente modello, anzi fu l’esatto opposto. Saltava continuamente le lezioni e i suoi voti erano molto bassi; tuttavia, era un ragazzo estremamente intelligente. Il suo interesse per la fotografia lo portò a lavorare per la rivista Look a soli 16 anni.

Stanley Kubrick, i primi passi nel cinema

Il salto al cinema avvenne all’inizio degli anni Cinquanta, quando dirige il suo primo cortometraggio-documentario intitolato Day of the Fight (1951). Successivamente, decise di lasciare il lavoro di fotografo per dedicarsi appieno al suo primo lungometraggio, Paura e Desiderio (1953). Tuttavia, il film fu un vero e proprio flop e lo stesso Kubrick decise di far ritirare tutte le copie distribuite, per la scarsa qualità.

In questo decennio, Stanley Kubrick conobbe la donna che diventerà sua moglie fino alla sua morte, la tedesca Christiane Kubrick; precedentemente, era già stato sposato, due volte.

Dopo aver girato alcuni film noir, il successo di Stanley Kubrick arrivò con Orizzonti di gloria (1957), un film di guerra con Kirk Douglas come protagonista, che conquistò la critica e il grande pubblico.

Fin dai suoi primi passi come regista, la firma di Kubrick fu associata alla perfezione e all’assoluto controllo dei minimi dettagli dei suoi film. Il regista controllava tutti gli aspetti: la produzione, la regia, la distribuzione, ecc…

In un certo senso, molti hanno voluto leggere questa sua caratteristica come un atteggiamento da scacchista. E la sua fama di perfezionista, autoritario e ossessivo diventò presto di dominio pubblico.

Lo stesso Stanley Kubrick ripeteva nelle sue interviste che voleva semplicemente che il suo lavoro venisse realizzato proprio come lo aveva immaginato, che tutto andasse nel modo migliore e che non capiva perché questo dovesse essere interpretato come un fatto negativo.

La fama e i grandi capolavori

Gli anni Sessanta

Dopo il successo raggiunto con Orizzonti di gloria, gli anni Sessanta furono carichi di grandi titoli per il regista.

Spartaco (1960), il primo film in cui dispose di un budget elevato; Lolita (1962), il suo controverso adattamento dell’omonimo romanzo di Nabokov; l’eccezionale Il dottor Stranamore – Ovvero: come ho imparato a non preoccuparmi e ad amare la bomba (1964), con l’immenso Peter Sellers; e, per finire, l’immortale 2001: Odissea nello spazio (1968).

Nonostante la sua fama crescente, non era facile ottenere un’intervista con il regista e non era solito frequentare i luoghi alla moda. Lasciò gli Stati Uniti per trasferirsi nella campagna inglese e la sua figura iniziò ad assumere una sfumatura negativa, di freddo, misogino, misantropo e autoritario.

Il suo perfezionismo fu la ragione per cui rinunciò a inserire gli extraterrestri nel film 2001: Odissea nello spazio, perché non riusciva a ottenere una verosimiglianza che lo soddisfacesse appieno (e di questo gliene siamo riconoscenti); non entrano mai esplicitamente in scena e vengono lasciati all’immaginazione dello spettatore.

Il giornalista Michael Herr, autore del libro Kubrick (2000), smonta in parte questi pregiudizi sul regista e mostra un’immagine più umana del cineasta. Tuttavia, anche lui lo descrive come un personaggio piuttosto peculiare, con una visione unica del cinema.

Gli anni Settanta

Kubrick sapeva benissimo cosa voleva e come dovevano essere i suoi film, per questo si scontrò con la censura per Arancia meccanica (1971), e spazzò via tutti gli schemi della regia, dirigendo un film con la sola luce naturale, come in Barry Lyndon (1975).

Se si vuole comprendere la vita di questi uomini del XVIII secolo, dobbiamo immergerci nella loro epoca. Per questo, Stanley Kubrick decise di girare Barry Lyndon usando solo la luce delle candele negli interni e impregnando la scena di elementi decorativi dell’epoca. La sua meticolosità lo portò a esplorare nuove forme e tecniche di fare cinema.

Gli anni Ottanta

Nel 1980, il genio del cinema ci terrorizzò con Shining, il film ispirato all’omonimo romanzo di Stephen King. Le riprese non furono facili e la polemica con l’attrice protagonista, Shelley Duvall, contribuì ancora di più a creare quell’immagine di regista intransigente e freddo. La figura di Kubrick fu sempre avvolta da un certo alone di mistero.

Neanche le riprese di Arancia meccanica furono semplici per l’attore protagonista, Malcom McDowell, che arrivò a fratturarsi alcune costole e subì una lesione della cornea.

La produttività di Kubrick iniziò a diminuire negli anni ’80. Dopo l’uscita di Shining, dovranno trascorrere sette anni fino al film successivo: Full metal jacket (1987), il film con cui tornò al genere bellico dopo Orizzonti di gloria.

Stanley Kubrick negli anni Ottanta

Stanley Kubrick: dall’allunaggio a Eyes Wide Shut

L’uomo è andato sulla luna… o no?

La maggior parte dei film di Kubrick sono ricchi di simbolismo. La maggior parte di questi simboli vogliono trasmettere un’informazione rilevante. Quando uscì, 2001: Odissea nello spazio, per gli effetti speciali e il cinema in generale, fu una vera e propria rivoluzione.

Quanti film dell’epoca sono ricordati per degli effetti speciali così realisti e incredibili? E tutto questo solo un anno prima dell’arrivo dell’uomo sulla luna.

Fu così che iniziò a diffondersi la leggenda che affermava che Kubrick aveva filmato l’allunaggio e che le immagini trasmesse in televisione non erano altro che un montaggio.

Per molte persone, il regista nascose molti messaggi subliminali che corroborano questa teoria come, ad esempio, la scena di Shining in cui Danny porta un maglione con un razzo spaziale in cui si legge: Apollo 11, USA.

Le voci iniziarono a diffondersi ancora di più quando nel 2002 uscì il mockumentary francese Operazione Luna, che sosteneva questa teoria. Alcune persone pensarono che il falso documentario fosse basato su fatti reali e, da lì, le voci sull’allunaggio mai avvenuto si diffusero ancora di più.

Nel 2016, fu la stessa figlia del regista, Vivian Kubrick, che si incaricò di smentire queste affermazioni attraverso il suo profilo Twitter. Nel suo messaggio, inoltre, ricordava che suo padre aveva avuto vari problemi con il governo degli Stati Uniti a causa dei suoi film. E allora, come avrebbe potuto Kubrick aiutare proprio coloro che lo avevano censurato?

Kubrick e le voci sul finto allunaggio

Stanley Kubrick e i complottisti

Ma il complotto non finisce qui. Su internet, si possono trovare un’infinità di teorie che affermano che Stanley Kubrick apparteneva a una setta segreta. È pur vero che, dal punto di vista politico, è sempre stato un personaggio controverso e che si mostrava scettico riguardo alla democrazia.

In molti hanno voluto vedere nella sua ultima opera, Eyes Wide Shut (1999), un modo per smascherare queste società segrete che dominano il mondo. Questo film sarebbe stata la sua condanna a morte.

Una cosa è certa: Kubrick morì prima di vedere l’uscita della sua ultima pellicola, il 7 marzo 1999. La causa della morte fu un infarto del miocardio, che mise fine alla vita del regista a 70 anni.

Fu sepolto, senza rito religioso, nel giardino della sua villa, vicino al suo albero preferito, in un funerale privato.

Stanley Kubrick: un genio controverso

Che le storie su Kubrick siano vere o meno, poco importa: nessuno può negare che questo regista ha lasciato, con il suo talento, un’eredità fondamentale per il cinema.

Alcuni dei suoi film sono rimasti nel cassetto e non gli fu possibile finirli e portarli sul grande schermo: fra questi Napoleone e anche un film porno, che doveva intitolarsi Blue Movie.

Anche se non vinse mai un Oscar per la sua regia, fu premiato con la statuetta dorata per gli effetti speciali di 2001: Odissea nello spazio.

Controverso, ineguagliabile, nevrotico o genio… Stanley Kubrick ci ha lasciato alcuni dei migliori film della storia del cinema.

«Se può essere scritto o pensato, può essere filmato.»

-Stanley Kubrick-


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