Strategie controintuitive per la risoluzione dei problemi

L'intuizione e il buon senso a volte ci impediscono di adottare strategie efficaci. Ne presentiamo due che possono essere utili per risolvere i problemi.
Strategie controintuitive per la risoluzione dei problemi

Ultimo aggiornamento: 04 luglio, 2022

Per strategie controintuitive si intendono metodi che si scontrano con ciò che ci dice l’intuito, ma comunque efficaci. La convinzione che l’intuito abbia sempre ragione ci inganna.

La risoluzione di un problema prevede alcuni passaggi ragionevoli che vanno dall’individuazione della difficoltà, attraverso l’approccio di possibili soluzioni, al processo di pesatura e scelta della più appropriata.

Tuttavia, a volte ciò non funziona. Per quanto seguiamo la sequenza, non siamo in grado di mettere a punto un piano valido. È allora che le strategie controintuitive possono essere di grande aiuto per uscire dall’impasse e risolvere il problema.

Strategie controintuitive

Di fronte ai problemi, soprattutto se ci riguardano emotivamente, tendiamo ad adottare strategie difensive, incentrate su carenze, assenze o difficoltà.

Un simile approccio parte dall’idea che pensandovi, si troverà una soluzione praticabile. Ciò, tuttavia, di solito assicura solo una sensazione di angoscia.

L’ansia, lo sappiamo, on è il miglior consigliere. Non trovare soluzioni ragionevoli al problema molto probabilmente aumenterà l’angoscia e apparirà la cosiddetta nebbia mentale: il cervello si satura. A volte la mancanza di soluzioni porta a nuovi problemi.

In molte occasioni, il cervello ha bisogno di pazienza per escogitare strategie mai impiegate. Una nuova situazione può rendere inutilizzabili le strade esistenti. A quel punto può essere una buona idea scommettere su strategie controintuitive.

Donna che pensa.

1. Sfocare invece di aumentare la nitidezza

L’opposto di concentrare tutta la propria attenzione sul problema. Dovremmo concentrarci su di esso, finché non lo comprendiamo appieno e troviamo una via d’uscita. Tuttavia, un’utile strategia controintuitiva prevede di mettere in secondo piano la difficoltà per trovare una soluzione più valida.

In molti casi, si consiglia di cercare la sfocatura. Invece di cercare di strutturare una soluzione, l’idea è di disperderla. Ciò si ottiene, in primo luogo, allontanandosi dal problema in quanto tale.

In secondo luogo, bisogna ampliare le prospettive. A tale scopo, possiamo chiedere ad altre persone che potrebbero aver affrontato una difficoltà simile. Sapere di qualcuno che ha adottato con successo una nuova strategia ci fornirà una dose extra di sicurezza, a volte necessaria.

D’altra parte, a volte qualcuno propone una soluzione assurda e inapplicabile, ma finisce per accendere la fiamma necessaria per uscire dall’impasse.

In più di un’occasione allontanarsi dal problema aiuta a ridurre l’ansia. Una mente calma è molto più capace di vedere e trovare modi praticabili per superare gli ostacoli mentali.

Donna che beve caffè.

2. Esagerare al massimo

La seconda delle strategie controintuitive consiste nell’usare l’iperbole, o l’esagerazione, in modo costruttivo. L’idea è di sovradimensionare il problema. Ciò significa presumere che i suoi effetti e le sue conseguenze siano gravi al massimo grado. Lo scopo, anche in questo caso, è adottare una nuova prospettiva.

Esagerare un problema è un esercizio mentale che aiuta ad analizzare la situazione più in dettaglio e, così, a trovare aspetti che non si erano visti prima. Permette, dunque, di comprendere meglio la situazione e rilevare con maggiore precisione i punti chiave.

Allo stesso modo, è una delle strategie controintuitive che, in un modo o nell’altro, aumentano la pressione. Tuttavia, in questo caso, può aiutarci. Consente, di fatto, di concentrarsi meglio senza generare ansia.

3. Strategie controintuitive: peggiorare la situazione

Quando affrontiamo un problema, si pensa subito a migliorare la soluzione. Ma cosa accadrebbe se peggiorassimo le cose? Sebbene sia controintuitivo, ricorrere a questa strategia può aiutarci a risolvere il conflitto in cui ci troviamo.

Neel suo libro Problem Solving Strategico da tasca, Giorgio Nardone sostiene che per facilitare l’analisi di possibili soluzioni non basta osservare quelle che non hanno prodotto risultati positivi, ma piuttosto è importante studiare anche quelle che potrebbero essere messe in pratica in futuro e fallire.

Dobbiamo chiederci: “Se volessi peggiorare la situazione invece di migliorarla, come lo farei?”, quindi elencheremo tutte le modalità possibili. Ciascuna deve essere descritta in modo tale che si percepiscano chiaramente le modalità attraverso cui il problema potrebbe essere aggravato anziché risolto.

Com’è possibile che peggiorare il problema possa essere efficace? Secondo Nardone (2012), quando stimoliamo la mente a cercare opzioni per peggiorare una situazione, smettiamo di cercare soluzioni positive e bloccare il pensiero creativo.

«In questo modo la mente potrà scoprire alternative liberandosi dalla trappola paradossale dello sforzo volontario, che impedisce la scoperta spontanea».

4. Inasprire il problema

Quando abbiamo un problema, la cosa più intuitiva è dirigerci verso l’obiettivo che vogliamo raggiungere. Se vogliamo essere controintuitivi, tuttavia, dobbiamo capovolgere la situazione: partire dalla fine e tornare al punto di partenza.

In Problem Solving Strategico da tasca, Nardone suggerisce che per definire una strategia efficiente, è pertinente partire dall’obiettivo da raggiungere e immaginare la fase immediatamente precedente, poi quella precedente e così via fino al punto di partenza. Questo percorso si articola in una serie di tappe.

Quanto sopra ci invita a suddividere l’obiettivo finale in una serie di micro-obiettivi che partono dal punto di arrivo per tornare al primo passo da seguire. «Questa strategia mentale controintuitiva permette di ricostruire facilmente la sequenza di azioni da compiere per risolvere un problema, partendo dal cambiamento più piccolo e concreto possibile » (Nardone, 2012).

Conclusioni

Le strategie controintuitive sono particolarmente utili quando si affrontano problem i che ci lasciano perplessi. Allo stesso modo, quando dopo molte riflessioni non si trovano soluzioni.


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  • Codina, P. L. S. (2010). El pensamiento y las ciencias de” la complejidad” y la comunicación. Quórum Académico, 7(1), 120-140.
  • Chand, S. & Marwaha, R. (2022). Anxiety. StatPearls. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/books/NBK470361/
  • Nardone, G. (2012). Problem solving estratégico. Herder.

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