Stress politico: quando la classe politica delude

La sindrome da stress politico, sebbene non compaia nei manuali clinici, testimonia un'evidente realtà sociale: la sfiducia e la stanchezza, nonché le diverse emozioni negative, provate dai cittadini nei confronti dei leader politici.
Stress politico: quando la classe politica delude
Valeria Sabater

Scritto e verificato la psicologa Valeria Sabater.

Ultimo aggiornamento: 18 febbraio, 2022

Molte persone stanno iniziando a soffrire di stress politico. L’incertezza, l’apatia nei confronti della classe politica e dei suoi messaggi, la stanchezza per le sue controversie interne e, soprattutto, il peso della corruzione stanno erodendo sempre più la fiducia dei cittadini. Si tratta di situazioni che provocano emozioni negative: dispiacere, delusione, rabbia, tristezza…

Jorge Luis Borges sosteneva che i politici non dovrebbero essere personaggi pubblici. Questa frase racchiude una realtà che molti mettono in discussione. A causa del loro comportamento, della loro personalità e delle loro cattive decisioni, alcuni politici non dovrebbero essere personaggi pubblici. Non danno il giusto esempio, non sono fonte di ispirazione e, ancora peggio, non sono in grado di mantenere il potere.

L’attuale politica mondiale è molto complessa. L’avanzare degli estremismi, dei movimenti indipendentisti, del dramma dell’immigrazione, della corruzione e il retrocedere delle politiche sociali ci fanno precipitare in una spirale di sfiducia.

Oltre alla diffidenza, si aggiunge un altro fattore: la contaminazione delle informazioni giornalistiche. Informazioni, opinioni e notizie filtrate quotidianamente con maggiore o minore veridicità attraverso i media: televisione, radio e social network. Tutto ciò ci porta a provare indignazione o apatia.

La prima può portarci a reagire, a scuoterci, ad assumere un ruolo attivo, a desiderare il cambiamento. La seconda porta con sé il malcontento e, molto spesso, l’assoluta perdita di fiducia in qualsiasi rappresentante o partito politico. Tutte queste esperienze partono da una realtà concreta: la sindrome da stress politico.

“Un buon politico è colui che, dopo essere stato acquistato, rimane conveniente”.

-Winston Churchill-

figura che simboleggia la sindrome da stress politico.


Cos’è la sindrome da stress politico?

La sindrome da stress politico non appare in nessun manuale clinico. È un termine popolare apparso in un articolo di Psychology Today, in cui viene analizzato l’impatto dello stress politico sulla mente del bambino.

Non sappiamo se verrà incluso in futuro nel DSM-V (Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali), ma è chiaro che si tratta di una realtà oggetto di analisi da parte di scienziati, politici e psicologi sociali. Tanto che possiamo persino descriverne già i «sintomi». Vediamolo in dettaglio.

Fattori scatenanti dello stress politico

La sindrome da stress politico è mediata da molti fattori. A loro volta, questi avranno un impatto maggiore o minore a seconda della personalità e dei bisogni di ogni individuo. Ecco alcune costanti che la caratterizzano:

  • Sensazione che la classe politica si preoccupi sempre meno dei suoi elettori e sempre più dei suoi interessi personali.
  • Attuazione di politiche che favoriscono le classi agiate.
  • Mancanza di collaborazione tra i rappresentanti della stessa classe politica per raggiungere accordi e promuovere un clima disteso che favorisca la popolazione e il pianeta.

Incertezza politica

Oggi andiamo tutti a letto senza sapere cosa accadrà domani. Ci svegliamo ogni giorno con nuove notizie su corruzione, intercettazioni telefoniche, licenziamenti e nuove nomine, disaccordi, minacce, immigrati che perdono la vita, attacchi terroristici

A questi fatti si aggiungono le spiacevoli esperienze sociali che il cittadino vive ogni giorno con grande preoccupazione, come nel caso dell’aumento delle tasse. L’attuale situazione politica costringe i cittadini a uno stato di imprevedibilità quasi assoluta.

Dall’indignazione all’impotenza

L’incertezza è molto interessante da un punto di vista psicologico. È comune sentirsi indignanti in quanto esposti quotidianamente a scandali, corruzione e decisioni legislative che danneggiano il cittadino. A poco a poco sopraggiunge la rassegnazione e finiamo per non stupirci più degli scandali e dell’insolenza della classe politica.

Quasi senza accorgersene, una parte della popolazione diventa apatica e inerme. Un esempio sono le scene pubbliche del tutto inappropriate di certi nostri rappresentanti. Ci mettiamo a ridere e dopo un po’ dimentichiamo. Tolleriamo situazioni inconcepibili da parte di personaggi pubblici che, come diceva Borges, non ci rappresentano con dignità.

Politico che tiene un discorso pubblico.

Come gestire lo stress politico?

Certi atteggiamenti da parte della classe politica sono una costante: si sono verificati nel corso della storia e probabilmente continueranno a farlo. Tuttavia, oggi i media acuiscono il loro impatto; da ciò deriva lo stress politico.

Ci riferiamo alla divulgazione di informazioni tossiche e e virali, alla televisione spazzatura; inoltre vengono discussi sempre gli stessi argomenti per distogliere l’attenzione dai problemi veramente importanti. In che modo possiamo affrontare la sindrome da stress politico?

  • Non bisogna cedere all’impotenza.
  • Come per tutte le altre forme di stress, non ha senso rimanere passivi, perché intensificheremo ulteriormente il malessere. Il segreto è controllare l’esposizione alle notizie: limitarsi a guardare e leggere ciò che è opportuno.
  • Preoccuparsi di ricevere informazioni accurate e non perdere mai il proprio senso critico.
  • Sentirsi insoddisfatti rispetto all’operato della classe politica è lecito, rispettabile e comprensibile. Se però cadiamo nell’impotenza e nella passività, permetteremo a queste situazioni di cronicizzarsi.

L’attivismo, la partecipazione attiva alla sfera pubblica, è uno dei diritti più preziosi del cittadino. Basti pensare a tutte le lotte del passato per ottenerlo. I politici sono i nostri rappresentanti nella misura in cui li abbiamo eletti.

Il problema si presenta quando il politico vuole approfittare della sua posizione per ingannare la società che gli ha concesso una condizione privilegiata. Questo problema potrebbe scomparire se i cittadini decidono di destituire chi li ha traditi.


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  • Tetlock, P. E. (2007). Psychology and politics: The challenges of integrating levels of analysis in social science. In A. W. Kruglanski & E. T. Higgins (Eds.), Social psychology: Handbook of basic principles (pp. 888-912). New York, NY, US: Guilford Press.

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