Terapia di gruppo: cos'è e perché funziona

La terapia di gruppo coinvolge più di 2 pazienti (idealmente tra 8 e 10) contemporaneamente, guidate da un terapeuta (o più di uno). Scoprite come funziona, i suoi obiettivi, le caratteristiche e i vantaggi.
Terapia di gruppo: cos'è e perché funziona

Ultimo aggiornamento: 11 maggio, 2021

La terapia di gruppo prevede la presenza di più pazienti contemporaneamente, sempre guidate da uno o più terapeuti. Si concentra sulle interazioni che avvengono nel gruppo e in che modo le relazioni possono essere positive per la singola persona e il gruppo nel suo insieme.

È uno strumento consolidato nel campo della psicologia e della psichiatria. I suoi obiettivi (molti dei quali coincidono con la terapia individuale) includono tra gli altri la risoluzione dei conflitti, il ricongiungimento con l’equilibrio emotivo, la stimolazione della crescita personale e il rafforzamento delle abilità sociali.

Volete saperne di più su questa terapia, come è nata storicamente e quali vantaggi presenta? Ecco qui alcune interessanti informazioni al riguardo.

Quali sono le origini della terapia di gruppo?

Nell’antichità le pratiche di guarigione venivano effettuate in gruppo. I capi tribali e religiosi ricorrevano al tessuto sociale per curare e modificare le condotte, così come i riti sciamanici, le tragedie greche e le rappresentazioni medievali.

Tuttavia, la terapia di gruppo, nel senso di percorso pianificato sotto una guida professionale il cui scopo è quello di trattare certe patologie (specialmente quelle della personalità), è un contributo del XX secolo.

Gli Stati Uniti sono stati i pionieri, in particolare negli Anni ’30. I suoi iniziatori furono: Wender, Schilder, Moreno, Slavson, Redl Wolf. Quali sono stati i contributi di questi autori?

Autori di spicco nella terapia di gruppo

Wender (1936) lavorò con pazienti in degenza e coniugò concetti freudiani con interpretazioni del transfert familiare alla transazione all’interno del gruppo. Nello stesso anno Schelder fu considerato il pioniere della terapia analitica di gruppo grazie alla sua interpretazione del transfert e al suo lavoro sui sogni.

Nel 1942, Redl introdusse i gruppi diagnostici di bambini, e Moreno iniziò a lavorare nello psicodramma negli USA durante il decennio degli Anni ’30. Dal canto suo, Salvson nel 1943 iniziò a lavorare con gli adolescenti attraverso la sua terapia di gruppo concentrata sull’espressione di fantasie e sentimenti attraverso l’azione e il gioco.

Dopo la seconda guerra mondiale, la popolarità della terapia di gruppo crebbe a causa di un aumento della richiesta di consulti psicoterapeutici. Oggi è ampiamente impiegata, da sola o insieme alla terapia individuale.

Cos’è la terapia di gruppo e quanti partecipanti prevede?

Diversi pazienti si incontrano per parlare, guidati da uno o più terapeuti. Il numero di partecipanti è strettamente legata allo scopo e alla durata della terapia. L’ideale è tra 8 e 10 pazienti.

Il gruppo deve offrire ai membri la possibilità di partecipare attivamente. Thomas e Fink (1963) divisero il lavoro sulle dimensioni del gruppo in due categorie:

  • Effetti sul gruppo nel suo insieme.
  • Effetti sul comportamento del singolo.

Questi autori scoprirono che la produttività del gruppo cresce all’aumentare delle dimensioni del gruppo; in parallelo, tuttavia, vi è una riduzione dell’efficacia della terapia.

Allo stesso modo, un gruppo più grande riduce la coesione del gruppo e favorisce la creazione di gruppetti e la divisione dei compiti.

Caratteristiche della terapia di gruppo

La terapia di gruppo è composta da una serie di caratteristiche. Come dovrebbe essere la terapia di gruppo? Cosa dovrebbe fornire?

Yalom propone alcuni fattori terapeutici nella terapia di gruppo. Con essi si riferisce a quei fattori che favorirebbero il cambiamento terapeutico attraverso tale modalità di terapia:

  • Generare speranza.
  • Universalità.
  • Fornire informazioni.
  • Altruismo.
  • Ricapitolazione correttiva sul gruppo familiare d’origine.
  • Sviluppo di tecniche di socializzazione.
  • Comportamento imitativo.
  • Apprendimento individuale.
  • Coesione di gruppo.
  • Catarsi.
  • Fattori esistenziali.

Obiettivi e tipi di gruppi

La terapia di gruppo può essere usata per diversi scopi e obiettivi. Tra questi troviamo: obiettivi clinici, psicoeducativi, di consulenza o di crescita personale.

Secondo questi criteri, troviamo diversi gruppi terapeutici e rispettivi obiettivi che si possono quindi distinguere sulla base di:

  • Problema: si tratta di gruppi terapeutici, psicoeducativi, di consulenza o di crescita.
  • Popolazione: si parla di terapia familiare, terapia di coppia, terapia infantile o patologia specifica (per esempio: depressione).
  • Approccio teorico: troviamo gruppi psicoanalitici, psicodrammatici, umanistici, comportamentali e cognitivo-comportamentali e gruppi di lavoro corporeo.

Vantaggi della terapia di gruppo

La terapia di gruppo presenta diversi vantaggi. Tra questi permette l’esplorazione dello stile relazionale del soggetto con gli altri partecipanti.

Il gruppo offre un vero e proprio microcosmo, dove si possono mettere in moto relazioni con diverse persone. Rispetto alla terapia individuale, la terapia di gruppo fornisce un contesto più ricco e diversificato ai fini del cambiamento.

Inoltre, è possibile trovare sostegno e comprensione quando il gruppo è coeso. Attraverso di essi possiamo connetterci con persone che hanno vissuto esperienze simili alle nostre, quindi sentirci più compresi. Infine, è uno spazio che ci permette di scambiare punti di vista.

“Io faccio quello che tu non puoi, e tu fai quello che io non posso. Insieme possiamo fare grandi cose.

-Madre Teresa di Calcutta-

Mi troverò bene?

Non tutte le persone riescono a iniziare un percorso psicoterapeutico di gruppo. Tutto dipenderà dalle caratteristiche e dai bisogni del paziente, tra gli altri fattori; in questo senso, ci sono fasi vitali, problemi e personalità che si adattano molto bene alla terapia di gruppo (essa può risultare molto d’aiuto per questi soggetti).

Tuttavia, ogni caso dovrebbe essere valutato singolarmente. I vantaggi di questo tipo di terapia sono molti, ma anche quelli della terapia individuale. Insistiamo quindi e non diamoci per vinti.

Ci saranno persone (e tempi) adatti a una modalità piuttosto che a un’altra. In compenso, esistono anche persone che combinano entrambe le terapie simultaneamente. Il professionista dovrà consigliare in questo senso.

“Quello di cui ho bisogno è essere parte di un altro gruppo, struttura o idea.”

-Damon Albarn-


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  • Kleinke, C.L. (1995). Principios comunes en psicoterapia. Ed. DDB: Bilbao.
  • Moreno, A. (ED.). (2015). Manual de Terapia Sistémica. Principios y herramientas de intervención. Ed. Desclee de Brower.
  • Pérez, M., Fernánde, J.R., Fernández, C. y Amigo, I. (2010). Guía de tratamientos psicológicos eficaces I y II. Madrid: Pirámide.

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