Terapia di validazione e declino cognitivo

Dietro a ogni comportamento di una persona che soffre di demenza si cela un motivo ben preciso. Per questo motivo, la terapia di validazione promuove la comprensione, dall'empatia all'umanità.
Terapia di validazione e declino cognitivo
María Alejandra Castro Arbeláez

Scritto e verificato la psicologa María Alejandra Castro Arbeláez.

Ultimo aggiornamento: 14 febbraio, 2023

Quando siamo vicini a una persona affetta da demenza, sorge un motivo di preoccupazione: come interagire con lei? Come possiamo trasmetterle ciò che vorremmo dire? Cosa possiamo fare se sono sempre più evidenti le dimenticanze, la rabbia repentina, la mancanza di senso dell’orientamento? Arriva un momento in cui ci sentiamo così frustrati da non sapere cosa fare, né come agire con quella persona. Un modo eccellente per riuscirci consiste nel ricorre alla terapia di validazione.

Questa terapia è un meraviglioso metodo di comunicazione con pazienti con Alzheimer e altri tipi di declino cognitivo, soprattutto quando la situazione si complica; sia per il soggetto sia per chi se ne prende cura.

La terapia di validazione rappresenta un ottimo strumento per trattare correttamente le persone in fase avanzata di declino cognitivo. In questo articolo potrete scoprire di cosa si tratta, i punti principali e alcune tecniche comunicative.

Il modo in cui comunichiamo con gli altri e con noi stessi determina la qualità delle nostre vite.

-Anthony Robbins-

Quali sono le origini della terapia di validazione?

La terapia di validazione è una particolare forma di comunicazione per le fasi avanzate di demenza. È anche uno strumento per avvicinarsi alle persone che ne soffrono in modo assertivo.

Con questa terapia si riducono i sentimenti di frustrazione, e ciò perché si tiene conto di come trattare la persona con demenza, il che rende più semplice la comunicazione e le cure. Una vicinanza più adeguata, inoltre, ne riduce gli scatti di ira.

L’ideatrice di questa terapia è Naomi Feil, la quale si è relazionata per tutta la vita ad adulti e anziani grazie al lavoro dei suoi genitori. Suo padre gestiva una casa di riposo per anziani a Cleveland, la madre si occupava dei servizi sociali del centro.

Grazie alla sua esperienza ravvicinata con le persone anziane, Naomi Feil ha potuto elaborare un metodo di trattamento per gli anziani molto disorientati, che poi prese il nome di terapia di validazione.

Anziano con declino cognitivo

Principi della terapia di validazione

La terapia di validazione promuove un profondo rispetto ed empatia verso le convinzioni e le esperienze della persona soggetta a declino cognitivo. Non importa che le idee e le esperienze siano reali: bisogna che siano credibili.

Si tratta di offrire  sostegno alla realtà delle persone affette da demenza in fase avanzata. Per riuscirci, bisogna tenere conto di alcuni principi:

  • Motivi. Dietro a qualunque comportamento, idea o sentimento delle persone in fase avanzata di declino cognitivo, si cela un motivo. Questo motivo resta valido anche se i cambiamenti comportano irritabilità e aggressività. Bisogna pertanto evitare di giudicare ed essere più comprensivi e compassionevoli.
  • Autenticità. La terapia di validazione promuove l’unicità di ogni essere umano. Ogni persona ha un proprio valore e per questo merita di essere rispettata.
  • Accettazione. Mettere da parte le critiche e interagire a partire dall’amore con le persone affette da demenza. Ci sono comportamenti caratteristici da cui non possono scappare, per questo è importante essere più tolleranti.
  • Empatia. Mettersi nei loro panni è una buona strategia per percepire come si sentono e per capire cosa stanno passando. Questo aiuterà a sviluppare una maggiore sensibilità nel relazionarsi con loro, con pazienza, rispetto e affetto. Inoltre, l’empatia potrebbe aumentare la fiducia e ridurre l’ansia di queste persone.
  • Espressione. Esprimendo emozioni e pensieri, si noterà una riduzione dei sentimenti di rabbia, dolore e frustrazione.

Tenere a mente questi principi e applicare le tecniche della terapia di validazione aiuterà a incrementare i sentimenti di autostima e a ridurre i sintomi depressivi propri delle persone con demenza. Questi atteggiamenti migliorano inoltre i rapporti con i chi se ne prende cura, dunque riducono il sovraccarico emotivo degli stessi.

Tecniche per la comunicazione dal punto di vista della validazione affettiva

La terapia di validazione è alla portata di tutti. Metterla in pratica si traduce in maggiore benessere per le persone che soffrono di deterioramento cognitivo e per chi le accudisce. Alcune delle tecniche per raggiungere questi obiettivi sono:

  • Ridefinizione. Mantenere la comunicazione cambiandone l’approccio. Vale a dire, dire le cose in un modo diverso quando la persona non le capisce.
  • Reminiscenze. Alle persone con declino cognitivo fa bene recuperare i ricordi attraverso i sensi. Per esempio, con foto o canzoni che sono loro familiari.
  • Tono della voce. Utilizzare un tono della voce chiaro, basso e affettuoso favorisce il benessere delle persone con demenza. È inoltre necessario eliminare qualunque tono o parola minacciosa.
  • Contatto. Si tratta di mantenere il contatto visivo e fisico mediante carezze, abbracci, ecc. È fondamentale nelle prime esperienze di orientamento.
  • Trovare un rapporto tra comportamento e bisogno. Vale a dire, cercare il legame tra ciò che il soggetto prova e il comportamento che manifesta. Per riuscirci, è utile domandarsi: per quale motivo si lamenta?
Assistenza ad anziani con la terapia di validazione

Dare valore al paziente con declino cognitivo

Queste tecniche danno valore alla persona con declino cognitivo. Così facendo, la sua qualità di vita migliora e questo perché si riducono i sentimenti di malessere che nutrono loro e chi li assiste.

La terapia di validazione spinge a fermarsi su come si sente e come pensa il paziente. Invita, in tal modo, a mettersi nei suoi panni. È bene precisare, tuttavia, che non si tratta di un metodo sostitutivo di altri, bensì di una tecnica di avvicinamento verso le persone con demenza che può affiancare o essere utilizzata come integrazione di altri trattamenti.

Molto spesso può causare frustrazione e irascibilità vedere le persone più care disorientate, con ricordi sfocati, diventare aggressive, dal pianto facile o altri sintomi. Una situazione del genere richiede di lavorare sia sul modo in cui ci si relaziona con loro sia su se stessi.

Entriamo quindi in connessione con noi stessi per stabilire rapporti fatti di amore, che nutrano chi è affetto da declino cognitivo. Senza alcun dubbio, la terapia di validazione è uno strumento meraviglioso per dare valore a queste persone, capirle e ridurne lo stress. Un atteggiamento affettuoso, rispettoso e tollerante fa sempre stare meglio chi ci circonda.


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  • Feil, N. (2014). Validation therapy with late onset dementia populations. Cregaving in dementia: Research and applications, 1, pp.191-218.

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