Trappole dell'ego: limite alla crescita personale

Trappole dell'ego: limite alla crescita personale
Valeria Sabater

Scritto e verificato la psicologa Valeria Sabater.

Ultimo aggiornamento: 15 novembre, 2021

Le trappole dell’ego limitano la nostra felicità; questo perché l’essenza del nostro essere vive in un perenne stato di insoddisfazione, quindi ci intorpidisce con le sue continue richieste, con le sue paure e con i suoi stratagemmi; ci induce a una dipendenza insana che ci costringe all’interno della nostra zona di comfort, dove non può succedere nulla di male. Dobbiamo, dunque, essere in grado di non cadere nelle trappole dell’ego, di rieducarlo, per farlo diventare quello straordinario elemento psicologico che anima la libertà.

Quando parliamo di questa dimensione psicologica, spesso ci perdiamo nelle sue definizioni. Sigmund Freud definì l’ego come quell’entità obbligata a trattare quasi quotidianamente con gli impulsi e con gli standard sociali. Questa struttura può anche essere modellata sulla base della ragione e può, attraverso un lavoro su se stessi, trovare una propria stabilità. Ora, se invece ci concentriamo su approcci della filosofia orientale o su quelli definiti dalla dimensione spirituale (come la linea di pensiero definita dallo scrittore e oratore canadese Echart Tolle), la cosa cambia leggermente.

In questo caso, infatti, l’ego è una versione malata dell’autorealizzazione, attratta dal magnete che è l’egoismo. Proprio questa è la forza interiore che bisogna imparare a controllare, educare e reindirizzare.

Qualunque delle due linee di pensiero consideriamo, che sia l’approccio freudiano o quello delineato dalle filosofie orientali, c’è un filo conduttore comune, ed è il bisogno di educare l’ego, di modificare le sue pulsioni e “rompere” quell’armatura poco sana che lo riveste, per renderlo invece più luminoso, più utile e sintonizzato con la nostra crescita personale.

E allora, conoscere le trappole dell’ego è senz’altro il punto di partenza per comprende le dinamiche che lo riguardano. Vediamo quali sono.

“Il nostro stesso ego può trasformasi in un ostacolo per il nostro lavoro. Se iniziamo a crederci grandi, proprio questa convinzione è la morte della nostra creatività.”

-Marina Abramovic-

Le trappole dell’ego

Donna appesa a un filo

La chiave del benessere, quella che favorisce l’autorealizzazione e un autentico sentimento di felicità, risiede nell’equilibrio. A detta di alcuni, per raggiungerlo, bisogna mettere “a dieta” l’ego.

Dobbiamo fare con l’ego quello che facciamo con la nostra alimentazione. Spesso siamo noi stessi a cadere nella trappola di diete poco sane, in cui i grassi saturi finiscono per provocare infiammazioni e ci fanno gonfiare. Così, lungi dal sentirci sazi, la fame nervosa aumenta.

Accade lo stesso con l’ego, con l’ansia provocata dagli elogi, dai riconoscimenti, dall’approvazione o dal poter nutrire una falsa autostima che è sempre affamata. Proprio lei, che alla minima minaccia finisce per “sgonfiarsi”. Bisogna farsi i muscoli, bisogna allenare i nostri valori psicologici attraverso l’umiltà, la determinazione e la flessibilità psicologica. È fondamentale, quindi, individuare le trappole dell’ego così tanto ricorrenti in molti di noi.

1.Voglio avere sempre ragione

Alcune persone sono fatte così, non importa se viene presentata loro la verità nuda e cruda. In qualunque circostanza, momento o condizione, pretendono di avere sempre ragione. Per questo motivo, e per far sempre pendere la bilancia in loro favore, non esitano ad adottare le strategie più svariate (e dannose).

L’ego in queste circostanza e nonostante gli eccessi non aiuta nessuno. Si tratta di una trappola che non tutti sanno riconoscere e delimitare.

2. Perché gli altri non agiscono come vorrei e come mi aspetto?

In un certo qual modo, abbiamo provato tutti questa sensazione: quella di disperarci vedendo che le persone che stimiamo non si comportano né fanno quello che ci saremmo aspettati. Pretendere che chi fa parte della nostra cerchia di affetti agisca sempre esattamente come vorremmo è una delle trappole dell’ego, nonché fonte di sofferenza.

L’ideale, in questi casi, è evitare di autocondizionarsi, di porre limiti al proprio essere e di lasciare che gli altri facciano altrettanto. Perché rispettare e persino dare un certo valore al fatto che gli altri agiscano secondo i propri principi e i propri desideri è anche questo un atto di rispetto e di crescita personale.

Ragazzo che porta una casa sulle spalle

3. Sentirsi perennemente incompleti

Se avessi una casa più grande, sarei felice. Se guadagnassi un po’ di più, potrei comprare quel nuovo mobile di quella specifica marca. Se avessi un partner affettuoso e che mi trattasse come una regina, la mia vita sarebbe perfetta.

Pensandoci bene, la “mancanza” è parte attiva nella nostra società. Non ci sentiamo mai completi o soddisfatti. Ci manca sempre qualcosa, sottolineiamo sempre quel dettaglio che se solo avessimo, ci darebbe una immensa felicità. Tuttavia, quando riusciamo a ottenere quel qualcosa che ci mancava, la soddisfazione per averlo ottenuto crolla presto e riponiamo le nostre speranze in qualcos’altro, in un’altra dimensione, in un’altra persona.

4. Il bisogno di ricevere approvazione

Abbiamo tutti bisogno di sentirci accettati. In fondo ci muoviamo attraverso scenari sociali in cui la convivenza è sempre più “fluida” e carica di significato, se ci accettiamo gli uni con gli altri. Ecco quindi che -come dicevamo all’inizio- la chiave sta nell’equilibrio. Sentirci accettati va bene, ma ossessionarci per avere sempre l’approvazione altrui non è affatto salutare e mette le catene ai polsi della nostra libertà e realizzazione personale.

A volte l’ego, con la sua necessità di ricevere approvazione, deve essere “messo a dieta”; deve dimagrire abbastanza da essere in grado di prendere decisioni senza chiedere il permesso a nessuno.

“L’egoismo è la fonte di tutte le disgrazie.”

-Thomas Carlyle-

5. Mi sento inferiore (o superiore) agli altri

Le trappole dell’ego non si manifestano solo attraverso l’abuso, mediante questo egotismo proprio di chi vuole sempre di più, di chi si crede superiore agli altri o di avere più bisogni degli altri. Anche gli scogli che impediscono la crescita personale sono parte di quella schiera di sentimenti che rimandano alla carenza.

Sentirci inferiori agli altri, percepire i nostri sforzi come vani quando il resto del mondo è migliore di noi in quasi tutto, provoca anch’esso sofferenza. E questo perché esistono anche gli ego “anoressici”; fanno ammalare la nostra mente, ci limitano e ci trasformano in ombre sbiadite.

Non fa mai male, quindi, ricordare che l’integrità di una persona presuppone un ego in grado di proteggere se stesso senza cadere nella trappola degli eccessi. Parliamo di un’autostima focalizzata su stessa, forte, che sappia valorizzarsi, ma che sia anche rispettosa verso gli altri.

Donna che si guarda allo specchio

Le trappole dell’ego sono queste imboscate in cui spesso perdiamo parte della nostra dignità e della nostra autostima. L’ego è quell’omino che vive dentro di noi e a cui piace avvelenarci con richieste inutili, con il rumore costante generato da “voglio questo, mi manca quest’altro, non sopporto questo, odio quest’altro”.

Impariamo a far tacere quella voce così fastidiosa e arriveremo passo dopo passo a riconoscere le sue strategie per poter così raddrizzare le dinamiche del nostro ego e dirigerle in nostro favore. L’ego non dovrebbe mai essere un ostacolo; dovrebbe essere un umile alleato, saggio e concentrato, che ci aiuti a crescere ogni giorno di più.


Questo testo è fornito solo a scopo informativo e non sostituisce la consultazione con un professionista. In caso di dubbi, consulta il tuo specialista.