Trattamento della dipendenza da alcol e terapie psicologiche

In questo articolo passeremo in rassegna le terapie psicologiche più efficaci nei casi di dipendenza da alcol. Queste si dividono in due grandi gruppi basati sull'astinenza o sul consumo controllato a seconda del paziente da trattare.
Trattamento della dipendenza da alcol e terapie psicologiche
Alicia Escaño Hidalgo

Scritto e verificato lo psicologa Alicia Escaño Hidalgo.

Ultimo aggiornamento: 03 febbraio, 2023

La maggior parte delle terapie psicologiche per il trattamento della dipendenza da alcol si basano sul modello cognitivo-comportamentale. Questa teoria presuppone che l’alcol sia una sostanza capace di indurre l’individuo a garantire l’auto-somministrazione della stessa. Il modello cognitivo-comportamentale rappresenta pertanto un’alternativa all’approccio classico dell’alcolismo visto come malattia, ovvero al modello medico.

L’obiettivo delle terapie psicologiche per il trattamento della dipendenza da alcol è quello di ridurre il consumo di detta sostanza, aumentando nel contempo il ricorso ad altre attività in modo da garantire il funzionamento adattivo nel lungo termine.

Un altro obiettivo, a seconda del paziente, delle sue risorse personali e dell’ambiente familiare o sociale, è quello di predisporre a un uso non problematico della sostanza. Ovvero al consumo controllato.

Attualmente, tra le terapie psicologiche per il trattamento della dipendenza da alcol, possiamo distinguere due grandi blocchi di intervento: quelli volti all’astinenza e quelli che mirano a ottenere un consumo meno problematico, dunque controllato. Ne parleremo nel dettaglio a breve.

Il modello comportamentale mira a modificare i comportamenti direttamente correlati al consumo di alcol. Si responsabilizza l’individuo sul problema e, quindi, anche sul cambiamento.

Uomo con problemi di alcol

Terapie psicologiche per il trattamento della dipendenza da alcol orientate all’astinenza

Tra i trattamenti psicologici dell’alcolismo che presuppongono l’astinenza dal bere, la letteratura scientifica ci indica quelli più utili tra i seguenti:

Sviluppo delle abilità sociali e autocontrollo

Si ricorre a esso nei pazienti con scarse capacità interpersonali e intrapersonali o che non sono in grado di controllare il proprio stato emotivo se non attraverso l’alcol. Si è rilevato che gli alcolisti tendono a consumare meno alcol in situazioni sociali stressanti se dispongono di strategie di coping alternative.

Un esempio ne è il manuale Monti et al. (2002) che fornisce alcune strategie sociali sia per il paziente che per la sua rete di supporto, senza dover ricorrere al consumo di alcol.

Terapie psicologiche per la dipendenza da alcol: l’approccio di rinforzo comunitario

È orientato al cambiamento dello stile di vita in relazione al consumo di alcol. Include tecniche di problem solving, terapia comportamentale familiare, consulenza sociale e orientamento alla ricerca di impiego. Può anche essere efficace nell’ottenimento del consumo controllato.

Terapia comportamentale di coppia

Consiste nel passare dal consumo di alcol, come sostanza potenziante, all’astinenza. Si cerca di coinvolgere il partner in attività gratificanti, in particolar modo quelle che non prevedono il bere.

Un esempio può essere il programma Sisson e Azrin che mira a insegnare al membro non alcolista come ridurre l’abuso fisico, incoraggiare la sobrietà e trovare i trattamenti.

Terapie psicologiche per il trattamento della dipendenza da alcol: terapia avversativa

L’obiettivo è ridurre o eliminare del tutto il desiderio di alcol nell’individuo. Vengono utilizzati diversi stimoli o immagini, in modo da ottenere una risposta condizionata negativa ai segnali legati al bere (colore, odore…).

Nel tempo, sono stati utilizzati svariati stimoli avversi: dalla classica scossa elettrica di Kantorovich nel 1929 alla chimica o alle tecniche di immaginazione.

Un esempio di questo trattamento è la sensibilizzazione di riconversione proposta da Cautela nel 1970. In tal senso, in genere sono sufficienti 8 sessioni per vedere i primi risultati.

Prevenzione delle ricadute

Il metodo più conosciuto è quello di Marlatt e Gordon. In esso viene attribuito un grande peso alla responsabilità del soggetto sul proprio cambiamento e, quindi, anche sul mantenimento dello stesso una volta raggiunto.

La prevenzione delle ricadute dovrà prevedere l’incremento di strategie di coping per gestire le diverse situazioni stressanti e ad alto rischio.

Terapie psicologiche per il trattamento della dipendenza da alcol orientate al consumo controllato

Vengono adottate nel caso in cui la persona non voglia astenersi del tutto oppure non presenti problemi fisici. Il programma più rappresentativo di questo gruppo di terapie è il Sobell e Sobell.

Il programma Sobell e Sobell ha come obiettivo quello di far sì che gli alcolisti problematici non diventino cronici. Si inquadra attraverso un approccio mirato all’autogestione, in brevi interventi, nei quali è l’individuo stesso a mettere in pratica gran parte delle strategie apprese.

Gli alcolisti target sono generalmente soggetti giovani, con un buon livello di istruzione, con un impiego, con pochi episodi gravi di astinenza da alcol, con una storia di dipendenza che va dai cinque a dieci anni, con adeguate risorse sociali personali ed economiche e che non sembrano differenziarsi dagli altri, essendo quindi in grado di apportare cambiamenti rilevanti alla propria vita.

Ragazzo con bottiglie di vino sul tavolo che segue un trattamento della dipendenza da alcool

Il programma Sobell e Sobell dura quattro settimane e si svolge in regime ambulatoriale. È poco impegnativo durante gli incontri in clinica, ma prevede un alto numero di compiti da svolgere a casa. L’obiettivo è che il soggetto stesso sia artefice del proprio cambiamento.

Alcune raccomandazioni presenti nel programma: non consumare più di 3 unità di bevanda al giorno e non bere più di 4 giorni alla settimana, con l’obiettivo di ridurre il livello di tolleranza all’alcol. Non bere in situazioni ad alto rischio, non bere più di un’unità di bevanda all’ora, ritardare di 20 minuti la decisione tra il bere e il non bere.

È un programma in cui l’addestramento alla risoluzione dei problemi e alla prevenzione delle ricadute acquista un’importanza rilevante. In questo modo la persona è in grado di contenere le situazioni legate al consumo attraverso le corrette strategie per affrontarle.

Conclusione

Tanto per l’astinenza completa quanto per il consumo controllato, l’obiettivo finale è che il paziente apprenda delle strategie alternative che frenino gli impulsi a consumare alcolici. In alternativa, le abilità sociali necessarie per dire di no a che lo incoraggiano a bere o anche a risolvere efficacemente i problemi associati al ricorso dell’alcol.

L’obiettivo è eliminare la dipendenza e iniziare un percorso nel quale, pur con gli inconvenienti che comporta, sia possibile concentrarsi e affrontare in modo più efficace i problemi che si presentano.

In tal senso, e soprattutto per quanto concerne il programma sul consumo controllato, diventano una risorsa di grande importanza, a causa dell’aumento dei giovani che affrontano i loro problemi e le loro emozioni attraverso il consumo eccessivo di alcol nei fine settimana.

L’obiettivo è fare in modo che i giovani non diventino alcolisti patologici e apprendano metodi efficaci per gestire la propria vita senza l’impiego di sostanze quali alcol e droghe.


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  • Vallejo, P, M.A. (2016). Manual de Terapia de Conducta. Editorial Dykinson-Psicología. Tomo I y II

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