La vecchiaia inizia quando perdiamo la curiosità

La vecchiaia inizia quando perdiamo la curiosità
Sergio De Dios González

Revisionato e approvato da lo psicologo Sergio De Dios González.

Ultimo aggiornamento: 21 dicembre, 2022

Se c’è una cosa che ci fa andare avanti nella vita è la curiosità: la voglia di conoscere cose, esperienze e mondi nuovi. La curiosità nasce insieme a noi e ci rimane dentro per tutta la vita. Quando sentiamo che non c’è niente che ci spinge a scoprire cose nuove, quindi, significa che abbiamo un problema.

Per questo motivo, lo scrittore portoghese Saramago diceva che “la vecchiaia inizia quando perdiamo la curiosità”. In altre parole, leghiamo il concetto di gioventù alla vitalità e alla voglia di goderci il mondo senza limiti; mentre l’idea di vecchiaia è legata all’empatia nei confronti della vita e alla perdita dell’appetito che ci spinge a voler scoprire qualcosa in più su ciò che ci circonda.

“Non potrei mai, a nessun’età, essere felice seduta accanto a un caminetto, guardandolo e basta. La vita è fatta per essere vissuta. La curiosità deve sempre mantenersi viva. Nessuno dovrebbe mai, per nessun motivo al mondo, voltare la schiena alla vita.”

-E. Roosevelt-

La curiosità è il tratto distintivo dei bambini

Di sicuro avrete notato che i bambini, soprattutto quando sono piccoli, hanno un’incredibile voglia di conoscere. Sono pieni di un’energia che li spinge a fare domande su tutto, a volere tutto, a toccare tutto ciò che incrociano. È normale, perché stanno crescendo e vogliono capire dove si trovano e che cosa può offrire loro la vita.

In un certo senso, è questo il primo passo del loro apprendimento come persone, e siamo noi adulti i responsabili di alimentare quella curiosità e di farla sviluppare in modo positivo e intellettivo. Anche noi abbiamo imparato in questo modo a mantenere sempre viva la nostra curiosità, che ci guida e ci spinge a superarci. È questo che ci fa sentire giovani, e ancora un po’ bambini: non l’età.

“Credo che, se perdessimo la curiosità, non rimarrebbe nulla. Non ci sarebbe riflessione e, quindi, non ci sarebbe conoscenza, né possibilità di sapere, di arrivare in fondo a qualcosa. Senza curiosità, non siamo vivi.”

-Luis Eduardo Aute-

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La U inversa della curiosità

Proprio perché la curiosità ci spinge ad esplorare il mondo, sono stati condotti anche alcuni studi per scoprire perché siamo curiosi. Le ricerche hanno permesso di giungere alla conclusione, riassumendo, che siamo più curiosi quando sappiamo già qualcosa su un argomento e vogliamo saperne di più.

La curiosità in questi casi può essere rappresentata come una U inversa, in cui il punto d’inizio risveglia in noi la curiosità di sapere dove va a finire questa U. Questo fattore si relaziona con altri studi che hanno dimostrato che la curiosità è legata alla memoria e all’apprendimento: la curiosità ci aiuta a trattenere nella memoria ciò che potremmo chiamare “apprendimento motivato”, come se fosse una ricompensa.

Come alimentare la curiosità

Detto ciò, capirete bene perché relazioniamo la vecchiaia alla mancanza di curiosità: smettere di voler imparare significa privare la vita del suo senso. È importante mantenere sempre viva la curiosità, quella che ci ha portato dall’origliare una conversazione dietro una porta a scoprire l’America al di là dell’Oceano. Grazie alla curiosità, gli studi in tutti i campi del sapere hanno fatto enormi passi avanti.

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Il modo migliore di alimentare la curiosità è stimolarla in modo positivo, ed è così che dovete fare con i bambini. Ecco alcuni modi per farlo:

  • Sviluppate l’immaginazione: sperimentate e lasciateli sperimentare, cercate di trasformare le attività quotidiane in nuove avventure in cui ogni giorno si impara qualcosa di nuovo.
  • Date l’esempio: se volete che un bambino impari qualcosa, accompagnate le vostre parole con un esempio. Se vedono che anche voi siete curiosi, persino di fronte alle piccole cose, lo saranno anche loro.
  • Rispondete alle loro domande: non serve a niente dire a un bambino “perché lo dico io” o “perché è così”. In questo modo, riuscirete solo a farlo zittire. Cercate di dare sempre una spiegazione coerente, queste spiegazioni lo porteranno pian piano a farsi più domande.
  • Lasciate che faccia le cose da solo: i bambini devono scoprire che si possono commettere degli errori e che questi sono necessari per imparare. Se gli date l’opportunità di impararlo, lo starete aiutando a imparare a gestire situazioni difficili e, allo stesso tempo, a potenziare la sua creatività.

“Per fortuna, la natura mi ha dotato di una curiosità irrazionale, persino per le cose più insignificanti. È questo a salvarmi. La curiosità è l’unica cosa che mi mantiene a galla. Tutto il resto mi fa affondare.”

-Pedro Almodóvar-


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