Videogiochi e intelligenza: c'è relazione?

Non tutti sanno che esiste un forte vincolo tra videogiochi e intelligenza che può essere sfruttato non solo sotto il punto di vista ludico, ma anche didattico
Videogiochi e intelligenza: c'è relazione?
Sergio De Dios González

Revisionato e approvato da lo psicologo Sergio De Dios González.

Scritto María Hoyos

Ultimo aggiornamento: 21 dicembre, 2022

Non c’è dubbio che i videogame abbiano rivoluzionato il nostro modo di trascorrere il tempo libero. Sono un modo per stare con gli amici, di godersi momenti di relax in solitudine e, soprattutto, occupano una fetta importante dell’economia mondiale. Pensate che ogni anno si investono quasi 100.000 milioni di dollari nello sviluppo di questi passatempi elettronici. Sicuramente anche voi avete trascorso diverse ore incollati davanti allo schermo, in casa o in una sala giochi. Sono un ottimo sistema per staccarsi dalla realtà senza pensare troppo. Ma, lasciando da parte l’aspetto ludico, esiste una relazione tra videogiochi e intelligenza?

Effettivamente, giocare al PC, sul telefonino o con la consolle preferita può significare non solo divertimento, ma anche sviluppare o incrementare determinate abilità mentali. In questo articolo vi spiegheremo cosa si nasconde dietro la relazione tra videogiochi e intelligenza.

Cos’è la gamification?

Questo neologismo (in italiano può essere tradotto come “ludicizzazione”) si riferisce all’uso dei videogame in contesti esterni al semplice gioco. Si parla, quindi, di passatempi (piattaforme o anche applicazioni) in grado di rendere più piacevoli e divertenti determinate attività svolte dalle persone ogni giorno. La gamificazione può essere usata, per esempio, come supporto alla didattica. Nelle aule di scuola può essere di aiuto per migliorare l’apprendimento e lo sviluppo cognitivo degli studenti.

Oggi è possibile gamificare quasi qualsiasi attività. A prescindere dalla loro natura, digitale o analogica, i giochi possono essere di grande aiuto. Grazie allo sviluppo di internet e delle connessioni veloci, inoltre, gli alunni possono accedere a una vasta quantità di risorse.

Le attività ludico-didattiche iniziate a scuola possono continuare anche dopo, quando si torna a casa. A ogni modo, ancora molti genitori sono scettici al riguardo e non tutti vedono questi giochi come un’opportunità, come fonte di conoscenza.

Bambini giocano al pc

Videogiochi e intelligenza: come mai questa relazione?

Il collegamento tra videogiochi e intelligenza può avere una valenza molto positiva, come dimostra uno studio realizzato nel 2005 da Shaffer, Squire, Halverson e Gee. Non è la prima volta che viene cercato un legame tra attività ludiche e abilità cognitive. Basta prendere come esempio il gioco degli scacchi che, oltretutto, è persino una disciplina sportiva. Ebbene, questo passatempo è in grado di migliorare notevolmente il ragionamento logico.

Questo è ciò che potrebbero fare giochi come League of Legends o Battlefield 3: entrambi contribuiscono positivamente alla stimolazione di diverse aree cerebrali. In definitiva, favoriscono lo sviluppo cognitivo. Come gli scacchi, per poter giocare efficacemente e vincere, bisogna essere capaci di sviluppare una buona strategia. Senza dimenticare la coordinazione tra occhi e mani che viene notevolmente migliorata per via dell’esigenza di rispondere tempestivamente agli stimoli della partita.

Insomma, il rapporto positivo tra videogiochi e intelligenza appare evidente in questi vantaggi cognitivi. I videogame richiedono particolari abilità, fisiche o mentali, che sono diverse da giocatore a giocatore. Una persona dotata di una buona intelligenza spaziale eccellerà nei giochi di strategia. Al contrario, se possiede un’intelligenza linguistico-verbale superiore, nessuno la supererà in passatempi come Angry Words.

Tutti i videogiochi rendono più intelligenti?

Arrivati a questo punto, la domanda che apre questo paragrafo è quanto mai legittima. Forse qualcuno rimarrà deluso, ma la risposta è ovviamente “No!”. Semplicemente per il fatto che non tutti i videogame sono uguali e non tutti permettono uno sviluppo delle abilità cognitive personali.

In questo senso, vi consigliamo privilegiare i videogame che aumentano la vostra capacità di elaborare informazioni e risolvere problemi.

Ragazzo con cuffie gioca ai videogiochi

 

Un altro aspetto importante da considerare è l’età minima consigliata per determinati videogiochi. Il mancato rispetto dei limiti di età può influire sui possibili benefici. Lasciare che i bambini passino molto tempo davanti a giochi violenti può influenzare la loro percezione sociale, facendo sì che sviluppino disinteresse verso la realtà che li circonda. Tuttavia, ciò non accade sempre, in quanto devono sussistere altre variabili, come una evidente personalità aggressiva, un disturbo della personalità o un’educazione conflittuale.

Anche i giochi violenti possono stimolare l’intelligenza e diversi studi supportano questa ipotesi. L’importante è comprendere che si tratta di passatempi adatti alla sola popolazione adulta. È fondamentale possedere filtri e difese cognitive che permettano di discernere, sempre e perfettamente, la realtà dalla finzione.

Insomma, i videogame possono offrire numerosi vantaggi al fine di sviluppare determinate abilità. Ma ciò non significa che bisogna scartare le alternative analogiche (come lo sport o imparare a suonare uno strumento musicale). Tuttavia, il legame tra videogiochi e intelligenza può essere vantaggioso, purché esista un controllo genitoriale e sia associato ad altre attività di tipo ludico e didattico.


Questo testo è fornito solo a scopo informativo e non sostituisce la consultazione con un professionista. In caso di dubbi, consulta il tuo specialista.