Violenza in famiglia: quando i nemici sono in casa

A volte la famiglia può rappresentare il nostro più grande nemico. Ci sono genitori, fratelli o anche suoceri e cognati che ci criticano, ci umiliano e creano in noi un vuoto con lo scopo di invalidarci. Vi identificate in questa situazione?
Violenza in famiglia: quando i nemici sono in casa
Valeria Sabater

Scritto e verificato la psicologa Valeria Sabater.

Ultimo aggiornamento: 14 febbraio, 2023

La violenza in famiglia è una forma di aggressione. Si basa su continue critiche, umiliazioni, disprezzo e manipolazioni da parte di genitori, fratelli o altre figure nei confronti di un membro specifico.

Una simile dinamica condivisa quasi sempre dipende da un individuo alle cui azioni aderiscono alcuni membri della famiglia meno potenti.

Se è vero che quando parliamo di bullismo, visualizziamo quasi istantaneamente il cortile di una scuola o un ambiente di lavoro, c’è un altro scenario che spesso trascuriamo. Anche la famiglia molesta e umilia, e questo attacco psico-emotivo a volte può essere pari o più dannoso delle esperienze di bullismo scolastico.

Avere il nemico in casa significa non godere di riparo o sostegno. Crescere come la pecora nera o il brutto anatroccolo è traumatico e di rado il trauma viene correttamente affrontato in età adulta.

Avere uno o più intimidatori con lo stesso codice genetico significa dover affrontare situazioni di disagio anche se non si vive più nel nucleo familiare. Proviamo a descrivere più in dettaglio questa realtà.

L’impatto emotivo causato dalla violenza in famiglia può causare disturbi di salute fisica e mentale.

Figure ritagliate della famiglia che simboleggiano la violenza in famiglia.
Quando uno o più membri della famiglia ci molestano, alimentano le nostre insicurezze in modo da indebolirci mentalmente.

In cosa consiste la violenza in famiglia

Spesso diciamo che il modo più comune per evitare uno stalker è allontanarsi da quella presenza. Tuttavia, come ben sappiamo, questo non è sempre possibile.

Il bambino vittima di bullismo deve tornare a scuola ogni giorno. Il lavoratore che subisce mobbing deve rispettare la sua giornata lavorativa. E la persona vittima di violenza in famiglia trascorre molti anni in un ambiente dal quale le è impossibile scappare.

Oltre a ciò, a volte queste dinamiche aggressive si perpetuano anche quando la vittima ha già raggiunto l’età adulta. Perché il familiare “bullo” prende una vittima e intensifica il comportamento offensivo e umiliante. L’aspetto più grave è che di solito c’è alleanza o silenzio da parte degli altri membri.

Questa forma di violenza domestica non è nuova. È una realtà con una lunga tradizione spesso messa a tacere nella nostra società.

Bulli in famiglia: chi e come sono

Possono essere i genitori e persino i fratelli. Allo stesso modo, quando si inizia una relazione, può capitare che suoceri e cognati rivolgano critiche e umiliazioni costanti. In generale, la persona che maltratta un familiare presenta uno o più tratti molto specifici:

  • La sua aggressività si basa sulla parola.
  • Mostra un comportamento immaturo.
  • Usa le bugie per convincere anche gli altri membri.
  • Controlla la persona.
  • È vendicativa.
  • L’aggressore in famiglia può anche essere manipolatore.
  • Potrebbe agire per gelosia e invidia.
  • Può mostrarsi arrogante e narcisista.
  • Potrebbero verificarsi notevoli sbalzi d’umore.
  • È abile nel fraintendere tutto, nel cambiare ciò che la vittima fa o dice e la umilia.

La parentela non giustifica questo comportamento molesto. Prendere le distanze, interrompere i contatti e persino intraprendere le vie legali è del tutto lecito in questi contesti.

Come si manifesta la violenza in famiglia?

Essere vittima di violenza in famiglia può creare confusione da bambini, poiché si normalizzano determinate dinamiche. Tuttavia, crescendo ci si rende conto che certi comportamenti non solo leciti.

Questo perché feriscono, intimidiscono e privano di rispetto e benessere, dimensioni a cui tutti abbiamo diritto. I segnali di violenza sono molto vari, ma è necessario riconoscerli il prima possibile:

  • Si umilia la vittima per la sua persona, le azioni e le parole. Viene resa il brutto anatroccolo.
  • Si sminuisce.
  • La persona viene zittita e privata di importanza all’interno della famiglia.
  • Si adottano comportamenti di critica e di costante disprezzo rendendo la vittima nella pecora nera.
  • Si crea caos trasformando ogni conversazione in una discussione, assegnando colpe e pronunciando false affermazioni.
  • Ricatti e manipolazioni emotive.
  • Paragoni umilianti (tuo fratello è una persona migliore di te).
  • Superiorità, battute dannose e commenti umilianti.
  • È comune accusare la vittima di egoismo, di avere in mente solo i propri interessi.
Donna triste che pensa alla violenza in famiglia.
L’abbandono, la critica costante e l’isolamento psico-emotivo rivolti a un familiare hanno un impatto devastante.

Effetti psicologici

La famiglia prepotente si comporta come un animale territoriale. Molte volte il fratello, il cognato, la madre, il suocero o il padre molesti sono spinti dalla gelosia, da quell’invidia che cerca di espellere qualcuno dal nucleo familiare; indipendentemente dal legame. Come possiamo dedurre, l’impatto mentale e sociale è immenso.

Sono in aumento, di fatto, gli studi sugli effetti delle molestie domestiche. Per esempio, uno studio di ricerca condotto presso l’Universidad Central del Sur. La ricerca indica chiaramente che la violenza tra fratelli provoca profonda angoscia e disturbi dell’umore.

Sappiamo anche che più si protrae la situazione, maggiore è l’impatto sulla persona. Chi cresce in un ambiente disfunzionale tende ad adottare condotte autodistruttive.

Come rispondere alla violenza in famiglia

Nessuno ha il diritto di ferirci in alcun modo. È pienamente giustificato difendersi, rispondere il prima possibile e persino segnalare tali situazioni, indipendentemente dal fatto che il molestatore sia un familiare. Nessuno dovrebbe infondere paura e insicurezza, criticarci, ignorarci o annullarci come persone.

Stabilire limiti, salvaguardare le nostre emozioni, praticare la cura di sé, cercare figure di supporto valide e mantenere le distanze dai familiari aggressivi è la chiave del nostro benessere. La famiglia dovrebbe essere sempre un luogo di nutrimento, non un campo di battaglia.


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