Abilità non cognitive: cosa sono?

Le abilità non cognitive saranno fondamentali per il futuro. Risulteranno essenziali creatività, intelligenza emotiva, autocoscienza o capacità di comunicazione.
Abilità non cognitive: cosa sono?
Valeria Sabater

Scritto e verificato la psicologa Valeria Sabater.

Ultimo aggiornamento: 18 febbraio, 2023

Le abilità non cognitive definiscono un’ampia gamma di competenze come risoluzione dei problemi, consapevolezza, motivazione, perseveranza, lavoro di squadra, ecc.

Si tratta, secondo gli esperti in psicologia organizzativa, di competenze che saranno cruciali nel mercato del lavoro e nelle trasformazioni sociali che avverranno a breve.

La cosiddetta “quarta rivoluzione industriale”, un’era che è già iniziata e che punta sull’innovazione tecnologica. Tra qualche anno avremo bisogno di lavoratori altamente qualificati. E non ci riferiamo solo a persone con lauree e master. Il futuro apparterrà a chi padroneggia un buon numero di strategie psico-emotive, etiche e comportamentali.

Pertanto, e sebbene molti vedano una linea un po’ sfumata tra abilità cognitive e non cognitive, la verità è che le differenze sono evidenti. Conoscere le abilità non cognitive e introdurle nei piani di studio consentirà di formare generazioni preparate per le sfide future.

L’istruzione dovrebbe concentrarsi maggiormente sullo sviluppo precoce delle abilità non cognitive.

Mente illuminata da abilità non cognitive.

Cosa sono le abilità non cognitive?

Per molto tempo la formazione è stata sinonimo di consolidamento delle hard skill (conoscenze teoriche e procedurali di base per lo svolgimento di una serie di ambiti specifici).

Negli ultimi anni, tuttavia, questo approccio sta cambiando perché iniziamo ad aver bisogno di un altro profilo. In una società sempre più robotica, meccanizzata e digitalizzata, non basterà avere buone capacità cognitive per svolgere un determinato lavoro.

Saranno indispensabili, invece, risorse più trasversali in accordo con la prossima rivoluzione industriale. Le abilità non cognitive rappresentano il futuro e consistono in schemi di pensieri, sentimenti e comportamenti non legati solo al contesto lavorativo. Sono strumenti di vita (Borghans et al. 2008).

In sintesi, ci riferiamo ad abilità socio-emotive o comportamentali che non sono tratti di personalità fissi, ma che possiamo apprendere e sviluppare nel tempo.

Il lavoro di ricerca condotto presso l’Università di Padova mette in luce che le abilità non cognitive hanno effetti rilevanti sia sul rendimento scolastico sia sul mercato del lavoro. Risulta determinante promuoverle perché consentono di raggiungere un sano sviluppo cognitivo, emotivo e sociale.

Autocontrollo

L’autocontrollo è la capacità di controllarsi, di gestire pensieri, emozioni e comportamenti in generale. Ciò è possibile adottando una prospettiva globale e non solo tenendo conto del momento presente.

Abilità non cognitive: pensiero critico

In un mondo costellato di fake news e mezze verità, il pensiero critico funge da ancora di salvezza in una società sempre più complessa. Questo approccio consiste, come ha sottolineato il filosofo Francis Bacon, nel desiderio di cercare, nella pazienza di dubitare e nella volontà di meditare.

Il pensiero critico è una delle migliori abilità non cognitive. Definisce la disposizione a discernere tra argomentazioni grossolane e quelle brillanti, tra i dati che hanno valore e quelli che non apportano nulla. Così facendo, abbandoniamo pregiudizi e stereotipi, oltre alle falsità.

Capacità di risoluzione dei problemi

Migliori strategie di problem solving si traducono in salute mentale e potenziale umano. Agire in modo proattivo, essere creativi nel trovare soluzioni, mantenere una mente aperta e gestire lo stress significa avere a portata di mano un ottimo strumento di vita.

Perseveranza

La perseveranza è la capacità di rimanere saldi nel portare a termine gli obiettivi. Questa capacità, insieme alla precedente, genera buoni risultati nel perseguimento degli obiettivi.

È direttamente correlata all’autoefficacia: la convinzione che un compito può essere svolto con successo.

Abilità non cognitive: empatia

L’empatia è la capacità di mettersi nei panni degli altri, riconoscere e provare le sue stesse emozioni. Si tratta, forse, della più elementare abilità non cognitiva per sviluppare una sana socialità orientata al bene comune.

Richiede, tuttavia, impegno per essere sviluppata. Le persone che non gestiscono bene la loro empatia finiscono per soffrire di stanchezza a seguito dell’eccessiva compassione o prendono decisioni egoistiche per evitare il dolore.

Salute emotiva e intelligenza emotiva

All’interno delle abilità non cognitive, la salute e l’intelligenza emotiva sono decisive. Implicano, né più né meno, che saper capire le nostre emozioni e quelle degli altri per agire di conseguenza.

Saper regolare quello che proviamo in ogni momento e porre questi stati psicofisici a nostro favore media il nostro successo e il nostro benessere.

Abilità sociali

A cosa ci serve avere 5 dottorati e un curriculum brillante se non sappiamo, ad esempio, come comunicare con gli altri? Le abilità sociali ci permettono di integrarci, raggiungere obiettivi, difendere i nostri diritti, ecc. Tra le più importanti troviamo:

  • Assertività.
  • Abilità comunicative
  • Ascolto attivo.
  • Affrontare l’ostilità.
  • Autoaffermazione, difesa dei propri diritti.
  • Esprimere e ricevere critiche in modo sano.
  • Imparare a chiedere scusa.
  • Esprimere emozioni positive e negative.

Motivazione all’apprendimento e alla scoperta

Le abilità non cognitive sarebbero prive di significato senza motivazione. Questa dimensione psicologica è guida l’essere umano e comprende aree quali la curiosità, la passione, l’instaurazione di abitudini, il desiderio di imparare e scoprire, la capacità di migliorarsi e un lunga eccetera.

Abilità non cognitive: resilienza

Il futuro ci riserva grandi sfide che potrebbero causare fallimenti, frustrazioni e delusioni. In seno a questa complessità, nulla sarà decisivo come essere resilienti e rialzarsi imparando dagli errori e dalle esperienze avverse.

La resilienza consiste nel vedere l’opportunità in mezzo alle difficoltà, un’abilità non cognitiva che tutti dobbiamo sviluppare.

I colleghi parlano di abilità non cognitive.

Autostima

L’autostima si riferisce alla valutazione soggettiva dell’immagine di sé. Questa varia nel corso della vita e sia i fattori esterni (successo o fallimento) sia i fattori interni (percezione di sé, ad esempio) interagiscono per modulare i livelli di autostima.

Etica del lavoro e responsabilità della comunità

Comprendiamo l’etica del lavoro come un valore essenziale che migliora la convivenza negli ambienti di lavoro. Vuol dire imparare a rispettare i colleghi, essere responsabili, impegnati e onesti.

Allo stesso modo, queste abilità non cognitive possono aumentare se si acquisisce un impegno nei confronti della società.

Questo impegno implica l’autentico desiderio di migliorarla, di contribuire al suo avanzamento, di cercare l’armonia nella comunità o la giustizia.

Come sviluppare le abilità non cognitive?

Anche le abilità non cognitive possono essere sviluppate nel corso della vita: è una corsa a lunga distanza da affrontare consapevolmente. Alcune strategie utili al riguardo sono:

  • In campo educativo, istituire assemblee in cui gli studenti possono esprimere la loro opinione e proporre miglioramenti nelle loro classi.
  • Role play: svolgere un ruolo in una situazione immaginaria. In questo modo si adottano le condotte più appropriate in ogni scenario.

Conclusioni

Tra le competenze lavorative e di vita che dovremmo promuovere nelle nuove generazioni ci sono anche queste abilità così necessarie e appaganti.

Molte potranno svilupparle e perfezionarle nel tempo, ma prima piantiamo questi semi nella mente dei bambini, prima daremo forma a una società più capace, impegnata e brillante.


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