Accidenti cerebrovascolari: cause e tipi

Accidenti cerebrovascolari: cause e tipi
Sara Clemente

Scritto e verificato Psicologa e giornalista Sara Clemente.

Ultimo aggiornamento: 22 dicembre, 2022

Le patologie cerebrovascolari sono le più frequenti malattie cardiovascolari, circa il 50% del totale. Sono la terza causa di morte nel mondo, dopo le malattie cardiache e il cancro. Tra queste troviamo gli accidenti cerebrovascolari, noti anche come ictus o apoplessie.

Questi disturbi, causati da un’acuta condizione morbosa dei vasi sanguigni, causano delle alterazioni neurologiche. Il cervello è irrorato dal sangue e quando il flusso sanguigno si interrompe, anche per pochi istanti, si verifica nella zona interessata un danno neuronale. Se persistente, porta alla necrosi dei neuroni, provocando lesioni irreversibili.

A seguire descriviamo più in dettaglio gli accidenti cerebrovascolari.

Come individuare un danno da malattia cerebrovascolare?

Gli accidenti cerebrovascolari possono essere rilevati  innanzitutto  con un esame radiologico; ad esempio, una TAC o una risonanza magnetica possono fornire molte informazioni sulle strutture cerebrali danneggiate.

È altrettanto importante sottoporsi a una visita neurologica; questa permette di ottenere dati non rilevabili per mezzo di una prova radiologica, ad esempio eventuali modifiche del comportamento o delle funzionalità.

Entrambi gli esami sono necessari per una diagnosi completa e accurata.

Attività neuronale al microscopio

Caratteristiche degli accidenti cerebrovascolari o ictus

Il termine ictus comprende un gruppo eterogeneo di disturbi in cui un fenomeno vascolare produce una lesione cerebrale. L’accidente cerebrovascolare provoca l’interruzione del flusso sanguigno in una parte del cervello. Tale mancanza di ossigeno, se prolungata, causa una lesione o la morte del tessuto cerebrale nella zona interessata.

L’incidenza di questo disturbo è aumentata negli ultimi decenni, soprattutto a seguito di una diagnostica più precisa mediante le tecniche di neuroimaging. Anche lo stile di vita ha contribuito a questo aumento.

I principali fattori di rischio sono tutte quelle condizioni che facilitano l’accumulo di grassi nei vasi sanguigni, la loro calcificazione o una perdita di flessibilità, come ipertensione, colesterolo alto, diabete o fumo. È più frequente dopo i 60 anni.

Come si manifestano gli accidenti cerebrovascolari?

L’ictus in genere non è doloroso e i suoi sintomi sono transitori, motivo per cui spesso non viene diagnosticato. Le conseguenze di un ictus si manifestano di solito sul lato opposto dell’emisfero colpito; ad esempio, se la riduzione o interruzione del flusso sanguigno è avvenuta nella parte destra del cervello, le conseguenze si noteranno sulla metà sinistra del corpo.

È accompagnato, inoltre, da debolezza o intorpidimento in metà del corpo (a livello di viso, braccia, gambe…). Talvolta si verifica un’improvvisa perdita della vista (parziale o totale, in uno o entrambi gli occhi) e difficoltà di linguaggio e comprensione.

Viso normale e viso colpito da ictus a confronto

Tipi di accidenti cerebrovascolari

Gli accidenti cerebrovascolari producono un’interruzione del normale flusso sanguigno al cervello e possono essere causati da ostruzione (ictus ischemico) o emorragia (ictus emorragico).

Ictus ischemico (ostruttivo)

L’ictus ischemico è la forma più frequente di patologia cerebrovascolare. La causa è un insufficiente apporto di sangue dovuto a ostruzione di un vaso sanguigno. Un coagulo presente in circolo e in direzione del cervello si ancora in un punto dell’arteria, provocando un’ostruzione. Un minor afflusso di sangue comporta un minor apporto di ossigeno, quindi un danno locale.

Alla base di un ictus ischemico possono essere presenti due fenomeni, la trombosi o l’embolia.

  • Trombosi: un coagulo di sangue, sovrapposto a un ateroma (una placca di grasso solidificato), restringe un vaso sanguigno cerebrale.
  • Embolia: un coagulo o un frammento di trombo, trasportato attraverso il flusso sanguigno, occlude un’arteria distale.

Ictus emorragico

Il tasso di mortalità degli ictus emorragici è superiore a quello degli ictus ischemici, con un decesso nel primo mese del 30-50% dei soggetti.

La gravità dell’accidente, in questo caso, è maggiore perché l’emorragia stessa è un sintomo. La causa è la rottura della parete indebolita di un’arteria. I meccanismi che producono la rottura di un vaso sanguigno sono essenzialmente due: aneurisma e ipertensione.

  • Aneurisma: è la dilatazione localizzata della parete di un’arteria dovuta a debolezza congenita. Di conseguenza, il sangue inizia a riempire lo spazio subaracnoideo e, poiché il cranio non ha un volume flessibile, la pressione intracranica aumenta. Produce gravi conseguenze.
  • Ipertensione: aumenta il rischio di emorragia intracerebrale: il sangue fuoriesce, esercita una pressione sul tessuto circostante e inizia a danneggiare varie aree. La mortalità è dell’80% e vi è il rischio di entrare in stato vegetativo.
cervello con punto rosso a rappresentare l'ictus

Gli accidenti cerebrovascolari rappresentano una delle malattie più frequenti in Italia, con circa 196 mila casi ogni anno. La prevalenza è quasi del 6% negli uomini tra i 64 e i 70 anni, la metà per le donne, per diventare simile dopo i 70 anni.


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