ACT per l'ansia quando l'esposizione non è sufficiente
I disturbi d’ansia hanno una prevalenza crescente praticamente in tutti gli strati della società. Data la crescente domanda è comune interrogarsi sull’opzione più efficace. Presentiamo l’approccio ACT per l’ansia in un momento in cui tutto gli altri non sembrano altrettanto valiti.
Lo scopo della terapia dell’accettazione e dell’impegno, o ACT, è aiutare il paziente a imparare a vivere in modo completo e significativo. La soppressione del disturbo, in questo caso l’ansia, cessa di essere così rilevante.
L’ACT è una terapia che mira a cambiare il modo in cui la persona affronta la vita. Ciò si ottiene riducendo i livelli di sofferenza, accrescendo la sua vitalità e voglia di andare avanti ricorrendo ai valori in cui crede.
Si riassume nel discutere, conoscere e lavorare sugli obiettivi della persona senza generare dissonanza con i propri valori.
Gli obiettivi specifici dell’ACT per l’ansia
- Accettare se stessi e gli altri. Il paziente deve accettare la realtà dei fatti per andare avanti. Per esempio, per affrontare il lutto dovrà accettare la perdita. D’altra parte, è utile intendere i punti deboli come opportunità o sfide per migliorare e non come fonte di amarezza.
- Scegliere una direzione coerente con desideri e bisogni. Indipendentemente dal disturbo, in questo caso l’ansia, è importante il lavoro svolto con il paziente, tenendo conto dei suoi valori. In questo senso, seguire valori non propri può generare grande disagio.
- Impegnarsi a compiere azioni per dirigersi nella direzione concordata. Una volta scelti i valori più rilevanti, può essere il benessere di un bambino, il raggiungimento di obiettivi sul lavoro, lo sviluppo scolastico o la coltivazione della mente. Le azioni, legate o meno al disturbo, devono sempre essere orientate verso i valori stabiliti.
Il problema centrale delle terapie cognitivo-comportamentali
Proporre l’ACT nasce dall’inefficacia di altri modelli volti a correggere l’ansia. Lo scopo è rendere la persona in grado di gestire i momenti di ansia, dandole gli strumenti per riuscirci.
Si instaurano anche dibattiti socratici e si propone una ristrutturazione cognitiva per migliorare gli automatismi con cui la persona si relaziona al mondo, relazione che può essere alterata da schemi cognitivi disfunzionali e pensieri irrazionali.
Lo scopo finale non è porre fine all’ansia, ma lavorare con la persona in modo che il suo rapporto con gli eventi cambi. A seguito di ciò, l’ansia di solito si attenua.
EPR o esposizione con prevenzione della risposta
Una tecnica viene adottata specificamente per abbassare i livelli di ansia, avviare processi di assuefazione e test di realtà. Questa tecnica è l’esposizione con prevenzione della risposta, o EPR, che cerca di eliminare i comportamenti, mentali o fattuali, che prolungano l’ansia nel tempo.
Il problema con l’ERP è che, sebbene abbia un impatto clinicamente significativo, è anche una tecnica con alti tassi di rigetto e abbandono. Circa il 25% abbandona e tra il 5 e il 22% si rifiuta di parteciparvi. Ciò perché questa tecnica può generare sensazioni intense e spiacevoli che richiederanno motivazione e supporto sociale.
Per questo motivo, l’ACT per l’ansia e il suo approccio all’ansia come disturbo da evitamento esperienziale diventa una buona opzione quando la soppressione dell’ansia è complicata.
Benefici dell’ACT nel trattamento dell’ansia?
È importante ricordare che “accettazione” significa anche apprezzare ciò che non può essere cambiato – o almeno non in quel momento – e ottenere un miglioramento negli aspetti della vita in cui c’è spazio per agire. Vivere gli eventi senza difendersi, senza pensare, senza evitare.
Gli elementi che Eifert e Forsyth (2014) espongono come utili nell’ACT per l’ansia sono:
- Riformulazione del contesto clinico: il principale problema della terapia tradizionale è che subordina la riduzione dei sintomi al vivere pienamente. Se prima non si riducono i sintomi, in questo caso quelli associati all’ansia, la qualità della vita difficilmente migliorerà. Con l’ACT, le dinamiche non sono le stesse e la soppressione dei sintomi è alquanto irrilevante per il raggiungimento degli obiettivi.
- Obiettivi più flessibili e di trattamento. L’obiettivo è molto più ampio, nel caso di obiettivi concreti è facile provare tristezza o impotenza quando non vengono raggiunti. Quello che si vuole ottenere con l’ACT per l’ansia è porre fine agli stili di vita che allontanano la persona dai suoi valori.
- Ricontestualizzare: L’obiettivo diretto non è la riduzione dell’ansia —sebbene sia sicuramente intrapresa dai meccanismi che operano nell’esposizione. Potrebbe non esserci stata una riduzione di quell’ansia, ma la terapia potrebbe aver avuto successo.
- Modalità di raccolta delle informazioni: viene promulgato il ricorso a interviste cliniche non strutturate e non basate su diagnosi. Etichettare un disturbo o un altro è un’arma a doppio taglio che può riempire la persona di pregiudizio e stigma. L’ACT si occupa dei processi essenziali e generali delle esperienze anormali di paura e ansia e di disturbi non specifici e altamente differenziati.
Conclusioni, l’ACT è utile per l’ansia?
L’ACT è una variante terapeutica che può essere utile per il trattamento dei disturbi d’ansia. È, a sua volta, un approccio complicato in cui devono essere presi in considerazione fattori come la disperazione creativa, l’accettazione e la disposizione del paziente.
Gli studi sull’ACT per l’ansia sembrano promettenti. Comunque sia, è una terapia che cerca di risolvere i problemi posti dall’EPR senza rinunciare a tutto il suo potere. È, quindi, un esempio che tutte le correnti terapeutiche possono sommarsi per raggiungere il risultato sperato.
In questo caso, il miglioramento della qualità di vita della persona senza aggredire direttamente l’ansia, cercando invece di ridurla in conseguenza dei cambiamenti introdotti.
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Eifert, G.H. y Forsyth, J. (2014). El equilibrio entre aceptación y cambio (cap. 5). En: La terapia de aceptación y compromiso para trastornos de ansiedad. Bilbao: Ed. Mensajero.