Affaticamento continuo, da cosa dipende?

Le persone che soffrono d'ansia tendono ad accusare un perenne affaticamento che limita molto le loro vite. La causa alla base di questo fenomeno è ben nota. Ne parliamo in questo articolo.
Affaticamento continuo, da cosa dipende?
Valeria Sabater

Scritto e verificato la psicologa Valeria Sabater.

Ultimo aggiornamento: 15 novembre, 2021

Sono tante le persone che si chiedono perché si prova un affaticamento continuo durante un periodo difficile, di lotta psicologica. Il corpo sembra pensante, i muscoli fanno male, si sente una certa pressione sul petto e non vi è ora in cui non si provi il bisogno di sedersi un attimo per recuperare le energie (e l’entusiasmo). Perché succede? Cosa spiega questo fenomeno?

Questa realtà è oggetto di studi sin dall’inizio del XX secolo e, per essere precisi, dalla Prima Guerra Mondiale. Molti soldati che facevano rientro dal fronte non presentavano solo ferite sul corpo, soffrivano di disturbi di ansia e depressione. Oltre ai problemi psicologici, faceva capolino un altro sintomo: un affaticamento estremo e continuo.

All’epoca, i medici chiamarono questo fenomeno “stress da combattimento”. Oggi, a distanza di tempo, conosciamo molto meglio questa realtà clinica e tutti i meccanismi biochimici e fisiologici che si presentano insieme a questo stato psicologico. 

Donna con mal di testa e stanchezza.

Affaticamento continuo e cause da tenere in considerazione

La stanchezza ha due origini: o è il risultato di uno sforzo fisico prolungato nel tempo oppure è la risposta a una condizione psicologica. Molto probabilmente il secondo caso potrebbe sembrare strano a più di una persona. Eppure, i dati in ambito professionale, per esempio, parlano chiaro.

Nel corso di uno studio condotto presso il dipartimento di psichiatria dell’Università di Manitoba, in Canada, è stato analizzato un aspetto interessante. L’impatto della depressione e dei disturbi dello spettro dell’ansia sul mondo del lavoro è ingente. Una delle dimensioni più spesso associate al congedo per malattia è proprio lo stress; sono molte le persone incapaci di concentrarsi e di essere produttive.

Non solo, spesso non riescono a condurre una vita normale. Le attività che prima amavano, come uscire a fare una passeggiata, adesso richiedono sforzi ed energie eccessive. Perché succede? Ecco le cause più comuni.

Ansia e adrenalina: l’attivazione fisica senza sosta

Stress e ansia dipendono da un aumento del rilascio di adrenalina e di noradrenalina. Questi due ormoni hanno uno scopo: aiutarci a reagire o a scappare dinnanzi a una minaccia.

Il battito cardiaco e il ritmo respiratorio aumentano e così la pressione arteriosa e la secrezione di cortisolo. In circostanze normali questa reazione è di breve durata. Una volta sparita la minaccia, l’organismo ripristina i suoi valori.

Eppure, quando l’ansia si prolunga nel tempo (e la minaccia non è specifica) la continua presenza di questi ormoni nell’organismo può avere diversi effetti; ecco che compaiono affaticamento, cefalea, disturbi digestivi, tachicardia.

In linea di massima, quando una persona soffre di un disturbi d’ansia, l’affaticamento continuo non è l’unico sintomo accusato. Ciò è conseguenza di un organismo e una mente sempre attivi, pronti a reagire a qualcosa. Come possiamo immaginare, è molto stancante.

I muscoli sono i più colpiti

Chi soffre d’ansia per lungo tempo o l’ha provata a un certo punto della propria vita, sa di cosa parliamo. Questa condizione psicologica trasforma il corpo in una pesante lastra: le gambe fanno male, le braccia riescono a stento a sostenere il peso e la schiena e il collo sono altri due punti particolarmente problematici.

L’ansia colpisce particolarmente i muscoli, e questo perché il cervello invia alla muscolatura buona parte dell’energia per reagire e produrre una reazione di fuga o di lotta. La tensione che si accumula per giorni finisce per manifestarsi sotto forma di dolore o affaticamento.

Forse anche il cervello ci sta inviando un messaggio

Se vi state chiedendo perché si prova un affaticamento continuo quando si è in ansia, dovete considerare un dettaglio: forse il corpo ci sta mandando dei segnali. Potrebbe trattarsi di un meccanismo di difesa del cervello, che emette un segnale di risposta di stanchezza diffusa magari per fermarci, per obbligarci a fermarci.

A questo punto bisogna tenere conto di un dettaglio: la stanchezza dovuta all’ansia non passa dormendo trenta ore di fila. Questa risposta di fatica generalizzata emessa dal cervello ha anche lo scopo di farci fermare e riflettere. Cambiare abitudini, stabilire priorità, gestire le emozioni, risolvere i problemi di ieri e di oggi sono i modi giusti per riuscirci.

Uomo che prova un affaticamento continuo.

Affaticamento continuo e ansia: non escludete anche fattori di natura organica

Sappiamo che l’ansia è accompagnata da diverse manifestazioni psicologiche e organiche: costante preoccupazione, difficoltà di concentrazione, disturbi del sonno, mal di stomaco e fatica fisica. Bisogna, tuttavia, evitare di dare per scontato che questo affaticamento continuo sia l’evidente conseguenza di una certa condizione psicologica.

Si consiglia, piuttosto, di chiedere un consulto medico per indagare sulle cause. Molto spesso questa stanchezza può essere anche dovuta a malattie della tiroide, anemia, ecc.

Nel caso in cui venga rilevato un disturbo d’ansia, si consiglia di farsi seguire dallo psicologo e contare sulla supervisione del medico di famiglia. Quando il corpo parla, non dobbiamo solo ascoltarlo, dobbiamo anche dargli le risposte di cui ha bisogno.


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  • Enns W. William, Bernstein. Charles (2018) The association of fatigue, pain, depression and anxiety with work and activity impairment in immune mediated inflammatory diseases. Plos One. doi: 10.1371/journal.pone.0198975

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