Alprazolam: usi ed effetti collaterali

Alprazolam: usi ed effetti collaterali
Valeria Sabater

Scritto e verificato la psicologa Valeria Sabater.

Ultimo aggiornamento: 15 novembre, 2021

L’alprazolam è il principio attivo più prescritto per trattare gli stati di ansia, gli attacchi di panico o lo stress intenso. Forse il suo nome commerciale, Xanax, vi è più familiare; nonostante ciò, si tratta di uno psicofarmaco che causa effetti intensi, ma il cui uso e somministrazione devono essere gestiti in modo accurato per evitare la tolleranza e le dipendenze.

Abbiamo sentito parlare tutti dello Xanax. Tuttavia, in certi casi tralasciamo quei piccoli aspetti che, invece, sarebbe conveniente tenere in considerazione. In primo luogo, bisogna sottolineare che si tratta di una benzodiazepina ad azione intermedia. Questo significa che il suo effetto è relativamente immediato, il che è molto utile quando, per esempio, veniamo colti da un attacco di ansia o di panico.

Un altro dettaglio che rende l’alprazolam utile e interessante è dato dalle sue proprietà antidepressive e rilassanti. Ebbene, questo farmaco è un ansiolitico, vale a dire, non può essere prescritto in modo esclusivo per curare i disturbi depressivi, ma può essere assunto in caso di crisi di stress, nevrosi e ansia che presenta tratti di depressione.

Si tratta senz’altro di una opzione farmacologica utile ed efficace, ma con alcuni effetti collaterali inevitabili che è utile conoscere.

Una donna triste con un fazzoletto

Che cosa è esattamente l’alprazolam?

L’alprazolam è il principio attivo dei farmaci commercializzati sotto il nome di Trankimazim o Xanax. In generale, ogni compressa contiene 0,5 mg di questo elemento. Per il resto componenti che compongono ogni pastiglia sono il lattosio monoidrato, la cellulosa microcristallina, l’amido di mais, il diottilsolfosuccinato di sodio (85%) con benzonato di sodio (15%), diossido di silice colloidale, magnesio stearato, etc.

Bisogna sottolineare anche che l’alprazolam è stato sintetizzato per la prima volta da Upjohn Laboratories (adesso parte di Pfizer) negli anni ’60 e come alternativa ai barbiturici, che come sappiamo già creano forte dipendenza e presentano seri effetti collaterali. Tuttavia, si iniziò a vendere l’alprazolam come farmaco solo nel 1981, quando venne approvato per trattare gli attacchi di panico. L’esito fu immediato, tant’è che al giorno d’oggi è la benzodiazepina più prescritta al mondo.

In quali casi viene prescitto l’Alprazolam?

Natalia prende l’alprazolam da sei anni. Non lo fa in modo continuativo, ma in determinati momenti, quando l’ansia la blocca talmente tanto da non reagire né pensare, quando viene colta da un attacco di panico o quando sente che lo stress le impedisce di lavorare o persino di rendersi responsabile per i propri figli.

Tutto ebbe inizio con la morte di suo padre, un fatto inaspettato e traumatico che non è ancora riuscita ad accettare. Il suo medico di base, visto il suo stato, le prescrive il Trankimazin a una condizione: può consumarlo solo in certi stati critici, ma mai in modo continuativo. Questo è solo un esempio dei molti casi nei quali l’alprazolam è utile e compie la sua funzione. Vediamo tuttavia, tutti i suoi usi:

  • Trattamento dei disturbi di ansia.
  • Attacchi di panico.
  • Stress psicosociale o disturbi adattivi.
  • Disturbo ansioso-depressivo.
  • Fobia sociale.

Meccanismo di azione dell’alprazolam

L’alprazolam viene assorbito nel tratto gastrointestinale. È caratterizzato da un’azione rapida iniziale e una biodisponibilità dall’80 al 90%. Viene metabolizzato nel fegato ed eliminato attraverso l’urina. Inoltre, di solito i medici prescrivono ai propri pazienti dosi che vanno dagli 0,25 mg agli 0,5 mg per tre volte al giorno. 

D’altro canto, è importante ricordare che il meccanismo di azione delle benzodiazepine è quasi sempre lo stesso: agiscono sui ricettori GABA. Dunque, l’alprazolam è caratterizzato da una struttura particolare, molto simile a quella degli antidepressivi triciclici. Tutto ciò provoca un effetto sedativo, ipnotico e anticonvulsivante, oltre che ad avere un potenziale più che notevole per ridurre l’ansia. Una benzodiazepina con un’alta potenzialità e un’eliminazione rapida.

Molti psicofarmaci

Quali effetti collaterali possiede?

L’alprazolam, come tutti i farmaci, e sopratutto come tutti gli psicofarmaci, presenta degli effetti collaterali. Il trattamento con questo ansiolitico deve essere il più breve possibile, l’ideale sarebbe non superare mai le 12 settimane (includendo in questo periodo di tempo, il tempo di sospensione del consumo del farmaco).

Sarà sempre il medico di base o lo psichiatra a esprimere un giudizio sulla situazione, dirà se è opportuno aggiungere altri farmaci al trattamento, ridurre la dose o iniziare già la fase progressiva di interruzione del consumo dell’alprazolam (ricordiamo che un’interruzione brusca è altamente controproducente).

Vediamo qui di seguito gli effetti collaterali associati a questo psicofarmaco.

Effetti collaterali più comuni

  • Sonnolenza.
  • Mal di testa.
  • Stitichezza.
  • Diarrea.
  • Bocca secca.

Effetti più avversi

  • Alterazione della coordinazione.
  • Aumento o diminuzione dell’appetito.
  • Sensazione di fatica.
  • Diminuzione della memoria.
  • Ansia e aumento del ritmo cardiaco.
  • Insonnia.
  • Stordimento, difficoltà di concentrazione.
  • Nausea, vomito o diarrea.
  • Sbalzi frequenti del desiderio sessuale.
  • Irregolarità mestruali.
  • Ritenzione urinaria.
Una donna stanca

Quali controindicazioni presenta l’alprazolam?

L’alprazolam non è consigliato per tutta la popolazione, ci sono casi eccezionali che il professionista di salute deve tenere in considerazione:

  • I pazienti con glaucoma ad angolo chiuso non potranno seguire un trattamento con questo farmaco.
  • Nemmeno le persone con malattie nelle vie respiratorie, con insufficienza respiratoria o renale potranno assumere l’alprazolam come farmaco per l’ansia.
  • Non dovrebbe essere assunto durante la gravidanza e l’allattamento.

Per concludere, è doveroso segnalare che, anche se l’alprazolam è efficace per il trattamento a breve termine degli stati di ansia, gli psicofarmaci non sono la soluzione definitiva. Integrarli con la terapia psicologica è senz’altro il modo migliore di risolvere il problema alla radice.


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