Anche i figli possono essere tossici

Anche i figli possono essere tossici

Ultimo aggiornamento: 14 giugno, 2017

I piccoli di casa a volte sono ribelli e ci vorrà molto lavoro affinché si adattino alle regole e le rispettino. Tuttavia, a volte i figli provocano seri problemi ai propri genitori, i quali si vedono sopraffatti e stremati dalle condotte da loro adottate. Quando il rapporto tra genitori e figli è deteriorato, forse ci troviamo in presenza di figli tossici, anche conosciuti come tiranni.

La casa diventa un ambiente ostile nel quale i genitori sudano sette camicie già solo oltrepassando la soglia di casa. Sanno che oltre essa vi sarà un figlio esigente, tiranno ed ostile, che proverà a sottometterli affinché facciano quello che vuole. Più i genitori cercheranno di imporsi, più il figlio si metterà sulla difensiva.

Figli tossici: come riconoscerli?

È necessario non confondere i figli tossici con quelli che adottano condotte tipiche della loro età e frutto di una ribellione del tutto naturale. A tale scopo, vi sono alcune caratteristiche che, se si presentano, bisogna sradicare subito; i limiti sono fondamentali per evitare che i figli diventino veri e propri tiranni. In questo senso, ci sono limiti flessibili e detta flessibilità, però, deve sempre avere un punto nel quale compaia la rigidezza.

Tra i primi atteggiamenti da limitare vi sono quelli di sfida, quelli che inducono i genitori ad entrare in un gioco fatto di continua aggressività ed ostilità. La violazione delle regole, il mancato compimento delle punizioni e dei compiti sono segnali d’allerta da tenere in considerazione.

È altrettanto necessario aprire gli occhi dinanzi a qualsiasi segnale dato dal figlio di voler controllare o dare ordini ai genitori. Bisogna intervenire sin dalla prima insinuazione di tale condotta; ad esempio, non dobbiamo lasciar decidere ai nostri figli a che ora mangiare o quando guardare la televisione perché, altrimenti, andranno su tutte le furie o romperanno qualcosa. Ulteriori segnali d’allerta che non dobbiamo ignorare sono gli atteggiamenti capricciosi, la mancanza di empatia verso gli altri, la bassa tolleranza alla frustrazione e la tendenza a manipolare al fine di raggiungere i propri obiettivi.

I figli tossici sono frutto di una scarsa educazione durante la quale sono stati viziati, non sono stati messi limiti, si è ceduto ai loro ricatti e si è permesso ai più piccoli di ostentare un potere che, per età e maturità, non corrisponde loro. I genitori hanno il potere e i figli vogliono impadronirsene, essere più indipendenti, ciò crea una tensione alla quale molti genitori soccombono perché si sentono incapaci di sostenerla. Allora, cedono e il compito passa da difficile a molto complicato, da aver bisogno di un chilo di energia a richiederne una tonnellata.

Molte volte i colpevoli sono i genitori

Nella maggior parte dei casi i colpevoli della tossicità presente nei bambini sono proprio i genitori, per quanto sembri duro. Questo perché li hanno viziati nell’intento di proteggerli in eccesso, perché non hanno posto limiti, perché si sono creduti loro amici e perché non hanno passato del tempo di qualità con loro e il risultato è devastante.

Tuttavia, tutto questo ha soluzione. Una soluzione più complicata di prima, certo, che richiederà una maggiore intelligenza e, in molti casi, l’aiuto di un professionista competente che aiuti i genitori ad imporre i limiti e fornisca loro strategie per imporli. Limiti adatti alla situazione, al livello di maturità del bambino ed inizialmente rivolti a condotte concrete.

In questo modo, si inizieranno ad imporre limiti chiari e coerenti che non potranno essere messi in discussione né ignorati. È importante non cerare di far rispettare tali limiti a base di premi, bensì rinforzandone il compimento tramite il riconoscimento sociale, ad esempio.

Farlo tramite premi oppure offrendo ricompense, potrebbe avviare una nuova forma di manipolazione da parte dell’adolescente, che rispetterebbe i limiti solo in presenza di una previa promessa di bottino. Devono imparare che non deve esserci sempre una motivazione estrinseca per le condotte da assumere, che in numerose occasioni il beneficio delle stesse risiede nel poterle realizzare. Ad esempio, aiutare qualcuno e sentirsi utile, un beneficio che molto difficilmente intuiranno, dunque l’ideale è che lo provino.

Senza alcun dubbio, sarà fondamentale concentrarsi sugli aspetti positivi e migliorare la comunicazione con loro. In questo modo, potremo conoscere l’origine dell’atteggiamento che hanno. Forse sono feriti dalla nostra eccessiva assenza e il loro modo di comportarsi è un modo personale di punirci. Dobbiamo comunicare con i nostri figli e comprenderli… comprendere non ha nulla a che vedere con l’essere genitori permissivi.

Quando bisogna gestire un figlio tossico, l’aspetto più importante è non perdere il controllo. A causa delle nostre responsabilità e delle nostre preoccupazioni, ignoriamo i bisogni dei bambini, che richiedono affetto, dolcezza e tempo di qualità. Quando si comportano male per attirare l’attenzione o come conseguenza di un’educazione lacunosa, cosa facciamo? Li puniamo ancora di più con rimproveri, recriminazioni e frasi taglienti oppure passiamo all’estremo opposto e ne rafforziamo la condotta dando loro in quel preciso momento quello che chiedono.

Con pazienza, amore ed affrontato le sfide, affascinanti al tempo stesso, richieste dall’educazione di un bambino, potremo allontanare questa tossicità che contagia molti bambini quando hanno più potere di quello che spetta loro. Lo vorranno, ma il nostro compito è mantenerlo anche se tornare stanchi dal lavoro o se non abbiamo alcuna voglia di sopportare un capriccio. È in seno a queste prime lotte che inizierà a configurarsi il destino delle discussioni che avremo con loro una volta adolescenti.

Immagine per gentile concessione di Nicoletta Ceccoli


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