Ateismo: cosa ne sappiamo?

La libertà di culto è stata forse una delle più difficili da ottenere, e non è un diritto universale. In questo articolo parliamo dei diversi tipi di ateismo e delle loro implicazioni.
Ateismo: cosa ne sappiamo?
Cristina Roda Rivera

Scritto e verificato la psicologa Cristina Roda Rivera.

Ultimo aggiornamento: 13 febbraio, 2023

L’ateismo è la negazione dell’esistenza di Dio o di un essere divino. Sembra facile, no? Se pensate che la questione si riduca a una distinzione tra atei e credenti, dovrete ricredervi. Ne esistono varie forme, infatti “non credere” non è uguale per tutti; soprattutto, non tutti seguono lo stesso modello di ateismo per tutta la vita.

Questa eterogeneità potrebbe dipendere alla paura di ogni ateo di adottare le medesime condotte dei credenti. Nonostante possa sembrare offensivo, si tratta piuttosto di un rifiuto verso qualsiasi posizione dogmatica o estrema.

Tuttavia, è difficile che l’ateismo assuma le vesti di fondamentalismo religioso, così come lo conosciamo. In genere, la lotta dell’ateismo persegue l’idea di una società laica, in cui la religione abbia lo stesso valore del credere a Babbo Natale.

In altre parole, una credenza priva di base scientifica, ma che non deve assumere valore negativo se intesa per quello che è: una credenza. Uno stato laico è quello in cui è permesso scrivere, paragonare senza essere offensivi. In una società confessionale o religiosa, invece, potrebbe essere rischioso persino scrivere questo articolo.

Uomo davanti al tramonto

Le numerose sfumature dell’ateismo

Filosofi come Antony Flew e Michael Martin distinguono tra l’ateismo positivo (forte) e l’ateismo negativo (debole). Il primo afferma coscientemente che Dio non esiste; il secondo non afferma l’assenza di un dio, ma è piuttosto uno stato di incredulità.

Ateismo positivo è un termine generico usato per descrivere gli atei che considerano come verità la premessa per cui “Dio non esiste”. L’ateo positivo, in altre parole, si preoccupa di accompagnare l’affermazione che Dio non esiste con delle prove. L’ateo negativo afferma di non credervi, ma non intende confutare il contrario.

L’agnosticismo, d’altra parte, afferma che non è possibile sapere se Dio esista o no, poiché non abbiamo le conoscenze necessarie per affermare una cosa o l’altra. Alcuni pensano che l’agnostico sia un ateo codardo.

Non possiamo sostenere a spada tratta l’idea per cui l’uomo possiede necessarie risorse razionali per distinguere Dio dal mondo immaginario, come le fate o le sirene. Al tempo stesso non possiamo smentire in modo deciso che Dio non esista in un mondo reale e obiettivo.

La distinzione tra i diversi significati ci permette di capire meglio le ragioni che reggono le diverse sfumature dell’ateismo. Ogni argomento, tuttavia, può servire a giustificare una forma di ateismo e non un’altra. In tutto il mondo si conta fino a un miliardo di atei, sebbene lo stigma sociale, la pressione politica e l’intolleranza rendano difficile una stima precisa.

Le ragioni dell’ateismo

Giustificare l’ateismo, quindi, può seguire più di un percorso. Esistono dispute a non finire sulle informazioni a nostra disposizione e su come debbano essere interpretate. Senza contare le preoccupazioni meta-epistemologiche più ampie sui ruoli di argomento, ragionamento, credenze e religiosità nella vita dell’uomo.

L’ateo spesso non solo afferma che il fatto che Dio non esista è supportato da prove, ma difende la necessità, più in generale, di fondare le nostre credenze sulle evidenze.

Gli atei da sempre sostengono l’irrazionalità del culto religioso, ovvero credere nell’esistenza di un essere soprannaturale perché non si hanno prove del contrario. Né considereremmo ragionevole una persona che crede di avere il cancro poiché non ha prove del contrario.

È logico un dibattito su Dio?

  • Esistono numerose posizioni dell’ateismo; per esempio, un insieme di deduzioni note anche come esercizi di ateologia deduttiva volti a concludere che l’esistenza di Dio è impossibile.
  • Un altro nutrito gruppo di argomenti, importanti e decisivi, può essere raccolto sotto il nome di ateologia induttiva. Queste idee probabilistiche invocano considerazioni sul mondo naturale, come la sofferenza diffusa o le scoperte della biologia o della cosmologia.
  • Il noncognitivismo teologico nega che l’idea di Dio sia significativa o abbia un contenuto proposizionale che possa essere valutato in termini di verità o falsità. Piuttosto gli atti linguistici religiosi sono visti come una complessa forma di emozione o l’espressione di una passione spirituale.
  • Al contrario, i metodi induttivi e deduttivi sono da considerare cognitivisti poiché accettano che le affermazioni su Dio abbiano un contenuto significativo e possano essere determinate come vere o false.
Ragazza a viso basso

Conclusioni

Gli interrogativi sull’esistenza di Dio si estendono quindi a questioni di biologia, fisica, metafisica, filosofia della scienza, etica, filosofia del linguaggio ed epistemologia. La ragionevolezza dell’ateismo dipende, in generale, dall’adeguatezza di un’intera descrizione concettuale ed esplicativa del mondo.

A livello personale, credo che Dio possa assumere significati diversi per ognuno di noi. Non mi interessa l’idea del Dio delle religioni, perché nel mio mondo interiore ciò non risolve i miei problemi esistenziali.

Si tratta soprattutto di una decisione personale e soggettiva. In qualsiasi società avanzata entrambe le posizioni possono coesistere, rispettando gli spazi di tutti.


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