Autoempatia: contatto affettuoso con noi stessi

Volersi bene e prendersi cura di se stessi come facciamo con gli altri. Riconoscere le proprie esigenze mentre si tiene conto di quelle altrui... E voi, praticate l'autoempatia? Vi spieghiamo da dove cominciare.
Autoempatia: contatto affettuoso con noi stessi
Valeria Sabater

Scritto e verificato la psicologa Valeria Sabater.

Ultimo aggiornamento: 15 novembre, 2021

Come vi sentite oggi? Cosa provate in questo istante? Quali bisogni, sentimenti e desideri popolano la vostra mente? L’autoempatia è un esercizio di benessere e salute psicologica che spesso trascuriamo. Porre lo sguardo dentro di noi è il primo passo verso qualsiasi tipo di empatia rivolta verso l’esterno e, a sua volta, costituisce il punto di partenza di ogni relazione gratificante con se stessi e con gli altri.

Perché a volte mettiamo da parte questa capacità così importante? Nel corso della nostra vita ci è sempre stata ricordata l’importanza della preoccupazione empatica. Vale a dire, poche cose sono importanti quanto saper capire chi abbiamo davanti, avere la capacità di metterci nei panni dell’altro per capirlo e agire di conseguenza.

In pochi però ci hanno spiegato che il modo migliore per praticare quest’arte è partire dall’autocoscienza emotiva. Solo il sé empatico che è in grado di comprendere i propri bisogni ed emozioni e rispondere in armonia seguendo il proprio universo personale è in grado di raggiungere la felicità.

Empatia nelle persone con asperger e lucine.

Che cos’è l’autoempatia?

L’autoempatia è la capacità di stabilire un contatto affettuoso e rispettoso con se stessi. È importante concentrarsi su queste ultime due dimensioni: “affetto” e “rispetto”. Perché mentre è vero che tutti pratichiamo il discorso interiore e abbiamo la capacità di connetterci con il nostro essere, non sempre lo facciamo correttamente. Ad esempio, siamo molto propensi ad alimentare il dialogo negativo.

Siamo anche caratterizzati da una sottile tendenza alla critica, all’usura, a quell’auto-comunicazione che ci riempie più di rumore che di calma, che accende le preoccupazioni e che non offre soluzioni. Quindi, la mancanza di un’empatia valida e gratificante ci porta ad alimentare stati di stress e ansia. Siamo anche abituati a dare agli altri più di quello che offriamo a noi stessi.

Pertanto, sebbene Daniel Goleman non abbia parlato di autoempatia in quanto tale nel suo libro Intelligenza Emotiva, ha incluso questa competenza in ciò che conosciamo come “autoconsapevolezza emotiva”. Non si tratta d’altro che di monitorare i propri stati interiori, preferenze, intuizioni, bisogni e ogni emozione man mano che si manifesta.

Strategie per sviluppare l’autoempatia

Godfrey T. Barrett-Lennard è un professore di psicologia presso la Murdoch University (Australia) che ha condotto una ricerca su questo argomento. In questo lavoro spiega che il compito di ogni terapeuta durante la psicoterapia è quello di aiutare la persona a una competenza di base ed essenziale, l’autoempatia.

Il motivo è che molte persone trascorrono buona parte della propria vita trascurando i propri sentimenti. Sono tantissime le persone che si sono amalgamate talmente tanto all’ambiente circostante (partner, figli, ecc.) da non sapere più come accedere a se stessi, alle proprie emozioni, pensieri, desideri, mancanze.

È importante non trascurare questa attività. Ripristinare l’empatia per se stessi in questo momento costituisce un compito prioritario. Ecco i passaggi chiave per riuscirci.

Osservare senza giudicare, prendersi cura di sé ed essere aperti verso se stessi

L’autoempatia presuppone notare e riconoscere che ci siete, che c’è una parte di voi che sente, soffre, si entusiasma, si rattrista e prova speranza. Implica che siete in grado di osservarvi senza dare giudizi, senza criticarvi per aver vissuto determinate esperienze, senza sgridarvi per esservi sentiti arrabbiati, preoccupati o spaventati.

Prendervi cura di voi in modo aperto e costante (e senza rimandare l’attività a un altro momento) si rifletterà sulla vostra capacità di attuare cambiamenti per il raggiungimento del benessere.

Parlate con voi stessi come se foste i vostri migliori amici

Se non parlate a voi stessi con rispetto, chi lo farà? Se non siete in grado di comunicare con voi stessi con affetto, come potete aspettarvi che lo facciano gli altri? Siate consapevoli di questo: l’autoempatia richiede che parliate a voi stessi come se foste i vostri migliori amici.

L’autoconsapevolezza emotiva si nutre della comprensione e dell’assoluta capacità di ascolto grazie alla quale siamo in grado di accettarci per come siamo e per come ci sentiamo. Senza filtri, senza interruzioni o vergogna.

Perdonatevi oggi, domani e sempre

L’autoempatia, per essere utile, autentica e significativa, non deve partire dal rifiuto o dalla critica. Potreste essere arrabbiati con voi stessi perché finite sempre per fare gli stessi errori. È possibile che vi faccia male aver rinunciato a delle opportunità, che vi sentiate a disagio con voi stessi per non essere stati abbastanza coraggiosi in determinate situazioni…

Questi sentimenti di rifiuto di sé vi impediscono di esercitare un’autoempatia sana e riparatrice. Pertanto, non è mai troppo tardi per iniziare a darvi il perdono che meritate. Perdonatevi per aver commesso così tanti errori nella vita, perché dopotutto non avevate abbastanza esperienza.

Perdonatevi per aver permesso che un’altra persona vi ferisse, perché nessuno ha una sfera di cristallo per sapere cosa succederà.

Concedetevi il perdono che meritate per guarire quando ne avete bisogno ed entrate in empatia con voi stessi come dovreste.

Mano che tocca un fiore.

Autoempatia: la vita è una sfida e accetto i miei pregi e difetti

Rabbia, ira, paura, delusione, angoscia, preoccupazione. La vita è una sfida continua e vi metterà sempre alla prova. In circostanze avverse è normale provare emozioni complicate.

Trascurare questa anatomia interiore, distogliere lo sguardo da ciò che sentite, pensate, di ciò di cui avete bisogno e di cui vi preoccupate vi porterà a sentirvi impotenti, a perdere il controllo e ad incrementare lo stress e l’ansia che provate.

L’autoempatia significa tollerare tutte le correnti turbolente che a volte, dentro di voi, vi navigano contro. Accettare ciò che sentite e darvi l’amore di cui avete bisogno è un modo catartico e ideale per iniziare ad apportare dei cambiamenti, e per muoversi verso l’equilibrio e la calma.

Alfred Adler affermava che l’empatia è la capacità di vedere con gli occhi di un altro, ascoltare con le orecchie di un altro e sentire con il cuore di un altro.

Ebbene, ricordiamoci sempre che non potremo fare nulla di tutto questo in modo autentico e competente se prima non saremo in grado di guardarci dentro con curiosità, di ascoltarci apertamente e di provare un amore pieno per noi stessi.


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    • Barrett-Lennard, G. (1997). The recovery of empathy: Toward others and self. In Bohart, A. & Greenberg, L. , Empathy reconsidered: New directions in psychotherapy (pp. 103–121). Washington, DC: American Psychological Association Press. doi:10.1037/10226-004
    • Neff, K. D., & Dahm, K. A. (2015). Self-compassion: What it is, what it does, and how it relates to mindfulness. In Handbook of mindfulness and self-regulation (pp. 121-137). Springer, New York, NY.
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