Autoritarismo: ferite che si rimarginano lentamente
L’umiliazione, l’indifferenza, l’aggressione, la sottomissione. Le ferite dell’autoritarismo si rimarginano lentamente, lasciano cicatrici e in alcuni casi condizionano per sempre la propria vita. L’ombra di un padre o una madre autoritari, di un partner dominante o un capo narcisista e autoritario possono accompagnarci per anni come un nodo difficile da sciogliere.
È sempre importante parlare dell’autoritarismo. Sia da un punto di vista sociale che psicologico, è sempre positivo discutere su questa dimensione che ha creato tanto scompiglio nella storia. Theodor Adorno ne parlò per la prima volta nel 1950 nel suo libro La personalità autoritaria. Da allora, grazie alla psicologia sociale e alle diverse ricerche condotte in questo campo, abbiamo una conoscenza più vasta e delineata dell’argomento.
“Le ferite emotive sono il prezzo che tutti dobbiamo pagare per essere indipendenti.”
-Haruki Murakami-
La bibliografia in merito è sempre più ampia e affidabile. Nonostante ciò, non disponiamo ancora di molte opere riguardo all’impatto che può avere l’autoritarismo. Non parliamo solo dell’effetto di essere cresciuti in questo contesto, ci riferiamo anche alle relazioni affettive e a certi scenari lavorativi controllati da una figura ovviamente autoritaria.
Sono queste le microsfere nelle quali troviamo una serie di dinamiche nocive, che non sempre siamo in grado di gestire. Parliamo di un argomento importante e che vale la pena di approfondire.
Le ferite dell’autoritarismo, segni che restano
Il poeta spagnolo Luis Cernuda diceva che siamo tutti l’eco di qualcosa. Tutti, consci o meno, ci portiamo dietro una voce, un peso o un fardello che ci condiziona. Sappiamo, per esempio, che un’infanzia di abusi e maltrattamenti genera un trauma che ha un impatto sullo sviluppo emotivo e psicologico del bambino. L’autoritarismo è presente in molti modi nella nostra società. Non solo vive con noi, lo permettiamo anche.
Alcuni genitori sottovalutano i propri figli. Li controllano e ne reprimono lo sviluppo emotivo. Accade lo stesso in molte organizzazioni o imprese. Diamo grande valore all’innovazione, alla creatività e al capitale umano. D’altra parte, sul posto di lavoro continuano a esistere alcune figure che preferiscono la docilità e che non ci pensano due volte a sminuire e controllare i lavoratori.
Il Dottor Eric R. Maisel è un noto psicologo e scrittore dell’università dalla California. Ha elaborato un questionario con cui valutare le ferite dell’autoritarismo. Questo interessante strumento permette di esplorare l’impatto che determinate dinamiche hanno sull’essere umano. La prova è stata fatta su scenari sociali diversi: università, strutture sanitarie e imprese famose. Si è giunti alla conclusione che una buona parte della popolazione si trascina il segno delle ferite che l’autoritarismo ha lasciato nella propria vita.
L’impatto dell’autoritarismo
La scala elaborata da Eric R. Maisel è composta da dieci dimensioni. Si possono verificare in qualsiasi relazione (di famiglia, di coppia, lavorativa, ecc). Riconoscere queste caratteristiche ci aiuterà a frenare l’impatto negativo dell’autoritarismo. Ci permetterà anche di agire di conseguenza, prima che gli effetti si ripercuotano su di noi, affondando le loro radici nelle nostre dinamiche, sia mentali che comportamentali.
Le dimensioni di Maisel sono:
- Minacce e uso della tattica della paura o del ricatto.
- Sottovalutazione.
- Regole donchisciottesche (poco chiare, senza senso o variabili)
- L’odio: questo sentimento è sempre presente. Lo proiettano su di noi o su altri. La persona autoritaria ha sempre la propria “lista nera” composta da persone che detesta e che considera nemici.
- La ragione assoluta. La persona autoritaria ha la proprie verità, i propri schemi e concezioni di com’è il mondo. Tutti gli altri si sbagliano.
- Controllo. La loro necessità del controllo non è fine a se stessa, ma ridicolizza e umilia gli altri.
- Rigidità mentale.
- Intrusività.
- Sfiducia. Non credono a niente e nessuno.
- Indifferenza. Non sanno mostrare empatia.
L’anatomia delle ferite dell’autoritarismo
Le ferite dell’autoritarismo sono traumatiche. Possono cambiare la nostra personalità e condizionare le nostre scelte e il modo in cui ci vediamo. Tutto dipende dalla quantità di tempo che abbiamo speso con la figura autoritaria e dal modo in cui abbiamo terminato la relazione con questa persona.
Vediamo quindi, quali effetti produce in noi tale dinamica dolorosa:
- Bassa autostima.
- Sensazione di non avere il controllo su noi stessi.
- Insicurezza.
- Ansia e stress postraumatico.
- Sensazione di inefficienza.
- Frustrazione e ira accumulata e non canalizzata.
Come curare le ferite dell’autoritarismo?
Sono molte le persone che dopo aver lavorato per molti anni in un’impresa vanno in terapia. Una volta terminato il contratto lavorativo, sentono la necessità di superarne un altro, quello emotivo. Questo viene ripagato solo con la sofferenza e la violazione della dignità. Chi lo genera, invece, è una figura autoritaria che ha esercitato abuso, controllo e persino umiliazione.
Accade lo stesso in molte relazioni di coppia, sopratutto quando uno dei due componenti agisce in nome delle dinamiche appena esposte. Se qualcuno condiziona la nostra libertà, in qualsiasi delle sue forme, sta esercitando un abuso nei nostri confronti. Può darsi che questo non lasci nessun segno fisico, forse il codice penale non riconosce una determinata condotta come possibile oggetto di denuncia; tuttavia, i nostri diritti vengono attaccati e dobbiamo difenderci.
L’intervento psicologico necessario in questi casi consiste nel restaurare l’autostima perduta. Il paziente ha bisogno di ripetere ad alta voce tutte le situazioni di autoritarismo e scoprire, capire ed accettare che, in effetti, è stato vittima di maltrattamenti psicologici. Terapie come quella basata sull’EMDR (Desensibilizzazione e rielaborazione attraverso i movimenti oculari), si è rivelata una strategia interessante. Permette di affrontare avvenimenti sgradevoli o traumatici, ridurre l’ansia e favorire la guarigione emotiva.
Non dobbiamo mai sottovalutare gli effetti dell’autoritarismo. Come una pioggia sottile, ma costante, possono degenerare, senza che ce ne accorgiamo, in un’infinità di scenari diversi, sia pubblici che privati. E spesso le conseguenze sono devastanti.