Avere il coraggio di agire per migliorarsi

Il coraggioso è colui che, nonostante la paura, agisce. Il coraggio risiede in chi, anche nelle peggiori circostanze, si sforza di cambiare per raggiungere il benessere e la libertà. Ne parliamo in questo articolo.
Avere il coraggio di agire per migliorarsi
Valeria Sabater

Scritto e verificato la psicologa Valeria Sabater.

Ultimo aggiornamento: 15 novembre, 2021

Cosa rende una persona coraggiosa? È forse il coraggio, l’assenza di paura o una grande determinazione? La psicologia analizza questo aspetto del carattere da anni e, per quanto possa sembrare curioso, nelle varie definizioni si trova un aspetto comune: avere il coraggio di agire permette di raggiungere i propri obiettivi. Si tratta di sforzarsi per attuare dei cambiamenti positivi in circostanze difficili o in cui gli altri si arrenderebbero.

Martin Seligman, promotore della psicologia positiva, ha sottolineato che il coraggio è quel fattore che agisce come una delle componenti più curative durante la terapia. E per un motivo molto semplice: questo fattore ha, in genere, una radice genetica, oltre che educativa e ambientale.

Sono i nostri genitori che spesso instillano in noi questo atteggiamento proattivo nei confronti della vita; a volte dobbiamo mettere da parte la paura per ottenere quello che desideriamo. Se non abbiamo ricevuto questi rinforzi durante l’infanzia, se siamo cresciuti con delle insicurezze o abbiamo vissuto esperienze traumatiche, il coraggio potrebbe svanire del tutto.

Per questo motivo, Seligman vede nel coraggio un elemento essenziale che deve comparire durante il processo terapeutico. Quando compare, grazie al lavoro del medico e allo sforzo del paziente, diventa evidente che la persona ha operato un cambiamento. In questi casi, si percepisce che la persona è stata determinata e ha trovato dentro di sé le motivazioni necessarie per cambiare la propria vita.

È in quel momento che, finalmente, decide di dare forma a una nuova fase delle sua vita in cui ha il controllo e la sicurezza necessari per raggiungere il benessere. Questo è il tipo di coraggio migliore, quello che ci arricchisce di più.

Ragazzo che guarda un paesaggio.

Avere il coraggio di agire ci avvicina al successo

La letteratura scientifica afferma che il coraggio nasce come risultato di una lotta primordiale contro le emozioni come la paura. Da un punto di vista neurobiologico, si tratta, prima di tutto, di regolare l’influenza dell’amigdala, quell’area del cervello legata alle emozioni più intense. La stessa che ci paralizza e controlla i nostri pensieri quando prende il sopravvento su di noi.

Avere coraggio implica anche il potenziamento di aree come la corteccia prefrontale – area cerebrale legata al processo decisionale, alla riflessione, alla pianificazione e all’attenzione nei confronti degli stimoli ambientali – senza l’influenza della paura o dell’angoscia. Gran parte delle ricerche sul coraggio provengono dall’ambito militare (Neria, Solomon, Ginzburg e Dekel 2000) e da quelle storie in cui alcuni soldati compivano atti eroici in situazioni estremamente pericolose.

“Sono riuscito a mantenere la calma e ad agire”, è la frase tipica di molti giovani formati per intervenire in situazioni rischiose. E per tutti gli altri? Possiamo essere degli eroi senza trovarci per forza in un campo di battaglia?

I dottori Uhri Kugel e Catherine Haussman hanno condotto una ricerca presso l’Università di Oxford che ci fornisce dati interessanti. Analizziamoli insieme.

È un’abilità cognitiva

Avere il coraggio di agire fa la differenza perché il cambiamento, in questo caso, proviene da noi. Ci concentriamo per raggiungere un obiettivo nonostante le situazioni siano avverse. E non bisogna per forza essere degli eroi come Lord Byron che lottava contro i turchi in Grecia. Secondo la scienza attuale, il coraggio è un’abilità cognitiva che tutti possiamo imparare e usare.

Consiste nello stimolare la nostra volontà ad agire nonostante la paura, nello smettere di essere incerti e dubbiosi, ma proseguire e agire. Ciò è possibile lavorando sui seguenti aspetti:

  • Una buona gestione dell’ansia. Se siamo in grado di riconoscere gli schemi di pensiero che ci imprigionano nella paura, saremo capaci di reimpostare la nostra mente per agire.
  • Essere emotivamente consapevoli. Bisogna sapere come connettersi con le proprie emozioni per trasformarle e utilizzarle a nostro favore (e non esserne vittime).
  • Ricordarci quali sono i nostri valori, i nostri scopi e i nostri obiettivi personali.
  • Visualizzare i cambiamenti che, se oseremo, ci permetteranno di ottenere quello che desideriamo.
Donna felice che apre le braccia verso il cielo.

Avere il coraggio di agire è promuovere cambiamenti per aspirare a una realtà più soddisfacente

Franco, Blau e Zimbardo (2011) hanno definito il coraggio come la capacità di agire in modo prosociale nonostante il rischio personale. Questa definizione ha ricevuto alcune critiche: il coraggio non è sempre orientato a salvare gli altri. È utile anche per salvare noi stessi.

Come sottolineava Martin Seligman, affinché la terapia psicologica sia efficace, una persona deve risvegliare il proprio coraggio e potenziare la propria determinazione per superare le paure, i limiti e le insicurezze così da raggiungere il benessere. In questo modo, una persona si sentirà più autorizzata a ottenere quello che desidera ed effettuare dei cambiamenti che la avvicinano alla felicità.

Come si suol dire, le persone spesso vivono di fede e speranza. Tuttavia, ciò che può veramente trasformare la nostra realtà è l’azione. Il coraggio è una magica combinazione di emozioni, pensieri e sentimenti orientati al miglioramento e volti a promuovere un cambiamento positivo per noi e per gli altri. È importante ricordarlo.


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  • Uri Kugel, Catherine Hausman, Laurie Black, and Bruce Bongar (2017) Psychology of Physical Bravery Psychology of Physical Bravery- Psychology, Social PsychologyOnline Publication Date: Jul 2017DOI: 10.1093/oxfordhb/9780199935291.013.36
  • Neria, Y. Y., Solomon, Z. Z., Ginzburg, K. K., & Dekel, R. R. (2000). Sensation seeking, wartime performance, and long-term adjustment among Israeli war veterans. Personality and Individual Differences29, 921–932. doi:10.1016/S0191-8869(99)00243-3

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