Bugchasing, intenzionale esposizione alle MST

Se il bugchasing viene visto da alcuni come una forma di autolesionismo, da altri è considerato una pratica assertiva per prendere il controllo di qualcosa che prima o poi accadrà.
Bugchasing, intenzionale esposizione alle MST
María Alejandra Castro Arbeláez

Scritto e verificato la psicologa María Alejandra Castro Arbeláez.

Ultimo aggiornamento: 12 febbraio, 2023

Il mondo è bello perché è vario, e sebbene possa sembrare incredibile, c’è anche chi cerca volontariamente di farsi del male. Il bugchasing è una pratica seguita da chi si espone consapevolmente al pericolo di alcune malattie. 

I seguaci del bugchasing sono in costante aumento, e chi lo pratica cerca di contrarre intenzionalmente alcune malattie sessualmente trasmissibili.

In quest’articolo approfondiamo nel dettaglio questa pratica, i motivi per cui è ritenuto un movimento e quali motivazioni spingono le persone a seguirlo.

Bugchasing, di che si tratta?

Il bugchasing è un movimento, o subcultura, sviluppatosi negli Stati Uniti verso la fine degli anni ’90. Il nome inglese può essere tradotto come “caccia al microbo”, inteso in questo caso come il virus dell’immunodeficienza umana (HIV). Il cacciatore, o bugchaser, è la persona interessata a contrarre il virus.

I donatori sono denominati giftgivers, ossia persone già malate che contribuiscono a diffondere il virus. La pratica si svolge a fronte di un mutuo accordo tra il donatore e chi vuole essere contagiato.

Proprio questo è l’aspetto più controverso del fenomeno: entrambe le parti sanno in anticipo che trasmetteranno o contrarranno l’HIV, un virus che comporta enormi rischi per la salute.

Come vediamo, il bugchasing è una pratica tanto pericolosa quanto volontaria. Non è ancora chiaro se le persone che la mettono in atto lo facciano sotto manipolazione. È certo, tuttavia, che rappresenta un campanello d’allarme per numerose organizzazioni sanitarie.

Il virus dell'HIV contratto volontariamente.

Cosa spinge le persone ad aderire a questo movimento?

Le motivazioni possono essere diverse e in buona misura legate al contesto individuale della singola persona. A ogni modo, la maggior parte dei seguaci potrebbe essere spinta da:

  • Paura: chi desidera contrarre l’HIV aderendo al movimento afferma di ritenere inevitabile la contrazione, prima o poi, del virus; per questo preferisce assumerne il controllo e scegliere quando contrarlo.
  • Vedere l’HIV come un virus controllabile dal punto di vista medico. Diverse ricerche dimostrano che la pratica aiuta a ridurre la gravità della percezione di come sarebbe convivere con il virus. È quanto suggeriscono Gabriela H. Breitfeller e Amar Kanekar nel loro studio di ricerca.
  • Erotismo. Chi cerca il contagio percepisce come erotico il rischio di rimanere contagiati. Inoltre, crede che il sesso sicuro riduca la possibilità di vivere esperienze sessuali improvvisate. Chi trasmette il virus trova invece erotica l’idea di infettare un altro.
  • Solitudine. Molti uomini negativi all’HIV sentono di essere esclusi come amanti, così come molti tra i positivi sentono il peso della solitudine dovuta al loro virus. Queste ragioni portano entrambe le parti alla pratica del bugchasing.
  • Cultura omofobica. Potrebbe essere una risposta ad una cultura omofoba che disapprova gli omosessuali, specialmente quelli positivi, arrivando a emarginarli.

Esistono anche teorie secondo qui questo comportamento sia strettamente legato alla personalità del soggetto. Inoltre, in alcuni casi la pratica è stata associata anche ad attività come scatofilia, urofilia, esibizionismo o disturbi da dipendenze.

Il virus dell'HIV contratto volontariamente.

Perché il bugchasing è un movimento?

Si parla di movimento in quanto si fa riferimento a un insieme di persone mosse da interessi e ideali comuni. Non si tratta di individui singoli interessati a contrarre o contagiare il virus. Siamo di fronte a un gruppo che trattiene relazioni sessuali allo scopo di contrarre l’HIV sostenendo la pratica.

Chi pratica il bugchasing rivendica la sua libertà di scelta di svolgere attività sessuali senza protezioni, ed è restio a ritenere questo comportamento il prodotto di una perversione sessuale. Segnaliamo che sono in atto diverse ricerche volte sia a dare una spiegazione approfondita di questo comportamento, sia a lanciare strategie di prevenzione.

Al momento il fenomeno del bugchasing è diffuso in tutto il mondo ed è in continua espansione. Le persone interessate ad aderire alla pratica spesso entrano in contatto persino tramite i social network.


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  • Breitfeller, G.H., & Kanekar, A. (2012). Intentional HIV transmission among men who have sex with men: A scoping review. Gay and Lesbian Issus Psychology Review, 8 (2), 112.

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