Cambiare il linguaggio per cambiare la mente
Forse perché il suo approccio terapeutico fu difficile da imitare, Milton H. Erickson è ancora consideratoun genio creativo. Questo psichiatra e psicologo americano ha aperto la strada alla psicoterapia ipnotica e ha sviluppato, tra gli atri strumenti, strategie terapeutiche basate sull’idea che cambiare il linguaggio consente di cambiare la mente.
In tutto il mondo sono presenti scuole di ipnosi ericksoniana. La terapia breve, la terapia centrata sulla soluzione, la terapia strategica e la terapia familiare sistemica sono state influenzate dal pensiero di Milton Erickson, il quale ha ispirato anche i fondatori della PNL (Programmazione Neurolinguistica).
La vera eredità di Erickson
Si chiama Milton Model, in onore di questo prestigioso psicoterapeuta. Gli ideatori della PNL hanno elaborato il sistema di Erickson e attualmente questo modello viene utilizzato con successo in ambito terapeutico e non solo. È un esempio di come si possa sfruttare in modo strategico il linguaggio per cambiare la mente.
Gli elementi caratteristici di questo approccio sono essenzialmente tre:
- La nominalizzazione: è la trasformazione delle parole in sostantivi, in genere a partire dai verbi. Un esempio di espressione sostantivata è la parola “conoscenza” (dal verbo conoscere). Ognuno di noi personalizza il significato ultimo di “conoscenza” in base all’esperienza personale.
- Uso del “No”. L’espressione della negazione non esiste in quanto tale nelle immagini mentali, nei suoni o nelle sensazioni. La negazione esiste solo nel linguaggio parlato, scritto o nelle rappresentazioni simboliche. Mai nelle immagini mentali. L’esempio più noto è il comando “non pensare a un elefante blu”. La mente non percepisce il “no”, ma “vede” solo un elefante blu.
- Sottolineatura analogica. Strumento di persuasione creato da Erickson e basato sull’idea che solo una parte della nostra comunicazione avviene a livello cosciente. La sottolineatura per analogia si applica enfatizzando la parola che si desidera fissare nel subconscio di chi ascolta. Si ottiene, ad esempio, facendo seguire una pausa o un gesto alla parola in questione oppure cambiando il tono di voce.
La mappa linguistica
Sebbene spesso avvenga in modo inconsapevole, nel processo comunicativo – che sia rivolto agli altri oppure a noi stessi – il linguaggio usato assume la forma di una mappa. Questa influenza l’immaginazione, i pensieri e le emozioni. Insomma, la mappa del linguaggio filtra la nostra realtà. Cambiare il linguaggio per cambiare la mente passa, tra le altre cose, attraverso la capacità di riconoscere questo schema e cambiarlo.
È mediante questa mappa che si esprimono elementi come l’ambiente, le convinzioni, l’identità, i valori e i comportamenti, nostri e altrui. Oltre a ciò, attraverso il linguaggio abbiamo l’enorme potere di influenzare noi stessi e chi ci sta davanti. Possiamo, tuttavia, essere consapevoli di ciò che diciamo, ma non essere consapevoli di come lo stiamo dicendo.
Cambiare il linguaggio: le parole tolgono e danno potere
Spesso acquisiamo dal nostro ambiente il modello linguistico che usiamo. Lo facciamo nostro acriticamente, in una ripetizione senza analisi. Diventare consapevoli dei termini e del modo in cui ne facciamo uso, tuttavia, fa assumere una prospettiva diversa alle relazioni che intrecciamo con gli altri e con noi stessi.
Esiste un tipo di linguaggio, interiore o esterno, che toglie potere. In realtà ne esiste più di uno. Un esempio è la frase “mia madre mi fa innervosire”. Questa espressione non solo riduce il nostro potere, ma lo mette nelle mani di un’altra persona.
Per cambiare i nostri schemi linguistici, il primo passo è sapere come li stiamo applicando. Lo stesso concetto, detto invertendo le parole (divento nervoso quando sono con mia madre), sembra apparentemente lo stesso; in realtà cambia tutto. In quest’ultimo caso io stesso ho il potere di cambiare un fatto sgradevole o addirittura deleterio.
Cambiare il linguaggio per cambiare la mente
Il linguaggio ipnotico usato da Milton Erickson e dalla PNL è uno degli strumenti con cui possiamo assumere consapevolezza e cambiare i nostri modelli linguistici. L’obiettivo è migliorare la percezione e l’atteggiamento nei confronti di aspetti specifici della vita.
Essere coscienti di come questi schemi influenzino le emozioni positive e negative, secondo il paradigma ideato da Erickson, è il primo passo verso il cambiamento.