Comunicazione consapevole: perché è importante

La comunicazione consapevole è uno straordinario strumento che permette di comunicare in modo più efficace e cosciente.
Comunicazione consapevole: perché è importante
Gema Sánchez Cuevas

Revisionato e approvato da la psicologa Gema Sánchez Cuevas.

Scritto María Hoyos

Ultimo aggiornamento: 30 dicembre, 2022

La comunicazione con l’ambiente esterno inizia sin dal grembo materno. Il nascituro reagisce agli stimoli, sebbene queste risposte non siano consapevoli. Man mano che l’essere umano cresce, la sua comunicazione va delineandosi sempre di più, viene allenata, sviluppata, messa in praticata e modificata per rispondere a determinati modelli sociali. Solo a partire da questo punto, si può parlare di comunicazione intenzionale e comunicazione consapevole.

La comunicazione dei bisogni più importanti serve a facilitare la sopravvivenza, stabilendo collegamenti con altre persone. È naturale (o per meglio dire intenzionale) e sorge in tutti gli esseri umani. Al contrario, la comunicazione consapevole affiora più avanti, quando si acquisisce la consapevolezza del presente.

In un mondo come quello odierno, dove esistono innumerevoli modi per interagire con gli altri e l’ambiente, alcuni studi suggeriscono di concentrarsi su una singola attività, evitando la moderna tentazione del multitasking. Ciò include sia la produzione che la ricezione di informazioni. In fin dei conti, comunicare non significa solo scambiare informazioni, ma anche sapere come interpretarle.

Cos’è la comunicazione consapevole?

Quando pubblichiamo o scriviamo quello che pensiamo, affermiamo con forza un punto di vista, ma la nostra attenzione si suddivide quando si ricevono vari messaggi. Se ci fermiamo un momento a riflettere, ci accorgeremo che diamo molta più importanza ai messaggi che inviamo, piuttosto che ascoltare quello che arriva dal di fuori. Ma allora: siamo davvero consapevoli della nostra comunicazione non verbale? Nel bene e nel male è proprio questo il canale più usato per comunicare.

Alberi con forma di teste

Essere un comunicatore consapevole significa proprio questo, saper gestire bene ogni elemento della comunicazione. E non è facile. Per mettere in pratica una comunicazione consapevole, occorre iniziare sin da età scolare. Proprio a scuola, i giovani iniziano a confrontarsi con alcuni esercizi relativi a questa forma comunicativa. Per esempio, l’empatia e gli esercizi di accettazione degli altri sono un buon modo per presentare questo argomento ai più piccoli. Le emozioni sono fondamentali nella vita quotidiana e padroneggiarle richiede molta pazienza e pratica. Anche se, a volte, ce ne dimentichiamo.

Essere consapevoli, o mindful, implica non cedere alla rabbia o all’ira nella comunicazione con gli altri. Sapere quando scatenare le emozioni è un segno di comunicazione consapevole e, in questo compito, l’intelligenza emotiva ci aiuterà. Essa si manifesterà nel controllo delle nostre emozioni, così come nell’accettazione di quelle altrui.

Come mettere in atto la comunicazione consapevole?

Se desideriamo essere dei comunicatori consapevoli, prima di tutto dobbiamo capire che la comunicazione è un meccanismo. Lo scambio di messaggi tra due fonti che, necessariamente, devono condividere uno stesso codice. Ma voler essere mindful non basta per esserlo. Per riuscirci, dovremo rispettare una serie di fattori, che vi mostriamo qui di seguito:

  • Una buona ortografia e dialettica. Una persona che commette errori di ortografia, basa i suoi discorsi sugli appunto o non li struttura correttamente è un comunicatore che inficia la sua stessa comunicazione. La parola funziona come un biglietto da visita: per questo occorre prendersene cura.
  • Il ruolo delle emozioni. La comunicazione non si basa solo sulla trasmissione di informazioni. Se si trasmettono solo dati, sarà molto difficile raggiungere il proprio interlocutore. Se riusciamo a coinvolgerlo, invece, suscitando emozioni, allusioni ed empatia, l’effetto sull’esito della comunicazione sarà immediato. Tutti i partecipanti si sentiranno parte del processo comunicativo, ottenendo coinvolgimento e attenzione. Ciò aumenterà anche le probabilità che il nostro messaggio venga registrato nella loro memoria.
  • Comunicazione non verbale. Non si riferisce solo ai gesti e ad altri tipi di linguaggio del corpo, ma anche alle informazioni implicite o pragmatiche che condividiamo con il nostro interlocutore. Cerchiamo, dunque, di occuparci di entrambi questi aspetti: è importante che il linguaggio del corpo indichi che siamo aperti al dialogo e ad altri modi di pensare. Gli elementi pragmatici sono fondamentali. Il linguaggio o le emozioni implicite, i codici sociali che condividiamo o in cui differiamo devono essere sempre adattati per poter costruire un impegno comunicativo con chi guarda o ascolta.
  • Responsabilità di fronte ai sentimenti. Non tutti possiedono la medesima sensibilità e, quindi, anche il modo di esprimere le proprie emozioni sarà diverso. Se desideriamo qualcosa dagli altri, dovremo trovare il modo più appropriato per richiederglielo.
Fraintendimenti durante la comunicazione

Conclusioni

Diventare dei comunicatori consapevoli ci permetterà di elaborare comunicazioni più efficienti. Saremo più empatici, e ciò ci consentirà di esprimerci in un modo più adatto al nostro contesto sociale e instaurare legami più forti con gli altri. Si tratta, comunque, di un processo difficile, perché richiederà, tra gli altri risultati, l’identificazione e il riconoscimento dei nostri errori attuali. Uno sforzo sicuramente importante, ma i cui frutti ci saranno molto utili.


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