9 consigli per sfruttare al massimo le sedute dallo psicologo
Quando sentite di non poter affrontare i vostri problemi da soli e decidete di chiedere aiuto, è fondamentale che conosciate i vostri diritti e che possiate sfruttare al massimo le vostre sedute presso lo psicologo che avete scelto, che vi rechiate da questi una o più volte.
Per questo, vi offriamo i seguenti consigli, con la speranza che vi siano utili.
Un buon “feeling” aumenta la fiducia
Uno degli aspetti più importanti è che vi sentiate a vostro agio, che abbiate un buon feeling con lo psicologo per poter usufruire al massimo del tempo e parlare di tutto quello che vi preoccupa. Apritevi completamente e non esercitate nessun controllo sul vostro discorso, perché il professionista che vi trovate davanti non vi giudicherà. Gli psicologi, inoltre, devono mantenere il segreto professionale, per cui niente di ciò che direte uscirà dallo studio.
Non abbiate paura nel trattare temi più complicati o che vi provocano vergogna, perché il compito di uno psicologo non è quello di accusarvi né di farvi pesare ulteriormente quel macigno che vi portate dentro. Il senso più sviluppato nello psicologo è l’udito, e questi possiede gli strumenti per aiutarvi a trovare le risposte ai vostri problemi o alle vostre preoccupazioni e non per costituire un tribunale.
Nella maggior parte dei casi gli psicologi sono persone aperte e con abbastanza esperienza per sapere che ognuno di noi può comportarsi in modo diverso in una stessa circostanza. Ma, soprattutto, sono professionisti, capaci di mettere da parte la propria vita, le proprie esperienze e idee e lasciarle fuori dallo studio, concentrandosi su ciò che accade al paziente.
Se non vi sentite ascoltati o vi rendete conto che il vostro psicologo si comporta in maniera neutrale e vi dà un’unica opzione per ogni problema, non facendovi sentire a vostro agio, avete tutto il diritto di cambiarlo. Date un’altra opportunità alla terapia, non fate di tutta l’erba un fascio, perché non tutti gli psicologi sono uguali. Nel bene e nel male.
Siamo un’unità corpo-mente
Impegnatevi a raccontare anche tutti gli aspetti che vi sembrino privi di relazione o senza importanza, poiché potrebbero risultare utili per la terapia. È vero che gli psicologi non sono medici, ma le persone sono un’unità corpo-mente, e se si sta male mentalmente, questo si ripercuoterà sul nostro corpo e viceversa. Raccontate allo psicologo se soffrite di disturbi del sonno, inappetenza, mal di testa, etc. Anche se vi è accaduto qualcosa di strano. Potete raccontargli di tutto!
Non omettete né tenete per voi nessuna informazione, perché lo psicologo non può leggervi nella mente. Utilizzate lo spazio e la fiducia a vostro favore, perché è per questo che vi siete rivolti ad uno specialista. Forse all’inizio sarà complicato, ma è importante che sappiate che non si smette mai di controllare ciò che si racconta e fino a dove ci si spinge nel racconto. Se dite mezze verità o non raccontate tutta la storia, l’aiuto che potrà fornirvi lo psicologo non sarà della stessa qualità.
I sintomi fisici e le difficoltà possono essere un pretesto per recarsi dallo psicologo, ma potete anche andare dallo psicologo per conoscervi meglio. Se è così, approfondite e scoprite i vostri aspetti più oscuri, perché questo vi aiuterà ad affrontare la vostra vita futura. Non è necessario avere un problema grave, forse avete semplicemente un dubbio sul perché vi relazionate con determinate persone, perché vi è difficile fare certe cose, etc. Il falso mito che bisogna essere pazzi per andare dallo psicologo è esattamente questo: un falso mito.
Dite allo psicologo cosa pensate di lui/lei e fate tutte le domande che volete
Parlate dei sentimenti che vi suscita. Se lo psicologo vi ha detto qualcosa che non vi è piaciuto, diteglielo! È importante che non ve lo teniate per voi, perché potrebbe compromettere la relazione professionale. I malintesi possono capitare anche durante una terapia, forse lo psicologo ha detto una cosa e voi ne avete capita un’altra, ma l’importante e parlare e chiarire ogni dubbio.
Se non capite qualcosa, domandate tutte le volte che lo ritenete necessario, non tenete per voi nessun dubbio per rabbia o vergogna. Anche gli psicologi possono sbagliare; la terapia e i momenti più significativi della stessa sono intensi per il paziente/cliente, ma anche per lo psicologo. Questa intensità può causare errori, risolvibili in qualsiasi caso se la comunicazione si mantiene aperta e sincera.
Non è comune che gli psicologi ricorrano al linguaggio medico o psicologico e che si esprimano tramite una grammatica particolarmente complessa. Di solito si cerca di fare il possibile per farsi capire, indipendentemente dalle conoscenze del paziente rispetto alla mente umana. Tuttavia, se non capite qualcosa, lo psicologo vi sarà grato se lo esprimerete apertamente, perché avrà l’opportunità di rettificare e modificare il discorso.
Lo psicologo è lì per ascoltarvi
Siate pazienti, siete voi a segnare il tempo e i cambiamenti si verificheranno secondo il vostro ritmo, ma ricordate sempre che “Roma non è stata costruita in un giorno”. Attualmente viviamo in una società in cui tutto avviene in maniera molto veloce e quando si prova malessere, vogliamo che svanisca subito e, in linea generale, non siamo né troppo pazienti né troppo tolleranti. La terapia serve, spesso, molto più che i medicinali, e non ha effetti secondari, ma ha bisogno di tempo.
Lo psicologo è lì per ascoltarvi, cosa che spesso non fanno familiari ed amici. Fate una prova. Provate a parlare per 5 minuti dei vostri problemi e vedrete che la maggior parte delle persone (senza nessuna intenzione di ferirvi) inizierà a dirvi come risolvere il problema, a raccontarvi un caso simile o a parlarvi della propria esperienza personale. Altre persone, invece, non lo sopporteranno e dirigeranno la conversazione verso i loro problemi. Non giudicateli, probabilmente al posto loro voi fareste lo stesso. Non siamo abituati ad ascoltare.
Lo psicologo vi ascolterà, ma non vi darà consigli né risolverà i vostri problemi. Solo voi avete le risposte e conoscete le soluzioni ad essi , solo che spesso l’autoanalisi che realizzate non è oggettiva e non funziona. In molti casi non accade neppure con familiari e amici, per questo bisogna rivolgersi ad un professionista.
Se siete curiosi, provate a fare una seduta, senza impegno, perché forse è proprio ciò di cui avete bisogno.