Corteccia motoria: caratteristiche e funzioni

La corteccia motoria consta di tre aree del lobo frontale, che una volta stimolate provocano il movimento di varie parti del corpo.
Corteccia motoria: caratteristiche e funzioni

Ultimo aggiornamento: 27 agosto, 2020

Grazie al cervello, possiamo pianificare, mangiare, correre e persino sorridere. È attraverso le complesse, ma affascinanti, funzioni della corteccia motoria che svolgiamo le diverse azioni quotidiane. Quest’area ci aiuta a controllare, eseguire e pianificare il movimento.

Ci permette anche di reagire agli stimoli, il che è fondamentale per la sopravvivenza. Ma non agisce da sola. Ogni movimento è reso possibile dalle svariate connessioni e associazione con altre aree dell’organismo.

In questo articolo vedremo dove si trova la corteccia motoria e quali sono le sue strutture e funzioni. Quali sono le patologie a essa associate in caso di lesioni o di un suo malfunzionamento.

Cos’è e dove si trova la corteccia motoria?

La corteccia motoria è una delle parti del telencefalo, che a sua volta fa parte dell’encefalo. La sua funzione principale è quella di promuovere il movimento. Attraverso di essa generiamo, manteniamo e finalizziamo i movimenti.

Grazie alla corteccia motoria, i movimenti volontari possono essere eseguiti consapevolmente. Questa area cerebrale si trova nel lobo frontale, poco prima della scissura di Rolando e della corteccia somatosensoriale.

In quest’area è presente una rappresentazione del corpo detta Homunculus corticale, la quale indica le parti della corteccia in cui si verifica il movimento; alcune si distinguono per le loro grandi dimensioni. Ad esempio, le mani (in particolare il pollice), la lingua e il viso.

Aree della corteccia motoria

In quali aree è divisa la corteccia motoria?

La corteccia motoria comprende diverse aree, attraverso le quali il movimento diviene possibile:

  • Corteccia motoria primaria. È l’area principale, responsabile della generazione degli impulsi nervosi necessari alla produzione del movimento volontario. È inoltre responsabile dell’invio di ordini ai muscoli volontari del corpo, che fa contrarre o tendere. È un’area con una soglia di eccitazione molto bassa.
  • Area motoria supplementare. Qui avviene la coordinazione dei movimenti complessi e della postura. Così come la sequenza dei movimenti nei grandi gruppi muscolari.
  • Area premotoria. È caratterizzata da una soglia di eccitazione elevata. Inoltre, è responsabile della memorizzazione dei movimenti che provengono da esperienze passate. Coordina e allo stesso tempo programma la sequenza di movimenti e l’attività della corteccia motoria primaria. Si trova di fronte alla corteccia motoria primaria e vicino alla scissura di Silvio. È coinvolta anche nei movimenti legati alla parola.
  • Area di Broca. È l’area coinvolta nell’elaborazione del linguaggio e quindi dei movimenti muscolari necessari. È localizzata nelle aree opercolare e triangolare del giro inferiore frontale.
  • Corteccia parietale posteriore. È l’area che trasforma le informazioni visive e di altri sensi in motorie. Si trova all’interno della classificazione motoria perché ha a che fare con il movimento, sebbene altre volte appaia come sensoriale per via della sua relazione con i sensi.

Patologie che colpiscono la corteccia motoria

Una lesione in questa area del cervello può causare  gravi conseguenze, dato che è coinvolta nella maggior parte delle azioni eseguite quotidianamente. Alcuni dei problemi legati a quest’area sono:

  • Paralisi. Consiste nella perdita totale o parziale del movimento di una o più parti del corpo. Quando la lesione si verifica in un emisfero, si manifesterà sul lato controlaterale. In altre parole, quando la corteccia motoria dell’emisfero sinistro è lesionata, il lato interessato sarà quello destro.
  • Aprassie. La persona non è in grado di eseguire movimenti quando richiesto. Cmprende l’ordine impartito e ha la disposizione a eseguirlo, ma non ha il controllo dell’esecuzione motoria.
  • Disartria. È un disturbo del linguaggio. La persona ha difficoltà ad articolare suoni o parole.
  • Agrafia. Consiste nella mancata capacità di esprimere idee e pensieri attraverso il linguaggio scritto.
  • Afasia di Broca. In questo caso la persona subisce un’alterazione nella produzione del linguaggio espressivo. Caratterizzata da difficoltà nell’articolazione delle parole, alterazioni della scrittura e difficoltà a ricordare le parole.
Afasia

Ad ogni modo, la ricerca sulla corteccia motoria procede in maniera costante, poiché è attraverso di essa che si cercano le risposte per poter sviluppare metodologie di riparazione dopo una lesione. Lo studio di Bunkerot e collaboratori,  pubblicato nel 2018 sulla rivista Restorative Neurology and Neuroscience, ne è un esempio.

Nell’articolo viene evidenziata l’importanza della corteccia motoria per il movimento. La ricerca mostra la plasticità adattativa della corteccia dopo la ricostruzione di una presa in individui con tetraplegia.

La metodologia chirurgica descritta rappresenta una finestra sulla neuroplasticità corticale a seguito del recupero della funzione del braccio e della mano.

Considerazioni finali

I progressi delle neuroscienze ci aiutano a capire come risponde la corteccia alle lesioni e alle cure. L’inizio di un percorso per trovare soluzioni definitive per i danni corticali.

La corteccia motoria è l’asse del movimento. Senza di essa, non saremmo in grado di eseguire le azioni a cui siamo abituati. Attraverso le sue codifiche e connessioni, invia e riceve segnali da e verso le diverse parti del corpo. In questo modo, consente i movimenti volontari consapevoli offrendoci, quindi, la possibilità di relazionarci con il mondo a livello motorio.


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  • Bear, M. F. Connors, B. W., Paradiso, M.A., Nuin, X. U., Guillén, X. V. & Sol Jaquotot, M. J. (2008). Neurociencias: la exploración del cerebro. Wolters Kluwer/Lippincott Williams & Wikins.
  • Bunketorp Käll, L., Cooper, R.J. Wangedell, J., Fridén, J., & BjöRNSDOTTER, m. (2018). Adaptative motor cortex plasticity following grip reconstruction in individuals with tetraplegia. Restorative neurology and neuroscience, 36 (1), 73-82.

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