Cronopatia: l'ossessione di approfittare del tempo

Guardiamo costantemente l'orologio? Abbiamo la sensazione che il tempo ci stia scivolando tra le dita? Possiamo prendere alcune misure per rendere più produttiva la nostra routine e migliorare così la qualità della vita.
Cronopatia: l'ossessione di approfittare del tempo
Gema Sánchez Cuevas

Revisionato e approvato da la psicologa Gema Sánchez Cuevas.

Ultimo aggiornamento: 30 dicembre, 2022

Viviamo nella società dell’immediatezza, tutto quello che ci circonda ci conduce a ritmi di vita frenetici. Ci preoccupiamo sempre di più che le nostre giornate siano davvero produttive e ciò può trasformarsi in un’ossessione chiamata cronopatia.

Oggi non è ben visto il “dolce far nulla”, è più normale e accettato dire di non avere tempo. Alcuni addirittura nascondono le loro intenzioni di rilassarsi. La società si aspetta da noi la massima produttività.

Che cos’è la cronopatia?

Questo treno della vita che molti di noi sono costretti a prendere può facilmente provocare la cosiddetta cronopatia, malattia caratterizzata dall’ossessione di sfruttare al meglio il tempo. Una preoccupazione intensa e costante per rendere le giornate più produttive.

Al di là della cultura neoliberista che richiede una produttività costante, è difficile contrastare questa ossessione. Secondo lo psichiatra Marian Rojas Estapé, uesta tendenza può essere molto dannosa per la società. Lo studioso parla della falsa idea secondo cui “la fretta e l’accelerazione producono maggiori e migliori risultati”.

“Se qualcuno dice: non ho tempo, vado di fretta, sono molto impegnato… Lo assimiliamo come normale e corretto”, aggiunge. Inoltre, quando riconosciamo che la sua agenda non è molto fitta, ci sorprendiamo e tendiamo a giudicare negativamente la persona che abbiamo davanti”.

Mano che tiene un orologio.

Conseguenze dell’essere schiavi del tempo

Questa preoccupazione per il tempo può avere gravi conseguenze da un punto di vista psicologico. E, peggio ancora, può influenzare la nostra vita quotidiana in modi diversi.

  • Difficoltà a pensare chiaramente. Vivere in uno stato costante di accelerazione e iperattività impedisce di pensare con lucidità. Non si gode delle pause e della calma necessarie per stabilire le priorità.
  • La percezione del tempo è più accelerata. La sensazione che il tempo stia sfuggendo si autoalimenta. Vale a dire: più siamo ossessionati dall’idea di sfruttare al massimo il tempo, maggiore è la sensazione che ci stia scivolando tra le dita.
  • Estranei alle proprie emozioni. Quando ci preoccupiamo di essere produttivi, è facile ignorare il nostro universo interiore. La cronopatia può allontanarci dalle nostre stesse emozioni. Non abbiamo il tempo per ascoltarle e identificare eventi emotivi rilevanti.
  • Eccesso di tensione, ansia e stress. Per quanto questi stati emotivi passino inosservati, il nostro corpo continuerà a subirne le conseguenze, anche se è in silenzio. E questo insieme di emozioni non vissute o represse può tradursi in stress, tensione e ansia.
  • Non vivere il momento presente. L’aspetto più triste è che questo costante stato di accelerazione ci impedisce di goderci il momento presente. Ogni giorno sprechiamo innumerevoli momenti molto preziosi per noi e per chi ci circonda. Troviamo difficile sfruttare l’opportunità di disconnetterci, rilassarci o fare qualcosa che ci motiva davvero.

L’ambiente digitale influisce sulla cronopatia?

Vivendo nella società dell’immediatezza, si spera che la cronopatia trovi un terreno fertile favorevole nel mondo digitale. Secondo Estapé, “ci arrivano costanti avvisi (dall’ambiente digitale) “; può trattarsi della notifica di un mezzo di comunicazione, un social network o un semplice video.

Questo bombardamento di stimoli esterni ci porta a uno stato di allerta costante. “Il sistema di allerta si attiva, dunque non ci rilassiamo”, spiega lo psichiatra.

Sebbene l’ambiente digitale ci fornisca numerosi elementi positivi, dobbiamo controllare il rapporto che manteniamo con esso. Dopotutto, solo noi abbiamo la possibilità di fermarci e proteggere la nostra salute.

“Oggi dobbiamo insegnare al cervello a rallentare e a fermarsi in modo da non ammalarci così tanto”, conclude Estapé.

Cellulare con molte notifiche.

Come abbandonare l’ossessione del tempo produttivo?

È chiaro che la produttività e l’efficienza possono diventare un’ossessione. Ma come combattere questa corrente che sembra trascinarci tutti senza speranza? Ecco alcuni suggerimenti che possiamo provare ad applicare nella vita quotidiana:

  • Non saturare l’agenda. Per quanto possibile, cerchiamo di ridurre le attività da svolgere in modo da poterle completare con la massima calma. In questo modo saremo molto più consapevoli di quello che facciamo e non ci sentiremo sopraffatti dalla mancanza di tempo.

  • Cercare un hobby. Può essere difficile a volte, ma trovare un hobby migliora la qualità della vita. Ci farà sentire bene e ci permetterà di concentrare l’attenzione su un’attività positiva e piacevole.

  • Lasciare del tempo libero. Si consiglia vivamente di lasciare uno spazio vuoto nell’agenda. Una porzione di tempo non pianificata, interamente dedicata a se stessi.

  • Gioire più del processo che del risultato. Se il percorso non è di nostro gradimento, potremmo non essere capaci di goderci il risultato. A tutti noi piace fare le cose bene e ciò è positivo, ma trovare piacevole il percorso che ci conduce ai risultati desiderati dovrebbe essere l’unico dei nostri obblighi.

Conclusioni

Quanto esposto in questo articolo può migliorare la qualità della nostra vita. Grazie a essi, sentiremo che il tempo non scorre a una velocità che non ci piace e le giornate smetteranno di passare come quando guidiamo con il pilota automatico.

Presteremo attenzione solo agli elementi più salienti, mentre nei compiti più pesanti non avvertiremo l’irrequietezza di spingere mentalmente la lancetta dei secondi.


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