Damasio: le emozioni motivano la mente

Antonio Damasio, come altri neuroscienziati, sostiene che le emozioni motivano la mente ed è per questo che l'intelligenza artificiale non sarà mai uguale a quella umana.
Damasio: le emozioni motivano la mente
Gema Sánchez Cuevas

Revisionato e approvato da la psicologa Gema Sánchez Cuevas.

Ultimo aggiornamento: 12 marzo, 2023

Antonio Damasio è un prestigioso neuroscienziato di origine portoghese che ha dedicato gran parte della sua vita allo studio delle basi neurologiche della mente. Nel suo libro L’errore di Cartesio: emozione, ragione e cervello umano descrive l’idea secondo cui le emozioni motivano la mente umana.

Nell’opera Emozione e coscienza Damasio finì di consolidare la sua tesi. La sua lunga esperienza e le sue ricerche lo portarono alla conclusione che i sentimenti siano effettivamente il motore della mente, e non la conoscenza o la ragione in quanto tale.

Cosa si intende con tale affermazione? La nostra condotta è motivata dalla nostra sfera emotiva e non tanto da quello che pensiamo con il nostro lato più razionale. Damasio dice che tutto quello che è stato creato dalla civiltà umana è frutto dei sentimenti.

“In quei processi computazionali altamente complessi, basati sulla codifica e sul silicio, non c’è vita o rischio o vulnerabilità, e quindi non c’è modo di dotarli di sentimenti.”

-Antonio Damasio-

Cuore e mente.

I sentimenti motivano la mente

È facile trovare la relazione tra i sentimenti e certe nostre azioni, come quando si scrive una poesia. Tuttavia, Antonio Damasio dice che la conquista dello spazio esterno, la ricerca microscopica e persino le decisioni commerciali sono il risultato di ciò che una o più persone provano.

Il neuroscienziato afferma che i mezzi moderni per esplorare il cervello gli hanno permesso di corroborare la sua tesi. Attraverso la risonanza magnetica, per esempio, è possibile ottenere immagini molto dettagliate di tutto il cervello e studiarlo a fondo.

Oggi conosciamo molto meglio il cervello umano grazie a queste scansioni, e non solo tramite il comportamento constatabile tramite osservazione, come accadeva prima. Cosa ha a che fare ciò con l’affermazione di Damasio? Vediamolo insieme.

Damasio: mente, emozioni e sentimenti

Antonio Damasio descrive le emozioni come dispositivi automatici con cui veniamo al mondo. Funzionano da sé e non hanno bisogno di pensiero per essere attivate. Ci sono emozioni primarie o di base, come la paura, la rabbia, la soddisfazione, la tristezza, ecc. Altre emozioni sono sociali e quindi più complesse.

Le emozioni ci accompagnano sin dalla nascita, ma quando una persona entra nel mondo e cresce, impara ad associarle a certi oggetti o eventi. Per esempio, l’oggetto “cane” può essere associato all’emozione “felicità”; o l’evento “raduno di persone” può essere associato all’emozione “paura“. La connessione tra un oggetto o un evento con un’emozione è ciò che configura i sentimenti.

D’altra parte, le emozioni possono manifestarsi a livello fisico. La paura provoca un aumento della frequenza cardiaca e respiratoria, pallore, ecc. I sentimenti sono una realtà simbolica. Allo stesso modo, l’emozione crea una sequenza di azioni, mentre il sentimento è associato al risultato di quella catena.

Così, quando vediamo un cane, possiamo sentire “felicità” e questa sensazione di benessere ci porta a dare una carezza all’animale. Oppure vediamo un gruppo di persone e l’emozione “paura” si attiva, così scappiamo da quel posto. L’emozione è ciò che sorge in prima istanza, il sentimento corrisponde alla decisione di compiere una certa azione.

Sentimento e ragione.

La motivazione

A partire da questo funzionamento di base, si arriva a emozioni e sentimenti molto complessi. Sulla base di ciò, Antonio Damasio sostiene che i sentimenti motivano la mente. Da un punto di vista biologico, i sentimenti forniscono la “regolazione omeostatica”.

Questa regolazione si riferisce allo stato di equilibrio di un organismo. Damasio dice che operano come “informatori”. Se una persona si sente allegra quando si sveglia e ha voglia di iniziare la giornata, significa che il suo equilibrio omeostatico è buono. Se, d’altra parte, il suo umore è basso o si sente arrabbiata, è un segno che questo equilibrio deve essere ripristinato.

In un caso ci sarà più volontà di agire e di affrontare le sfide, anche se complesse. Nell’altro, sarà vero il contrario. Questo illustra come, alla fine, i sentimenti spingono la mente verso una direzione piuttosto che un’altra.

In entrambi i casi ci sarà un’inclinazione verso certe azioni. Sulla base delle conoscenze ed esperienze pregresse, il tutto si tradurrà in manifestazioni concrete: una giornata di lavoro, il progetto di un razzo, la conquista del potere, e così via.


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  • Damasio, A. (1997). El error de Descartes. Revista de Filosofía, ág-129.


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