Demenza frontotemporale: sintomi e trattamento

Questa demenza può essere particolarmente difficile da diagnosticare, soprattutto nelle prime fasi, poiché i sintomi spesso sono uguali a quelli di altre patologie.
Demenza frontotemporale: sintomi e trattamento
Gema Sánchez Cuevas

Revisionato e approvato da la psicologa Gema Sánchez Cuevas.

Ultimo aggiornamento: 13 febbraio, 2023

Quando parliamo di demenza, pensiamo spesso che possa colpire solo le persone anziane. Tuttavia, non esiste un solo tipo di demenza, bensì ve ne sono diverse. Alcune possono colpire anche i giovani, come l’Alzheimer ad esordio precoce e la demenza frontotemporale.

La demenza frontotemporale, o degenerazione lobare frontotemporale, è un termine generico che si riferisce a un gruppo di malattie rare che colpiscono soprattutto i lobi frontali e temporali del cervello (aree associate alla personalità, al comportamento e al linguaggio) provocandone la perdita dei neuroni.

Le persone affette vanno incontro a drastici cambiamenti della personalità al punto da adottare, talvolta, una condotta sociale inappropriata. Possono persino diventare molto impulsive, emotivamente indifferenti o perdere alcune abilità legate al linguaggio o al movimento.

La demenza frontotemporale in genere compare tra i 40 e i 45 anni ed è la seconda forma più comune di demenza tra gli adulti relativamente giovani.

Mini-Mental status, donna compone puzzle.

Cause della demenza frontotemporale

In caso di demenza frontotemporale, le aree colpite si contraggono, ovvero si atrofizzano. I sintomi accusati variano a seconda dell’area cerebrale interessata.

Questa demenza viene spesso confusa con un disturbo psichiatrico o con l’Alzheimer. Come anticipato, tuttavia, tende a presentarsi in una fascia di età ben precisa.

I ricercatori non hanno identificato una sola causa per questo disturbo neurodegenerativo, ma avanzano diverse teorie. Per esempio, sembra che in alcuni cervelli si sviluppano delle strutture proteiche anomale note come corpi di Pick che compromettono la corretta attività cerebrale.

A oggi, tuttavia, la scienza non è stata in grado di capire in che modo si formano queste proteine, dunque come prevenirle. Non ci sono altri fattori di rischio noti che possono aiutare a prevenire la comparsa della demenza frontotemporale.

I sintomi della demenza frontotemporale

I sintomi della demenza frontotemporale possono variare notevolmente a seconda dell’individuo. I ricercatori suddividono i sintomi che compaiono nelle persone con questo disturbo in gruppi, a seconda che riguardino il comportamento, il modo di esprimersi e il linguaggio, nonché la capacità di muoversi.

Cambiamenti di comportamento

I sintomi più comuni prevedono un cambiamento estremo della condotta e della personalità. I più caratteristici sono:

  • Comportamenti inappropriati.
  • Apatia o mancanza di motivazione e desiderio.
  • Difficoltà di espressione e linguaggio.
  • Perdita di empatia e altre abilità interpersonali.
  • Cambiamenti nelle abitudini alimentari, principalmente eccesso di cibo.
  • Mancanza di giudizio e inibizione.
  • Mancanza di consapevolezza sui cambiamenti in termine di condotta e pensiero.
  • Comportamento compulsivo ripetitivo.
  • Mancanza di igiene personale.
  • Tendenza a mettersi le mani in bocca e a ingerire oggetti non commestibili.

Disturbi del linguaggio

Esistono due tipi di afasia primaria progressiva considerate demenza frontotemporale: la demenza semantica e l’afasia grammaticale.

  • La demenza semantica o afasia progressiva primaria di tipo semantico riguarda la presenza di anomia, ovvero la difficoltà a nominare gli oggetti. La persona, di fatto, tende a sostituire una parola specifica con una più generale e perde persino la conoscenza del significato della parola.
  • Afasia progressiva: è caratterizzata da un linguaggio non fluente ed esitante. Il discorso sembra telegrafico a causa dell’uso improprio dei pronomi e di alcuni errori nella costruzione della frase.

Disturbi del movimento

I sottotipi più rari di demenza frontotemporale sono caratterizzati anche da disturbi del movimento, per certi versi simili a quelli associati al morbo di Parkinson o alla sclerosi laterale amiotrofica. Tra i suoi principali sintomi segnaliamo:

  • Tremori.
  • Debolezza muscolare.
  • Difficoltà a deglutire.
  • Spasmi muscolari.
  • Mancanza di coordinamento.
  • Rigidità.

Diagnosi

Non esiste un singolo esame in grado di rilevare la demenza frontotemporale. Ecco perché i medici si basano su alcuni sintomi e procedono per esclusione di altre possibili cause.

Persona anziana che si regge la testa.

Può essere particolarmente difficile diagnosticare la demenza frontotemporale, soprattutto nelle prime fasi, poiché i suoi sintomi sono comuni ad altre condizioni. In ogni caso possono essere eseguiti diversi esami che aiutano nell’elaborazione della diagnosi, tra questi:

  • Esami del sangue: per escludere che i sintomi non siano causati da una malattia diversa, come una malattia fegato o reni.
  • TAC: per rilevare eventuali anomalie visibili che potrebbero causare i sintomi osservati e per ottenere immagini più dettagliate del cervello.
  • Tomografia a emissione di positroni: per analizzare il metabolismo della glicemia nel cervello e identificare eventuali anomalie cerebrali a carico del lobo frontale o temporale.

Come si cura la demenza frontotemporale?

La demenza frontotemporale non può essere curata né esiste un trattamento valido per frenarne il decorso. Ci si concentra, pertanto, sulla sola gestione dei sintomi.

Per esempio, per ridurre i problemi comportamentali associati alla demenza frontotemporale, i medici possono prescrivere degli antidepressivi e degli antipsicotici. Bisogna tuttavia assumere con cautela questi farmaci, perché i loro effetti collaterali includono rischio di morte nei soggetti con demenza.

In alcuni casi, i sintomi della demenza frontotemporale possono essere trattati con apposita terapia. Ad esempio, quando la persona mostra difficoltà di linguaggio, la logopedia insegna strategie di comunicazione alternative.


Questo testo è fornito solo a scopo informativo e non sostituisce la consultazione con un professionista. In caso di dubbi, consulta il tuo specialista.