I diversi disturbi del linguaggio

Quali disturbi del linguaggio esistono? Quali sono le cause e i sintomi? Proviamo a rispondere a questi quesiti.
I diversi disturbi del linguaggio

Ultimo aggiornamento: 22 novembre, 2020

Il linguaggio è uno degli strumenti più potenti dell’essere umano, lo distingue dalle altre specie e gli permette di comunicare e trasmettere informazioni, sentimenti, desideri…ma anche di tramandare culture e conoscenze. Non tutto fila sempre liscio, però, e in questo articolo presentiamo i diversi disturbi del linguaggio.

Nel corso della storia moltissimi gli psicologi hanno analizzato il ruolo del linguaggio nello sviluppo umano; uno fra tutti fu il russo Lev Vygotsky, che diede un contributo fondamentale al riguardo. Purtroppo, esistono alcune disfunzioni sul piano verbale che possono causare diversi disturbi del linguaggio.

“Per comprendere il linguaggio degli altri, non è sufficiente comprenderne le parole, è necessario capirne il pensiero.”

-Lev Vygotsky-

Soffrire di un disturbo del linguaggio può avere varie conseguenze a livello sociale, accademico e personale. La comunicazione è un pilastro della nostra quotidianità, ciò che ci consente di interagire, condividere informazioni, esprimerci. Quali sono i disturbi del linguaggio più comuni? Scopriamone definizione, cause e sintomi.

Bambina fa esercizi orali per migliorare il linguaggio.

Tipi di disturbi del linguaggio

Esistono diversi disturbi del linguaggio che alterano la capacità di pronunciare correttamente suoni e parole. Questi disturbi ostacolano la comunicazione del bambino che non sempre riesce a farsi capire. Secondo il DSM-5 (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali) esistono i seguenti disturbi del linguaggio:

  • Del linguaggio.
  • Disturbo fonetico fonologico.
  • Della fluenza con esordio nell’infanzia.
  • Disturbo della comunicazione sociale.
  • Altri disturbi della comunicazione senza specificazione.

Nell’articolo di oggi ci concentriamo sui disturbi fonologici, senza addentrarci in quelli comunicativi. Vediamo le caratteristiche principali di questi disturbi del linguaggio.

Disfasia

La disfasia è un disturbo del linguaggio che comporta una serie di difficoltà nella comprensione ed espressione del linguaggio. Colpisce i bambini con un’intelligenza adeguata all’età o alla fase di sviluppo.

Il piccolo presenta difficoltà nel linguaggio scritto e orale, così come nella lettura. Come vediamo, è un disturbo generalizzato. A seconda dell’origine, la disfasia può essere di due tipi:

  • Disfasia evolutiva: le sue cause sono sconosciute (non deriva da altri disturbi). Si manifesta nel momento in cui il bambino inizia a comunicare.
  • Disfasia acquisita: è il prodotto di un incidente cerebrale, un trauma cranico-encefalico, una crisi convulsiva etc. Provoca un linguaggio ipoproduttivo, ossia notevolmente ridotto.

Oltre a ciò, a seconda del processo alterato, la disfasia può essere classificata in:

  • Recettiva: colpisce la comprensione.
  • Espressiva: riguarda l’espressione.

Infine, esiste un tipo particolare di disfasia denominata come sindrome di Landau Kleffner (afasia acquisita con disturbi convulsivi). Si tratta di un disturbo recettivo-espressivo che si manifesta con un’accesa iperattività che comporta alterazioni nell’elettroencefalografia (EEG). È causata da un ictus epilettico e può manifestarsi all’improvviso dai tre ai sette anni di età.

Disturbo fonologico (dislalia)

La dislalia, o alterazione della pronuncia, causa difficoltà o errori nell’articolazione delle parole. Gli errori più frequenti nei bambini con dislalia riguardano la sostituzione di suoni, la distorsione dei suoni o la mancanza (omissione) o aggiunta (inserzione) degli stessi.

La causa è disfunzione, ossia non esiste una lesione organica che la giustifica (non si conosce la sua eziologia). La dislalia è uno dei disturbi del linguaggio più frequenti durante l’infanzia; si calcola che tra il 2-3% dei bambini tra i sei e i sette anni di età ne soffra in forma moderata o grave, sebbene nella maggior parte dei casi si tratti di forme lievi.

La diagnosi viene formulata quando gli errori di comunicazione commessi dal bambino siano inadeguati alla fase dello sviluppo e compromettano la sua inclusione sociale e il suo rendimento scolastico.

Balbuzie (disfemia) tra i diversi disturbi del linguaggio

La balbuzie, o disfemia, denominata anche disturbo della fluenza con esordio nell’infanzia secondo il DSM-5, è sicuramente uno dei disturbi del linguaggio più conosciuti a livello sociale.

La balbuzie intacca la fluenza e il ritmo del discorso. Quando parla, una persona balbuziente emette uno o più spasmi all’inizio della parola o durante la stessa, quasi come se fosse bloccata. Questo si traduce in un’interruzione del normale ritmo della comunicazione.

Questo disturbo si manifesta in genere a partire dai tre e gli otto anni, ovvero l’età in cui si inizia ad acquisire una normale padronanza di linguaggio. A seconda di quanto si protrae, si parla di disfemia:

  • Evolutiva: dura pochi mesi.
  • Benigna: dura pochi anni.
  • Permanente: è cronica e si osserva fino all’età adulta.

Curiosamente, le persone balbuzienti non balbettano nelle seguenti situazioni: quando cantano, quando recitano un testo imparato a memoria, quando sono sole o quando parlano con gli animali. Questo quadro suggerisce un disturbo altamente influenzato dall’ansia sociale.

D’altra parte, secondo uno studio di Ramos (2019), la musica e i suoi elementi (come il ritmo) possono aiutare le persone con balbuzie a controllare la velocità del discorso, a ridurre la tensione muscolare del volto, ad aumentare la coordinazione fonorespiratoria e a ridurre l’handicap linguistico.

Uomo fa esercizi per superare la balbuzie.

Aprassia

Un altro disturbo del linguaggio è l’aprassia, ovvero difficoltà nell’articolazione dei suoni. È la conseguenza di un’alterazione degli organi bucofonatori, come malformazioni congenite di labbra, denti, lingua, etc. È dunque di natura organica.

Disartria tra i diversi disturbi del linguaggio

La disartria è un disturbo del linguaggio dovuto a una lesione del sistema nervoso, in particolare nelle sedi del controllo neuromotorio. Si traduce nella difficoltà ad articolare le parole legata a problemi neurologici che determinano un inadeguato tono muscolare della bocca e degli altri muscoli legati alla produzione del discorso.

La persona non è capace di articolare le parole in modo adeguato. Come la dislalia, è uno dei disturbi del linguaggio più conosciuti.

Afasia

Secondo un modello di neuropsicologia classico, l’afasia differisce dalla disfasia per la maggior gravità della. Secondo il modello cognitivo, invece, disfasia e afasia differiscono in quanto la prima è evolutiva, mentre la seconda acquisita.

Altri autori suggeriscono un’ulteriore differenza, ovvero che la disfasia interessa solo gli adulti. In ogni caso, anche l’afasia causa perdita o alterazione del linguaggio a seguito di lesione cerebrale (come un ictus o un trauma cranio encefalico). Esistono diversi tipi di afasie a seconda di dove è collocata la lesione, e i sintomi possono essere molto diversi.

“Il linguaggio è uno strumento molto potente. Esso non si limita a descrivere la realtà. Il linguaggio crea la realtà che descrive.”

-Desmond Tutu-


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  • Rodríguez, P. (2002). La tartamudez desde la perspectiva de los tartamudos. Universidad Central de Venezuela.

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