La depressione endogena non ha bisogno di motivi per causare tristezza

La depressione endogena non ha bisogno di motivi per causare tristezza

Ultimo aggiornamento: 07 aprile, 2017

La depressione endogena è un disturbo dell’umore caratterizzato da profonda tristezza, sconforto, apatia… Tuttavia, la causa della depressione endogena differisce da quella della depressione reattiva. Nella prima non si presenta una situazione esterna scatenante, bensì è dovuta a fattori interni e psico-biologici.

È causata da un’alterazione o da un cambiamento strutturale della biochimica cerebrale; nella depressione reattiva, invece, esiste una relazione evidente tra il fattore scatenante e l’inizio del disturbo, essendo il motivo scatenante il nucleo centrale della depressione.

La mancanza di cause esterne identificabili può ostacolare la comprensione della malattia da parte delle persone che la subiscono e del soggetto che ne soffre in prima persona. Uno squilibrio nella chimica del nostro cervello è sufficiente per farci sprofondare in una profonda tristezza che nemmeno noi comprendiamo, ma dalla quale non riusciamo a sottrarci senza aiuto.

La chimica della depressione

Nella depressione endogena si presenta una forte riduzione della serotonina, come avviene in quella esogena, ma in questo caso non si deve a fattori esterni, bensì si presenta in modo naturale. Questa forma di depressione presenta un’elevata componente genetica, anche se essa, “semplicemente”, aumenterebbe le probabilità di soffrire di depressione, ma non la determinerebbe. Ci sono diverse ipotesi che relazionano vari neurotrasmettitori con la depressione.

Secondo l’ipotesi noradrenergica, la depressione si deve ad un deficit funzionale della noradrenalina nelle sinapsi cerebrali. Una delle scoperte che rafforzano questa teoria è che la privazione del sonno, concretamente della fase REM, presenta effetti antidepressivi e questo si deve ad un aumento della sensibilità dei recettori di noradrenalina.

La serotonina svolge un ruolo molto importante di regolazione dell’equilibrio del nostro corpo modulando l’eccessiva attivazione. Il deficit di questo neurotrasmettitore, accompagnato dal deficit funzionale catecolaminergico, può provocare uno stato depressivo. Inoltre, alcuni studi dimostrano la relazione tra la riduzione della serotonina e la tendenza al suicidio.

Sintomi tipici nella depressione

Vi sono diversi sintomi depressivi e non tutti i soggetti affetti presentano gli stessi, ma la sintomatologia tipica della depressione è:

  • Sintomi emozionali: la tristezza è il sintomo per eccellenza della depressione. Può essere accompagnata da irascibilità, sensazione di vuoto o nervosismo. Si presenta una forte riduzione delle emozioni positive.
  • Sintomi motivazionali e comportamentali: stato generale di inibizione che si traduce in apatia, indifferenza e anedonia.
  • Sintomi cognitivi: si presenta un’alterazione della memoria, dell’attenzione e della capacità di concentrazione. Inoltre, il contenuto delle cognizioni viene alterato da autosvalutazione, autoincolpamento e perdita dell’autostima.
  • Sintomi fisici: sono abituali i disturbi del sonno, come l’insonnia o l’ipersonnia. Possono presentarsi anche fatica, perdita di appetito, riduzione delle attività e del desiderio sessuale.
  • Sintomi interpersonali: si presenta un forte deterioramento delle relazioni interpersonali, che può indurre persino all’isolamento.

Anche se questi sintomi possono presentarsi in qualsiasi forma di depressione maggiore, vi sono alcune differenze rispetto al modo in cui si manifesta ciascun sintomo e, soprattutto, con quale intensità. La depressione maggiore, sia essa reattiva o endogena, è invalidante e non favorisce le relazioni sociali e le prestazioni lavorative anche se quella endogena di solito è più grave.

Sintomi tipici della depressione endogena

Nonostante entrambe le forme di depressione (reattiva ed endogena) condividano in maggior misura la sintomatologia, esistono comunque delle differenze. Le depressioni endogene hanno una maggiore sintomatologia vegetativa, per esempio, tachicardia. I sintomi sono più seri, con una maggiore propensione ai pensieri suicidi. Nella maggior parte dei casi, inoltre, è possibile identificare una variazione stagionale dei sintomi e una manifestazione precoce degli stessi.

Si produce una tristezza più intensa, intrusiva, spropositata e penetrante. Essa, inoltre, va accompagnata da un’evidente anedonia o, in altre parole, incapacità di provare piacere. Vi è una perdita di reattività, non si è capaci di reagire emozionalmente dinanzi ad eventi positivi importanti.

Non è possibile contrastare la depressione endogena volontariamente, nonostante ci si sforzi in tal senso. Non esistendo nessuna causa identificabile sulla quale poter incentrare la terapia, i medicinali sono la prima opzione di trattamento. La buona notizia riguardo a questa forma di depressione è che risponde molto bene agli antidepressivi. Unire la terapia farmacologica all’intervento psicologico può essere lo strumento migliore per trattare il problema ed è, senza dubbio, quello che consigliamo.


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