Depressione maggiore: sintomi e terapie
La depressione maggiore si manifesta quando la distimia che affligge un individuo degenera. Si tratta di situazioni in cui l’insoddisfazione, la sfiducia e la fatica della prima condizione possono arrivare a intensificarsi fino a sfociare in uno stato psicologico molto buio e invalidante. Ci troviamo dinnanzi a una realtà clinica sempre più comune.
Molto probabilmente non tutti hanno sentito parlare di questa condizione. Tuttavia, la depressione maggiore è oggetto di studio costante per un motivo molto evidente: negli ultimi 10 anni sono sempre di più i pazienti (persino adolescenti) che hanno sofferto prima di un disturbo depressivo persistente (distimia) e poi di una forma di depressione maggiore.
Lavori come quello condotto dal dipartimento di psicologia dell’Università dell’Illinois a Chicago e pubblicato sul Journal of Psychiatric Research indicano che l’origine di ciò risiede nella cronicità della distimia. Ci sono persone che vivono per anni schiacciate da una realtà segnata da scarsa motivazione, perenne tristezza, fatica e sconforto, laddove prima o poi prenderanno coscienza di un fatto: quello di aver perso completamente il controllo della propria vita.
Quando sopraggiungono questi pensieri e la vulnerabilità che ne consegue, questa lieve forma di depressione si trasforma in depressione maggiore. Proprio allora si manifesta l’anedonia, con sensi di colpa e pensieri suicidi. Come vedremo, sono situazioni molto complesse, in cui gli specialisti si trovano a dover affrontare una grande sfida: trattare i sintomi, comprendere le cause e decidere la terapia migliore a seconda dei bisogni specifici di ogni paziente.
Perlopiù sei tu ad aver costruito la tua depressione. Non ti è stata assegnata. Pertanto, sei tu a poterla distruggere.
-Albert Ellis-
Depressione maggiore: sintomi e cause
Sappiamo già che la depressione è il risultato di una grave complicazione del disturbo depressivo persistente (distimia). A questo punto, dobbiamo dire che il termine in quanto tale è comparso negli anni ’80, ma solo circa 10 anni fa si è iniziato a chiarire il suo significato e a darne una definizione più rigorosa.
Nella nuova edizione del DSM-5 (Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali) rappresenta, infatti, caratteristiche distintive. Sono le seguenti:
- La depressione maggiore part da un disturbo depressivo persistente (distimia). Questo significa che il paziente ha trascorso gran parte della sua vita con uno stato d’animo caratterizzato da sfiducia. Si tratta di stati cronici in cui, nonostante il soggetto abbia un proprio posto di rispetto nella società, sperimenta un basso livello di energia, sentimenti di tristezza e problemi nel prendere decisioni in modo quasi ricorrente.
- Il disturbo depressivo persistente è solitamente difficile da individuare. Sono molte le persone che ne soffrono, ma riescono a svolgere i propri doveri, il proprio lavoro e a mantenere relazioni senza chiedere l’aiuto di un professionista. Tuttavia, a un certo punto della loro vita percepiscono che qualcosa sta peggiorando.
- All’improvviso si manifesta la totale perdita di interesse verso ciò che li circonda. Non c’è niente che li attiri, che li entusiasmi o che per loro abbia un significato.
- Compare un eccesso di insonnia.
- Si presentano anche la lentezza dei movimenti, la chiara difficoltà a muoversi o nel realizzare attività quotidiane.
- Prendono forma i pensieri suicidi (cosa che non si verifica con il disturbo depressivo persistente).
Tale cambiamento, quel momento in cui passiamo dalla speranza all’idea di “sparire”, è già parte di ciò che conosciamo come depressione maggiore.
Perché compare questa forma di depressione?
In uno studio condotto dall’Università di Boston nel 2013, e pubblicato sulla rivista Molecular Pharmacology, si dice che il 10% della popolazione soffre di distimia e che di questa percentuale quasi il 75% corre il rischio di sviluppare una depressione maggiore. Le causa per cui questo si verifica sono generalmente le seguenti:
- Uno stato di tristezza cronica e di disperazione sfocia prima o poi in altre condizioni: disturbi dell’alimentazione, isolamento sociale, mancanza di motivazione… Tutto ciò logora la realtà del paziente, fino a quando non insorgono problemi relazionali, sul lavoro, ecc.
- Il malessere emotivo sfocia in uno stile di vita insano. Il fatto che la distimia peggiori (ancor più se non trattata) fino a sfociare in una forma di depressione maggiore è un rischio concreto.
Trattamento della depressione maggiore
Gli esperti rivelano un aspetto degno di attenzione: è più facile intervenire sulla depressione maggiore che non sulla distimia. In tal senso, come avrete capito, la chiave di tutto ciò risiederebbe nel reagire al disturbo depressivo persistente per evitare che sfoci in una forma di depressione maggiore. Di conseguenza, una volta diagnosticata la depressione maggiore, è necessario portare a termine le seguenti strategie:
- Terapia farmacologica: secondo uno studio pubblicato sulla rivista Neuropsychopharmacology Psychiatry e eseguito dai dottori Hellerstein, Yanowitch, Rosenthal, il trattamento a base di antidepressivi serotoninergici è molto efficace.
- Le terapie espressive ed emotive risultano particolarmente terapeutiche al fine di liberare le emozioni, canalizzarle e trasformarle.
- Le terapie cognitivo-comportamentali, con pratiche come la ristrutturazione cognitiva allo scopo di modificare le convinzioni disfunzionali, sono un’altra strategia altamente consigliabile.
Infine, ma non per questo meno importante, bisogna essere in grado di chiedere aiuto a un professionista ogni volta che proviamo quella disperazione cronica che sembra non volersi separare da noi. Vivere in questo stato, in questa distimia ricorrente e appiccicosa ci colloca sul precipizio di un abisso profondamente pericoloso. Bisogna evitarlo: dobbiamo essere capaci di chiedere l’aiuto di un esperto.