Dipendenza da running: correre non basta mai

Dipendenza da running: correre non basta mai
Laura Reguera

Scritto e verificato la psicologa Laura Reguera.

Ultimo aggiornamento: 22 dicembre, 2022

Fare sport porta con sé molti benefici: una salute migliore, un aspetto fisico migliore e una serie di emozioni positive. Può anche far male? Sì, se da elemento portante della vita diventa un’ossessione, se non basta mai e ne vorremmo sempre di più. Un esempio è la dipendenza da running.

Quando cominciamo a fare sport, ci vuole tempo e fatica per abituarci. Rendere un’attività sportiva parte della nostra routine richiede una certa dose di autocontrollo e forza di volontà. Una volta instaurata l’abitudine, però, e quasi senza rendercene conto, spesso finisce per diventare una parte essenziale della nostra vita. Vediamo come si passa dal piacere della corsa alla dipendenza da running.

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-Hal Higdon (scrittore americano e runner)-

I benefici del running

Fare sport contribuisce a un migliore stato di salute complessivo. Da una parte, aiuta a prevenire le malattie cardiovascolari e altre patologie croniche e riduce il rischio di morte prematura. Dall’altra, migliora l’umore e rafforza le emozioni positive. Influisce anche sulla qualità del sonno.

Quali sono invece i benefici della corsa?

“Correre a lungo e con impegno è un antidepressivo ideale: è difficile correre e allo stesso tempo sentirsi dispiaciuti.”

-Monte Davis-

Running in città

L’euforia del corridore o runner’s high (letteralmente sballo del corridore) è un fenomeno che ha destato molto interesse. Si tratta di una ricompensa neurobiologica che appare dopo aver percorso una lunga distanza. Migliora l’umore, produce benessere e riduce il dolore.

Perché correre può creare dipendenza?

Che cosa ha di speciale, dunque, il running affinché un comportamento di per sé salutare diventi dipendenza e, pertanto, negativo? In realtà correre mette in gioco una serie di fattori fisiologici, psicologici e socioculturali che contribuiscono al fenomeno della dipendenza.

A livello fisiologico, quando corriamo, si attiva il sistema oppioide endogeno del cervello. In esso agiscono le sostanze oppioidi generate dal nostro organismo, creando un effetto analgesico e un aumento del benessere emotivo.

“Chiunque abbia mai praticato il running sa che il beneficio più importante è quello di eliminare la tensione e di liberarci da qualunque preoccupazione quotidiana.”

-Jimmy Carter-

A livello psicologico, i fattori che influenzano questo processo dipendono dal miglioramento dello stato mentale. Praticare la corsa in modo regolare porta a un aumento dell’autostima, della fiducia in se stessi e al rafforzamento delle relazioni sociali.

Infine, anche i fattori socioculturali legati alla ricerca di un’immagine del corpo secondo i canoni vigenti giocano un ruolo importante. In conclusione, il pericolo è che la corsa diventi lo strumento per ottenere un gran numero di benefici irrinunciabili.

Quando appare la dipendenza da running?

In linea di principio, l’abitudine di correre è positiva. Con una pratica regolare ed equilibrata, si può godere di tutti i benefici della corsa.

La dipendenza da running si produce quando si oltrepassa la linea che separa il piacere dall’obbligo; quando diventa un’ossessione che condiziona la nostra routine. Si perde, insomma, il controllo sul nostro comportamento, aumentando le possibilità di soffrire di lesioni e vari disturbi.

Uomo che fa running nel bosco

Non solo, trattandosi di una dipendenza, il nostro comportamento risulta alterato. Si diventa più ansiosi e irascibili e che altri ambiti della vita quotidiana, prima importanti, vengano relegati in secondo piano. In alcuni casi, quando l’obiettivo principale diventa correre, la vita sociale, familiare e lavorativa viene compromessa.

Immagini per gentile concessione di Seth Macey, Steven Lelham ed Emma Simpson.


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