Dipendenza dai conflitti: in guerra con se stessi

Dipendenza dai conflitti: in guerra con se stessi
Valeria Sabater

Scritto e verificato la psicologa Valeria Sabater.

Ultimo aggiornamento: 15 novembre, 2021

Convivere con persone dipendenti dai conflitti e dai litigi è come trovarsi in un campo minato. Questi individui affrontano la vita e l’ambiente sociale con il loro malessere e con l’ansia di chi sa che basta un commento, un gesto o una parola per alterarsi. Contagiano gli altri con la loro dipendenza dai conflitti, con la loro tensione, propria di chi non fa altro che combattere dure battaglie interiori.

Nella vita tutti conosciamo o abbiamo conosciuto persone chiaramente conflittuali. Non stiamo parlando di chi vuole creare problemi a causa di un mancato superamento della fase adolescenziale e conseguente crisi di identità. Ci riferiamo piuttosto a un profilo preciso, caratterizzato da un comportamento orientato a destabilizzare, a rompere l’equilibrio familiare, a creare dispute tra vicini e vere e proprie battaglie personali in qualsiasi scenario di vita. Persone che sviluppano una vera e propria dipendenza dai conflitti.

Si tratta di una dipendenza, perché è una ricerca quasi compulsiva dello scontro. Il Dottor Bill Eddy, mediatore e fondatore di un’associazione che aiuta a risolvere i conflitti interiori, afferma che nella nostra cultura questa personalità è presente in qualsiasi ambito. Bisogna essere consapevoli di ciò che nasconde un profilo simile per poterlo gestire al meglio.

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Persone con dipendenza dai conflitti: anatomia della rabbia

Potremmo dire che la migliore strategia per gestire le persone conflittuali è evitarle. Tuttavia, non possiamo sempre risolvere le difficoltà delle vita uscendo dalla porta sul retro, allungando la distanza o eliminando le persone dai nostri contatti. In qualità di esseri sociali, siamo obbligati a convivere e c’è la possibilità che siamo noi stessi a essere conflittuali, abituati a ricorrere allo scontro quando non riusciamo ad affrontare qualcosa.

D’altra parte, in ambito lavorativo, legale, sociale e psicologico è facile sentir parlare di queste personalità, perché dietro a richieste, denunce, casi di violenza, dispute lavorative si nascondo persone dipendenti dallo scontro. Come potete vedere, si tratta di una realtà per cui una persona proietta la sua rabbia sugli altri.

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Il Dottor Eddy ritiene che circa il 15% della popolazione adulta presenti un disturbo psicologico tra quelli individuati dal Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, noto anche con la sigla DSM-V, e che almeno il 10% di questa percentuale soffra di disturbi di personalità ad alto conflitto. Vediamo ora quali caratteristiche e comportamenti distinguono un individuo con dipendenza dai conflitti.

Come sono le persone con dipendenza da conflitti?

Nel caso di personalità ad alto conflitto, il problema è che la disputa o la reazione esagerata che proiettano su di noi non è reale. Il problema non siamo noi, sono loro ad avere un problema di mancanza di equilibrio interiore, di capacità di gestione emotiva, di forza psicologica.

Ecco le caratteristiche delle persone affette da questo disturbo:

  • Il loro modo di pensare si basa sul “o tutto o niente”. Non analizzano, non sono flessibili, non si soffermano a pesare i pro e i contro di una situazione. Si limitano a dare una risposta basata sull’aggressione o la critica quando qualcosa non le aggrada o non soddisfa le loro aspettative.
  • Hanno scarsa capacità di controllo emotivo. Alcune persone conflittuali hanno un certo grado di controllo delle proprie emozioni, ma lo fanno con un unico scopo: manipolare emotivamente gli altri. Altre, invece, si limitano a scaricare la loro ira e frustrazione sugli altri fino a creare un’atmosfera molto sgradevole.
  • Destabilizzano ambienti sociali e persone. Le persone dipendenti dallo scontro sono esperte nel creare malumore, criticare, manifestare comportamenti dominanti, umiliare od offendere di continuo.
  • Hanno scarsa o nulla resistenza alla frustrazione e cercano sempre un capro espiatorio. Non tollerano che qualcosa non vada secondo le loro aspettative. Questo alimenta la loro frustrazione che si trasforma poi in rabbia che cercano di scaricare su qualcuno.
  • I loro pensieri sono dominati da emozioni negative.
  • Sono incapaci di riflettere sul loro comportamento.
  • Fanno fatica a provare empatia.
  • Evitano qualsiasi responsabilità quando ci sono problemi o bisogna trovare un soluzione.

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Come gestire le persone dipendenti dal conflitto?

Ci sono persone in cui questa dipendenza dai conflitti è molto forte e altre con cui, invece, si può ragionare. In molti casi siamo obbligati a convivere con profili complessi e logoranti ed è quindi necessario adottare adeguate misure. Un primo aspetto da non sottovalutare è il seguente: bisogna evitare di prendere sul personale le reazioni di queste persone, in realtà sono in conflitto con se stesse.

Nella misura del possibile, non bisogna perdere tempo a discutere o dare spiegazioni a qualcuno che non vuole intendere ragioni. Non ha senso lasciarsi influenzare dai suoi tormenti: basta riconoscerli per disattivarne l’impatto.

Da un punto di vista clinico, è importante parlare di come intervenire con queste persone. Gli autori del DSM-V stanno valutando la possibilità di includere la personalità ad alto conflitto come un vero e proprio disturbo, perciò non bisogna sottovalutare l’importanza di un trattamento psicologico adeguato. Si potrebbe lavorare su aspetti importanti quali la gestione emotiva, il controllo e l’origine della rabbia oppure imparare a legarsi agli altri mediante l’empatia e comportamenti più rispettosi.

Ragazza triste

Con persone del genere bisogna stabilire dei limiti, ma anche capire che dietro la scomoda facciata di “cerca problemi” si nasconde un mondo di complessità e ferite non guarite che richiedono la giusta attenzione. Nessuno vuole avere una personalità conflittuale.


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