Disordine adolescenziale: una guerra persa in partenza?
Il disordine adolescenziale è motivo di discussione un po’ in tutte le famiglie. Molte volte dipende da pigrizia, trascuratezza e perfino mancanza di igiene e pulizia. Certo è che il problema può scatenare dubbi nei genitori rispetto all’esempio e all’educazione che credono di aver dato ai figli.
L’universo adolescenziale porta con sé soprese e incertezze senza fine. Un po’ come aprire una serie di scatole cinesi, senza mai sapere cosa conterrà la successiva. La condotta di un adolescente è spesso imprevedibile e non sempre si riesce a prevenirla o ad anticiparla.
Per questo motivo molti genitori sono disorientati quando il figlio accede all’adolescenza, un periodo meraviglioso ma anche controverso. Così, mentre un adolescente cerca di farsi strada nel mondo degli adulti, i genitori, pur volendolo aiutare, non sempre riescono a camminare nella sua stessa direzione.
Vediamo qui di seguito cosa succede quando ci si trova ad affrontare una tappa fondamentale dello sviluppo dei nostri figli: il disordine adolescenziale.
Pigrizia, scompensi e sporcizia, la costante del disordine adolescenziale
Durante l’adolescenza diversi comportamenti dei figli portano a situazioni critiche e a contesti familiari difficili. Per esempio, rifiutarsi di pulire e riordinare la propria stanza, il disordine che si lasciano alle spalle ovunque vanno, svegliarsi troppo tardi o non voler fare nessuna attività proposta dai genitori.
Svegliarsi sempre tardi è uno dei primi comportamenti che accende i conflitti con i genitori. Dal punto di vista degli adulti si tratta di un chiaro segnale di pigrizia. È comune che i genitori cerchino di risolvere il “problema” dimenticando che si tratta di un fenomeno biologico e non di un disturbo comportamentale.
Il testosterone e gli estrogeni influenzano il ritmo circadiano degli adolescenti scatenando questa pigrizia, che non è quindi data da un gesto di ribellione. Questo non vuol dire che non esistano figli pigri, semplicemente esiste una trasformazione del ritmo del sonno dovuta soprattutto a una questione puramente ormonale.
Il disordine in camera è un’altra questione che i genitori cercano di contrastare. In generale, un adolescente può trascorrere mesi senza raccogliere un singolo foglio di carta caduto sul pavimento, un bicchiere usato lasciato sulla scrivania, un vasetto di yogurt finito da giorni o una pila di vestiti sporchi.
Questo disordine travalica spesso i confini della stanza: i vestiti per terra, i piatti sporchi, la scarsa collaborazione quando si tratta di apparecchiare o sparecchiare la tavola acuiscono il senso di disordine e sporcizia che viene attribuita alla ribellione adolescenziale.
Nel tentativo di porre fine alla sporcizia e al disordine, i genitori riordinano, puliscono e cercano di far acquisire ai propri figli abitudini e usanze migliori. Molte volte lo fanno in modo intrusivo, scatenando la rabbia degli adolescenti.
Pulizia e spazio personale: vietato entrare!
Oltre alle questioni di igiene e pulizia, anche la gestione del proprio spazio personale rientra nell’ambito del disordine adolescenziale, di conseguenza delle dinamiche familiari.
Da piccolo il bambino lasciava sempre aperte le porte della sua stanzetta, condividendo persino giocattoli, disegni, matite e altri oggetti spontaneamente.
Una volta adolescenti, le regole del gioco cambiano. Il giovane comincia a nutrire un sentimento di possesso molto forte nei confronti dei propri spazi e oggetti, soprattutto verso la sua stanza, ponendo delle limitazioni molto rigide. Per questo è frequente che appenda alla porta della propria stanza un cartello che vieta l’ingresso, impedendo a chiunque di entrarci anche solo per un momento.
I genitori, dal canto loro, acuiscono questo atteggiamento nel tentativo di imporre pulizia e ordine nella stanza, scatenando discussioni e liti.
Lo scompenso ormonale: segnare confini e porre limiti
Tutti i cambiamenti commentati fin ora sono dovuti, nella maggior parte dei casi, allo scompenso ormonale. Nell’adolescente maschio, la comparsa del testosterone insieme all’ormone vasopressina portano il ragazzo a difendere il proprio territorio, delimitando i propri spazi e ponendo la propria stanza al centro del suo mondo.
La vasopressina sviluppa nel giovane condotte che lo portano a difendere i suoi spazi. Questo ormone irrompe nel flusso sanguigno facendo scatenare atteggiamenti quali non voler far entrare nessuno nella sua stanza, difendere a oltranza i propri amici o la propria squadra del cuore.
Al di là della difesa del territorio, la ricerca di spazi intimi significa che l’adolescente comincia a volersi distinguere dal contesto familiare, godendo della propria musica, delle proprie serie televisive, dei propri libri ecc.
Ma vuol dire anche che sta cercando di trovare il suo spazio per cominciare a esplorare il proprio corpo e il mondo del sesso attraverso la masturbazione.
Ormoni, odori e… poche docce
La doccia non è sempre la migliore amica di un adolescente. Per quanto alcuni ragazzi si lavino regolarmente, per altri accade tutto il contrario. Allo stesso modo, ci sono ragazzi e ragazze che hanno perfettamente “sotto controllo” il proprio odore corporeo, mentre altri no.
Così come agiscono sul ritmo circadiano e sul comportamento adolescenziale, gli ormoni influiscono anche sull’odore corporeo e nella relazione di amore-odio con la doccia (o più in generale, con l’igiene personale).
Per l’azione di androgeni ed estrogeni, gli odori diventano più forti. Al tempo stesso, le ghiandole sebacee sono in una fase di intensa attività. Così, viso e altri parti del corpo, capelli inclusi, diventano più grasse del normale. Anche il sudore acquista un odore acido e profondo in diverse zone del corpo, piedi inclusi.
Per dirla in breve, il corpo dell’adolescente abbandona il profumo del bambino e moltiplica odori e seborrea, motivo per cui il bagno si trasforma in una necessità, che lo si voglia oppure no. Se durante l’infanzia il bambino poteva permettersi di saltare saltuariamente la doccia, nel periodo dell’adolescenza non è consigliabile.
Sebbene gran parte di questi odori abbia a che fare con il risveglio sessuale adolescenziale, il risultato di questa rivoluzione ormonale è la produzione di odori che identificano il maschio e la femmina. Una caratteristica che ritroviamo anche negli animali, che proprio attraverso gli odori identificano i loro simili del sesso opposto.
Tolleranza, la chiave per mettere ordine al disordine adolescenziale
Per quanto non si possa trascurare che il disordine adolescenziale è orientato dalle tempeste ormonali tipiche di quell’età, i genitori possono comunque porre limiti ai propri figli per renderli più ordinati e puliti.
I genitori devono mostrarsi tolleranti quando si tratta essere puliti e ordinati, con la consapevolezza di come questi stiano lottando con situazioni tanto comportamentali quanto biologiche.
In generale, i giovani pensano di sapere tutto e di avere ogni cosa sotto controllo. Per questo quando prendono delle batoste il tonfo è fragoroso, anche se davanti ai genitori cercano di non darlo a vedere. Se c’è infatti una constante nel complesso quadro adolescenziale di un ragazzo, è la testardaggine nell’ammettere gli errori commessi.
Nei giochi di gruppo, le triangolazioni sono all’ordine del giorno nel mondo adolescenziale. Si tratta di contesti sociali conflittuali e pericolosi per le relazioni umane, che comprendono l’alleanza di due membri in opposizione ad un terzo. Questa combinazione porta spesso al conflitto o all’esclusione del terzo elemento.
In conclusione, l’importante per i ragazzi è imparare dal periodo adolescenziale. Per questo è cruciale che i genitori in questa fase siano maestri, pazienti, tolleranti e comprensivi, al di là dei cartelli con divieto di ingresso, del disordine, delle antipatie verso la doccia e dell’indole ribelle. Tutto questo, fa semplicemente parte del processo.