Diventare qualcuno o essere se stessi?

Il bisogno di diventare qualcuno in realtà potrebbe nascondere la necessità di approvazione da parte degli altri.
Diventare qualcuno o essere se stessi?

Ultimo aggiornamento: 16 marzo, 2019

Al giorno d’oggi dovremmo fermarci un attimo a riflettere perché vogliamo quello che vogliamo. Gli obiettivi prefissati in nome della vanità o per il desiderio di diventare qualcuno spesso ci allontano dai nostri bisogni e da noi stessi. Siamo le persone che gli altri volevano che fossimo o siamo noi stessi?

Il bisogno di diventare qualcuno in realtà potrebbe nascondere la necessità di approvazione da parte degli altri. Quando sentiamo il bisogno che gli altri ci dicano che valiamo, una vocina interiore ci urla che la vera ragione è che siamo noi a non approvare noi stessi. Quindi “diventare qualcuno” è la strategia perfetta per sentire di valere attraverso gli altri.

Quando veniamo al mondo, ci preparano e predispongono al conseguimento di beni materiali. In famiglia, a scuola o nel contesto sociale ci sentiamo ripetere che bisogna diventare qualcuno nella vita. Questo comporta un forte senso di frustrazione e bisogni insoddisfatti. È vero che abbiamo tutti bisogno di sentirci realizzati, come risulta dalla teoria dei bisogni di Maslow. Tuttavia, questa motivazione non deve bloccare la naturale capacità di essere noi stessi.

Essere se stessi significa acquisire la consapevolezza delle proprie capacità e sviluppare in base alle proprie potenzialità. Non si tratta, dunque, di “dovere o volere diventare qualcuno nella vita”. Al contrario, parliamo dell’impulso vitale e naturale di esprimersi, di scoprirsi, di emergere per quello che si è, senza indossare maschere o fingere di essere persone diverse.

Non sono nessuno, sono solo me stesso […] e ora sono qualcosa che non puoi impedire.

Ray Bradbury

Maschere di profilo

Da dove viene il bisogno di diventare qualcuno?

Perché ci sono persone che vivono per diventare qualcuno? E come mai altre non ci pensano minimamente? Forse perché queste ultime sanno già di essere qualcuno. Non hanno bisogno di valorizzarsi con regole che misurano l’ego e la vanità, caratteristiche che a loro volta riflettono una carenza di amore verso gli altri e un eccesso di amore verso se stessi.

Secondo Edward Young, poeta inglese del preromanticismo, noto soprattutto per l’opera Pensieri notturni, la vanità è figlia legittima e necessaria dell’ignoranza. L’uomo, quindi, è un cieco che non sa vedere se stesso. L’opera di Young è stata studiata a lungo: secondo l’autore, la vanità può accecare l’uomo al punto che questi non sa più chi è realmente.

Il bisogno di diventare qualcuno ci spinge a valorizzare gli altri basandoci sui loro successi, beni, aspetto, ecc. Ma essere qualcuno non ha nulla a che vedere con i meriti esterni, anzi, il vero traguardo dovrebbe essere scoprire chi siamo davvero.

Quanto sono stupidi coloro che si allontanano da ciò che è reale, vero e duraturo per perseguire forme fugaci del mondo materiale, forme che sono semplici riflessi sullo specchio dell’ego.

Han Shan

Se per essere qualcuno si tradisce se stessi, allora è meglio essere se stessi

La maggior parte delle persone sono convinte di essersi fatte strada da sole. Le influenze esterne, nella loro mente, non hanno avuto un ruolo importante nel conseguimento di obiettivi prefissati. In realtà, spesso dimentichiamo l’influenza degli altri su ciò che vogliamo.

Riflesso di un cuore

Molti pazienti che si rivolgono allo psicologo lamentano una crisi esistenziale. In genere la crisi si manifesta perché queste persone di punto in bianco si chiedono perché sono dove sono. A volte si rendono conto di aver intrapreso una strada sbagliata dopo moltissimo tempo.

Durante questi momenti di crisi, capiscono di essere tutto quello che prima criticavano. Spesso, inoltre, scoprono di assomigliare ai loro genitori più di quanto pensino. È normale imparare tramite osservazione e a volte acquisire le qualità che si vedono negli altri. Bisogna, però, fare attenzione: il bisogno di diventare qualcuno può spingerci ad abbandonare i nostri sogni.

L’ego, l’orgoglio, la vanità sono sentimenti umani che non scompaiono per magia. Hanno delle funzioni adattative e in certe occasioni sono anche necessari. Quando questi sentimenti condizionano le nostre azioni, forse stiamo costruendo una vita che ci hanno mostrato da fuori e non quella che volevamo davvero.

So bene da cosa sto scappando, ma non ciò che sto cercando.

Michel de Montaigne


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