Doorway effect: "Cosa dovevo fare?"

Vi sarà senz'altro capitato di entrare in una stanza e chiedervi "Perché sono entrato/a?". Questo fenomeno è più comune di quanto pensiamo e ha un nome: doorway effect.
Doorway effect: "Cosa dovevo fare?"
Valeria Sabater

Scritto e verificato la psicologa Valeria Sabater.

Ultimo aggiornamento: 03 febbraio, 2023

Il doorway effect è un fenomeno che si manifesta con un blocco mentale o un errore di memoria proprio quando varchiamo la soglia di una stanza. Sembra uno strano incantesimo; è come se il cervello avesse subito un reset.

È frustrante e anche inquietante, ma un’esperienza talmente comune e nota da provocare anche risate. In un certo senso, è un altro esempio di quanto sia fallibile la nostra memoria. Non molto tempo fa si dava per scontato che la mente fosse molto efficiente nell’organizzazione delle informazioni, immagazzinate in modo logico e ordinato.

Tuttavia, la realtà è ben diversa. Il cervello va incontro a numerosi cali di attenzione, si distrae e a volte il semplice atto di passare da uno stadio all’altro (andare dal soggiorno alla cucina) può confonderlo. Quello a cui stavamo pensando svanisce come il fumo che fuoriesce da una finestra aperta.

Il doorway effect è un deficit di memoria che ci mostra che il semplice fatto di varcare la soglia di una porta può farci dimenticare quello a cui stavamo pensando.

Donna seria che pensa al doorway effect.

A cosa si deve il doorway effect

“Perché sono entrato/a qui?”…  È comune entrare in una stanza con l’idea di cercare qualcosa di specifico e dopo aver varcato la soglia dimenticarlo del tutto.

Questo deficit di memoria non ha nulla a che fare con il declino cognitivo o con lo stress. In realtà, è un errore dei processi attenzionali.

Oltre a ciò, è legato anche a un altro fatto non meno interessante. L’ambiente fisico può fungere da distrazione durante il consolidamento delle informazioni che abbiamo in mente.

Immaginiamo di essere in camera e di preparare una valigia, all’improvviso ci ricordiamo che dobbiamo prendere il caricabatteria del cellulare che si trova in cucina. Quando arriviamo in cucina, però, la mente si concentra su questo nuovo scenario.

Iniziamo a pensare ai piatti che non abbiamo messo in lavastoviglie oppure al succo che abbiamo dimenticato fuori dal frigo. Quasi senza sapere come, non riusciamo più a ricordare il motivo per cui ci eravamo andati in cucina.

La mente risponde in base a priorità immediate

Un lavoro di ricerca condotto dal Dr. Gabriel Radvansky dell’Università di Notre Dame ha fornito dati interessanti sul doorway effect.

Prima di tutto, è bene ricordare che le informazioni sono organizzate nel cervello in base a gerarchie sulla base di quello che ritiene più importante. Oltre a ciò, tende a eliminare costantemente le informazioni più datate per elaborare e integrarne altre. Sceglie, dunque, quali conservare e quali eliminare, per così dire.

Quando entriamo in un’altra stanza, improvvisamente il cervello pone tutta la sua attenzione sul nuovo scenario. La sua priorità diventa concentrarsi sul nuovo ambiente e a tale scopo scarta ciò che non è più una priorità.

Il doorway effect è un residuo del nostro passato evolutivo. L’essere umano era obbligato a prestare la massima attenzione in ogni contesto in cui si trovava: grotte, pianure, foreste… Il pericolo poteva nascere da qualsiasi parte e bisognava essere preparati.

Entrando in una stanza diversa, il cervello potrebbe dimenticare cosa stavamo per fare perché non lo considera importante. Da’ maggiore priorità al nuovo scenario.

Doorway effect  e ricordare i luoghi

I nostri ricordi dell’infanzia sono molto probabilmente legati a un luogo specifico: la casa dei nostri nonni, il cortile di una scuola, una giornata al mare, la casa di un compagno di scuola, etc.

Il cervello dipende in gran parte dall’ambiente circostante per generare ricordi e consolidarli. Per questo il doorway effect, inteso come quel passaggio da un punto all’altro, è come attraversare un limbo in cui risulta molto difficile stabilire nuove informazioni… Le perdiamo strada facendo.

Ovviamente, ciò non si veridica il 100% delle volte o tutti i giorni. Sono esperienze casuali che si intensificano soprattutto quando facciamo più cose contemporaneamente. In questi tempi di multitasking è estremamente comune sperimentare il doorway effect.

Quando facciamo o pensiamo a più cose contemporaneamente, è comune dimenticare cosa dovevamo fare in una stanza specifica dopo esservi arrivati da tutt’altra parte della casa.

Vista frontale del cervello che rappresenta l'effetto di input.

Come evitare questa dimenticanza così frequente?

Il doorway effect non è correlato a un disturbo cognitivo o all’insorgenza di demenza. È semplicemente una dimenticanza, ma è possibile evitarlo?

La risposta è sì e consiste nel migliorare la nostra attenzione. A tale scopo, bisogna evitare di pensare a più cose contemporaneamente e concentrarci su un’unica attività.

Tuttavia, come ben sappiamo, il cervello è una fabbrica caotica di pensieri e l’attenzione oscilla sempre. Ciò significa che il doorway effect sarà una costante nelle nostre vite.


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  • McFadyen, J., Nolan, C., Pinocy, E. et al. Doorways do not always cause forgetting: a multimodal investigation. BMC Psychol 9, 41 (2021). https://doi.org/10.1186/s40359-021-00536-3
  • Radvansky, Gabriel & Tamplin, Andrea & Krawietz, Sabine. (2010). Walking through doorways causes forgetting: Environmental integration. Psychonomic bulletin & review. 17. 900-4. 10.3758/PBR.17.6.900.

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