Educare un figlio: 3 errori da non commettere

Educare un figlio: 3 errori da non commettere
Francisco Pérez

Scritto e verificato lo psicologo Francisco Pérez.

Ultimo aggiornamento: 22 dicembre, 2022

Educare un figlio non è un compito facile, i bambini non nascono con il manuale di istruzione. Molti genitori si sentono sopraffatti e non sanno come “rieducare” un figlio quando la situazione sfugge di mano. Negli ultimi decenni si osserva un drastico cambiamento nelle dinamiche familiari e nella relazione genitore-figlio. Questi cambiamenti hanno permesso di raggiungere risultati molto importanti, tra cui un maggiore riconoscimento del diritto dei minori.

Allo stesso tempo, hanno ravvivato la polemica sul come un genitore deve assumere il controllo o la supervisione dei figli. In linea di massima siamo passati da un modello autoritario a uno egualitario, con aspetti aperti e talvolta ambigui sulla questione educativa.

Come abbiamo detto, non sono pochi i genitori che si lamentano di una mancanza di limiti e dell’impossibilità di controllare i figli. Essere genitore non è facile in una società che reclama la libertà per chi ancora, forse, non è pronto a farne buon uso. Vediamo, però, quali errori evitare assolutamente nel difficile compito di educare un figlio.

Educare un figlio non è un compito facile

Allevare è molto più che soddisfare le necessità primarie di alimentazione e sostentamento. Vuol dire comprende anche altri aspetti fondamentali come stabilire un clima di affetto, sostegno e rispetto.

Genitori e figlia stesi sul prato

Il clima ideale deve facilitare l’instaurarsi di legami di attaccamento sicuro, di regole e disciplina, di abitudini e stili di vita sani, etc. Tutto questo senza mai perdere di vista il giusto equilibrio tra libertà e controllo, adattato all’età del bambino e alle sue fasi di crescita. L’obiettivo è che al termine dello sviluppo cerebrale abbia imparato ad auto-regolarsi.

Non tutti i genitori sanno, istintivamente, come agire o risolvere le nuove problematiche sorte in ambito educativo. Spesso l’educazione dei minori non è esente da convinzioni o idee erronee. 

Alcune sono: “voglio essere un amico per mio figlio”, “vale più uno schiaffo al momento giusto che tante parole”, “disciplina è sinonimo di punizione”, “se il bambino si comporta male, la colpa è solo dei genitori”, etc. Queste idee sbagliate sono alla base di molti problemi educativi attuali.

Tre errori comuni da evitare: incoerenza, permissività e rigidità

L’incoerenza

L’incoerenza è la mancanza di stabilità, di congruenza nel le strategie di controllo, supervisione e disciplina impiegate. I genitori incoerenti cambiano in modo imprevedibile e continuo le regole in funzione di fattori esterni o interni (ad esempio la presenza dell’altro genitore).

In questi casi le linee guida educative sono determinate più dall’umore del genitore che dal comportamento del bambino. Il problema è che non esiste una strategia sicura per correggere un  comportamento inappropriato. L’incoerenza può manifestarsi nei seguenti modi:

  • Utilizzo arbitrario di norme, regole e disciplina a seconda delle circostanze. Il genitore cambia in modo imprevedibile le aspettative e le conseguenze che sorgono da un’infrazione delle regole.
  • Reazione sproporzionata a comportamenti positivi o negativi del bambino (ad esempio punire o addirittura premiare una condotta non adeguata).
  • Cedere alla richiesta del bambino, come premio o ricompensa di un comportamento non adeguato.
  • Discordanza tra i genitori: padre e madre si comportano in modo contraddittorio in quanto al rispetto delle regole di base e alle conseguenze in caso di infrazione.
Educare un figlio: padre sgrida la figlia

Troppa permissività

L’eccessiva permissività, il “lascia fare” come impostazione educativa, causa diversi problemi. I minori, infatti, hanno bisogno di un ambiente strutturato. Necessitano di norme e regole comportamentali, controllo e supervisione.

Essere troppo permissivi può generare sentimenti di confusione e ansia nei bambini e diventare un ostacolo al fine di stabilire limiti a lungo termine.

Questo atteggiamento talvolta è legato a uno scarso coinvolgimento dei genitori nella vita dei figli: non essere al corrente delle attività del bambino, di chi sono i suoi amici o del suo rendimento scolastico. A volte si finisce per non conoscerne i gusti, le passioni e gli hobby.

La rigidità

La rigidità o mancanza di flessibilità è accompagnata da un impiego molto limitato delle strategie educative, le quali vengono usate in modo indiscriminato per tutti i comportamenti inappropriati del bambino.

I genitori troppo rigidi o inflessibili non sono in grado di tenere conto del contesto che induce il bambino ad agire. Non sanno adeguare in modo razionale l’intensità della reazione alla gravità del comportamento negativo messo in atto.

Bambino abbracciato alla madre

Anche l’iperprotezione può rappresentare una forma di rigidità. Per i genitori, diventa un mezzo per controllare la propria ansia quando si sentono disorientati. Per i figli, può essere un ostacolo allo sviluppo di adeguate strategie di coping o di affrontamento, creando insicurezza e mancanza di fiducia in se stessi.

È consigliabile dare ai bambini la possibilità di fare le cose da soli. Non è necessario regolarli e controllarli in tutte le situazioni, ma solo in quelle che non possono affrontare perché ancora premature. Nel margine concesso dal grado di maturità, l’atteggiamento più appropriato è lasciarli provare, se commetteranno degli, se ne assumeranno le responsabilità.

Essere genitori biologici è semplice. Essere un riferimento, educare un figlio può essere una vera sfida. Evitando l’incoerenza, la permissività e la rigidità, ci avviciniamo di più all’obiettivo.


Questo testo è fornito solo a scopo informativo e non sostituisce la consultazione con un professionista. In caso di dubbi, consulta il tuo specialista.