Emozioni primarie e secondarie

Conoscere il proprio universo emotivo facilita la crescita personale e relazionale. Sapere ciò che si prova e ciò che provano gli altri aumenta l'empatia e aiuta a conoscersi meglio.
Emozioni primarie e secondarie
Adriana Díez

Scritto e verificato la psicologa Adriana Díez.

Ultimo aggiornamento: 05 gennaio, 2023

Comprendere le emozioni primarie e secondarie permette un migliore sviluppo a livello personale e relazionale. Le persone con maggiori abilità sociali, in genere, conoscono meglio se stesse e le emozioni che provano in ogni momento. Al tempo stesso, sono in grado di captare, interpretare e utilizzare tali strumenti per relazionarsi più facilmente, riconoscendo le proprie emozioni e quelle altrui.

Ma come possiamo definire, in pratica, le emozioni primarie? Partendo dalla teoria di Paul Ekman troviamo sei emozioni di base: rabbia, tristezza, gioia, paura, sorpresa e disgusto. Esse vengono definite primarie in quanto interculturali e innate; ovvero, ci accompagnano sin dalla nascita e le espressioni facciali a esse collegate sono indipendenti dalla cultura e riconoscibili in qualsiasi parte del mondo.

Le emozioni secondarie, d’altro canto, subiscono l’influenza sociale e, a seconda del periodo storico e della cultura, vengono espresse in un modo o nell’altro. Oltre a ciò, per poterle sviluppare è necessario il contatto interpersonale. Tra esse possiamo trovare: vergogna, disprezzo, colpa, orgoglio, ecc.

Al giorno d’oggi esistono numerosi studi dedicati al riconoscimento e all’identificazione delle emozioni. Alcuni sostengono l’esistenza di quattro cosiddette emozioni di base, mentre altri si riferiscono a un numero maggiore aggiungendone alcune tra le secondarie.

A ogni modo, l’importante è essere in grado di identificarle, riconoscerle e imparare ad agire in accordo con esse. Scopriamo nelle prossime righe quali sono le emozioni primarie e secondarie.

“I sentimenti e le emozioni sono il linguaggio universale che deve essere onorato. Sono l’espressione autentica di chi siamo”.

-Judith Wright-

Mollette con faccine emozioni

Emozioni primarie e secondarie

Le emozioni sono tutte adattive, sebbene ce ne siano di più positive, come la gioia, e di più negative, come la tristezza, la rabbia o il disgusto. Tutte, di fatto, permettono di adattarci all’ambiente circostante. È per questo motivo che una migliore definizione delle emozioni potrebbe consistere nel definirle piacevoli o spiacevoli e non negative.

Le emozioni secondarie vengono definite tali in quanto spesso sono costituite dall’unione di emozioni di base. Per esempio la gelosia può contenere la paura e la rabbia, mentre l’emozione della vergogna può includere la paura del rifiuto e la tristezza per un fallimento. Tali emozioni richiedono l’interazione con gli altri e uno sviluppo che ci permetta di conoscere ciò che proviamo nelle diverse situazioni o conflitti.

Un aspetto curioso da mettere in evidenza riguarda l’unica emozione definita neutra, ovvero la sorpresa. Tale emozione ha una durata minore delle altre, in quanto il suo tono edonico si trasforma in fretta in un’altra emozione. Ad esempio in gioia se la sorpresa è gradevole o in tristezza se la sorpresa non è di nostro gradimento.

A ogni modo, come precedentemente affermato, le emozioni primarie e secondarie sono sempre adattive. Per esempio, il disgusto ci permette di non consumare alimenti che potrebbero essere scaduti. La paura ci protegge dagli stimoli che potrebbero risultare dannosi per la sopravvivenza e la tristezza ci protegge concedendoci un momento di calma e di contatto con noi stessi.

Educazione emotiva: la base per un corretto sviluppo personale

Un ottimale sviluppo personale va di pari passo con lo sviluppo dell’intelligenza accademica ed emotiva. Il corretto riconoscimento delle emozioni ci permette di farne buon uso e di saper agire nei confronti degli altri e di se stessi.

Conoscere le diverse emozioni e i loro effetti ci rende più forti, in quanto ci dona una maggiore autoconoscenza e la capacità di entrare in sintonia con gli altri. Ma… in cosa si traduce tutto ciò?

Emozioni disegnate sui volti

L’educazione emotiva ci permette di aumentare la nostra autostima, giacché sappiamo chi siamo proprio perché sappiamo cosa proviamo. Miglioreranno anche le nostre prestazioni sociali, dato che consentirà un migliore sviluppo interpersonale e delle competenze sociali. Se comprendiamo ciò che provano gli altri, sarà più facile relazionarsi con loro in modo appropriato.

Come si può notare, conoscere le emozioni lascia spazio a una crescita più equilibrata in quanto, riconoscendole, ci permettiamo di lasciarle esprimere e di non far assumere essere la polarità opposta. Una cattiva gestione della paura, per esempio, potrebbe sfociare in fobia o panico.

Siamo e viviamo di emozioni, primarie e secondarie. Conoscerle e sapere come vengono espresse ci consente di crescere ogni giorno di più.


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