Errori nell'educazione dei figli

Educare un figlio è molto più che seguirlo nello studio, significa fomentarne il senso di responsabilità, l'autostima e l'autonomia.
Errori nell'educazione dei figli
Anet Diner Gutverg

Scritto e verificato la psicologa Anet Diner Gutverg.

Ultimo aggiornamento: 02 gennaio, 2023

Si dice spesso che nessuno insegna a essere genitore. Questo è vero, soprattutto perché ogni bambino è diverso e le ricette sono inutili. Tuttavia, conoscere gli errori più comuni nell’educazione dei figli ci aiuta a commetterne meno.

A volte è proprio la paura di sbagliare a farci sbagliare: la pressione del nostro ambiente sociale può essere molto forte. Vi proponiamo, allora, di cambiare prospettiva: accettare una posizione intermedia tra fare tutto bene e non fare tutto male. A tale scopo, bisogna identificare e correggere i nostri errori.

L’allievo a cui non si chiede mai di fare ciò che non può, non farà mai tutto quello che può.

-John Stuart Mill-

5 errori nell’educazione dei figli

1. Pretendere che diventino dei geni a scuola

La necessità di fornire ai nostri figli gli strumenti per affrontare il futuro, e la speranza che questo sia meraviglioso, ci porta a desiderare che diventino dei geni, anche se il prezzo da pagare può essere molto alto. Questo desiderio spinge molti genitori a sovrastimolare i figli già da piccoli, affollando le loro giornate di attività o proponendo un obiettivo dopo l’altro.

Filosofi come Epicuro, Heidegger o Byung-Chul hanno dedicato saggi e analisi alle conseguenze della cattiva fama che ha la noia all’interno della nostra società. Da qualche tempo, la psicologia e la filosofia enfatizzano l’importanza della noia per lo sviluppo della creatività e la capacità di risolvere i problemi.

Pretendere che il bambino sia un genio a scuola

Desiderare che il bambino sia il primo della classe, ci spinge ad avere poca pazienza alle prime difficoltà o a i primi insuccessi scolastici. Si dimentica che l’educazione è un processo a lungo termine e che l’apprendimento è fatto di prove ed errori, e molta pazienza. Inoltre, dimentichiamo che l’autostima gioca un ruolo fondamentale nei risultati scolastici.

Colin Rose e J. Nicholl riportano nel loro saggio i dati di una ricerca secondo cui l’82% dei bambini che cominciano le scuole elementari sono molto fiduciosi della loro capacità di apprendimento. Questa percentuale, però, precipita al 18% verso i 16 anni e ancora un po’ al momento di entrare all’università.

Dobbiamo tenere a mente che l’educazione dei figli è un percorso a lungo termine, in cui la pazienza è fondamentale.

Il rischio è la perdita di autostima e motivazione

D’altro canto, esigere troppo da un bambino incide drasticamente sulla sua autostima. Non poter soddisfare le richieste dei genitori – con la tendenza a proiettare questa convinzione verso l’età adulta – è all’origine di molti problemi. Il rischio è di demotivarlo. Come disse il filosofo americano Ralph Waldo Emerson, “Niente di grande è stato mai raggiunto senza l’entusiasmo”.

“Annoiarsi al momento giusto è segno di intelligenza”

-Clifton Fadiman-

2. Fare dello studio l’unico centro di interesse è uno degli errori nell’educazione dei figli

Quando mettiamo lo studio al centro della vita familiare, stiamo dando ai nostri figli un messaggio forte. Potrebbero pensare che non ci interessa la loro vita emotiva, la loro dimensione più personale. Uno degli errori nell’educazione dei figli è informarsi unicamente su cosa hanno fatto a scuola, che voti hanno preso, che compiti devono fare. Gli altri contesti o le loro emozioni sembrano non avere importanza.

Alcuni genitori arrivano a non chiedere aiuto in casa o a non assegnare loro nessuna responsabilità, intendendo lo studio come unico compito. Si concentrano su questo aspetto trascurando tutti gli altri, come fare amicizia, acquisire abilità, diventare responsabili, sviluppare gusti o nutrire sogni.

Puntare unicamente sullo studio è un errore educativo. Significa che stiamo ignorando altri aspetti importanti, come il senso di responsabilità.

3. Premiare e punire per un voto scolastico

La reazione ai voti scolastici è una questione molto importante: premiare quando sono alti, punire quando sono bassi. Il problema è duplice. Da una parte, stiamo tralasciando i fattori esterni e interni che influiscono sulla concentrazione, sul rendimento o l’attenzione. D’altro, se forniamo continuamente un premio, la motivazione del bambino viene meno.

“Lo stimolo più forte proviene dallo scoprire nuove cose e sviluppare i propri interessi. Se è necessario uno stimolo materiale, c’è qualcosa che non funziona”. Così afferma Joan Domènech, insegnante a Barcellona. Perfino Marx ci ha messo in guardia dai pericoli del materialismo, dall’ossessione degli oggetti e dal rischio di trasformare i figli in piccoli capitalisti.

Il meglio che possiamo fare è lodare i buoni risultati con frasi come “sono molto orgoglioso di te” oppure “devi essere molto orgoglioso dei tuoi sforzi e risultati”. Quando i voti sono brutti, invece, provate ad analizzare insieme cosa è successo, in modo da correggere l’errore.

Forse i vostri figli non riescono a concentrarsi, non capiscono l’argomento o potrebbero avere bisogno di una spinta in più, come un ciclo di lezioni private. In questo caso il messaggio deve essere “come posso aiutarti a migliorare?”.

“Lungo è il cammino dell’insegnamento se usiamo la teoria; breve ed efficace se usiamo l’esempio”.

-Seneca-

4. Studiare e fare i compiti con il bambino

Molti genitori pensano di dover studiare e fare i compiti con i figli. Si tratta di un’abitudine che si può ripercuotere nella vita presente e futura. A seconda del modo in cui lo facciamo, potremmo generare dipendenza. A lungo andare potrebbe avere grosse difficoltà ad affrontare qualunque obbligo scolastico senza l’aiuto dei genitori.

Inoltre, un aiuto non corretto con i compiti a casa può generare conflitti e discussioni. I genitori, sebbene siano i principali educatori, non sempre dispongono dei migliori strumenti per sostenere il bambino in tutte le materie.

Lasciamo che commettano errori e che siano gli insegnanti a correggerli. I compiti possono essere un ottimo strumento educativo per stimolare l’autonomia. Come dice Piaget nel suo libro Il giudizio morale nel fanciullo (1932), l’autonomia è la capacità di governarsi e di prendere decisioni da sé.

“Imparare senza pensare è fatica perduta; pensare senza imparare, pericoloso”.

-Confucio-

Padre aiuta la figlia a fare i compiti

5. Non rispettare l’impostazione della scuola tra gli errori nell’educazione dei figli

Un altro aspetto, non meno importante, è che tendiamo a criticare continuamente l’impostazione adottata dalla scuola. Troppi compiti o troppo pochi, troppo impegno richiesto… Se scegliamo una scuola, dovremmo accettarne l’impostazione; quando la critichiamo, mandiamo al bambino un messaggio contrastante.

È vero che in Italia, secondo le statistiche, si fanno più ore alla settimana di compiti a casa rispetto alla media degli altri paesi del mondo. Ma questo dipende dalla scuola e dalle caratteristiche del bambino, tra le altre cose. È un fatto da accettare: in questo modo, daremo un buon esempio ai nostri figli. A partire da una certa età, lasciamo loro l’iniziativa di risolvere le difficoltà scolastiche.

“Non sono un maestro: sono solo un compagno di viaggio a cui hai chiesto la strada. Ti ho detto di andare oltre, oltre me e oltre te stesso”.

-George Bernard Shaw-

Non esiste una formula corretta per aiutarli nei compiti, solo linee guida. Per esempio, un programma canadese chiamato 24-Hour Movement raccomanda tra le 9 e le 11 ore di sonno, almeno un’ora di compiti al giorno e meno ore di svago passate sui display.

Il movimento canadese conclude “abbiamo scoperto che oltre due ore di svago sugli schermi sono associati a un peggiore sviluppo cognitivo nei bambini”. Le ore di ozio dovrebbero quindi essere occupate dal gioco, libero e scelto dal bambino.

Per quanto riguarda lo studio, dovremmo essere flessibili, pazienti, ascoltare i nostri figli e metterci nei loro panni. Non concentriamoci, quindi, solo sugli studi. Trascurare gli altri aspetti della loro vita significa pregiudicare il rapporto, cessare di essere genitori per diventare insegnanti o tutor dei nostri figli.

Educazione dei figli, quindi?

Lasciamoli annoiare, sbagliare, prendere qualche brutto voto affinché possano imparare dai propri errori. In altre parole, incoraggiamoli a essere autonomi. Questo li rende forti e dà loro un punto di riferimento per il futuro. E questa è la migliore educazione che possiamo offrire ai nostri figli.


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