Eugen Bleuler: un pioniere della schizofrenia
Eugen Bleuler nacque nel 1857 a Zurigo e nel corso della sua intera carriera professionale apportò numerosi contributi di un certo rilievo nel campo della psicologia. Per questo motivo -e per altri che vedremo nel corso di questo articolo- riteniamo importante conoscere la storia di questo psichiatra e alcune delle sue opere e dei suoi studi di maggior rilievo.
Prima di iniziare, però, non possiamo non citare la notevole influenza che Freud ebbe su Eugen Bleuler. L’intero corpus elaborato da colui che viene considerato il padre della psicanalisi lo affascinò a tal punto da fare di Freud il suo principale punto di riferimento. Vedremo poi come questa influenza si ripercuoterà sui suoi studi.
Gli inizi di Eugen Bleuler
Come riportato dall’articolo Paul Eugen Bleuer and the origin of the term schizophrenia (Paul Eugen Bleur e l’origine del termine schizofrenia), questo psichiatra iniziò i propri studi in Medicina nella sua città natale, Zurigo. Dopo aver esercitato come medico psichiatra, si trasferì a Parigi, a Londra e poi a Monaco allo scopo di proseguire le ricerche che aveva iniziato su questo argomento.
A Monaco lavorò in un laboratorio fino a quando, nel 1885, divenne medico assistente presso la clinica di Burghölzli. L’anno successivo venne nominato direttore dell’Ospedale Psichiatrico Rheinau, a soli 29 anni. Dopo questo eccellente inizio di carriera, esattamente 12 anni dopo, fu nominato professore ordinario della cattedra di Psichiatria dell’Università di Zurigo.
L’isteria di Sigmund Freud
Ad attirare maggiormente l’attenzione di Eugen Bleuler sugli studi di Freud furono gli articoli che questi scrisse sull’isteria. Bleuler provava un particolare interesse per l’ipnosi e per l’introspezione, il che lo spinse a immergersi in tutti gli insegnamenti e nei contributi innovativi introdotti da Freud.
Eppure, anche se potrebbe sembrare che Eugen Bleuler avesse un’ossessione per il padre della psicoanalisi, in realtà fu sempre molto prudente. Come indicato dall’articolo che abbiamo citato, Paul Eugen Bleuler and the origin of the term schizophrenia, era rimasto deluso da alcuni concetti trattati da Freud, come quello della libido.
La trasposizione così elaborata della libido dell’oggetto in libido narcisista comporta chiaramente una rinuncia agli obiettivi sessuali, una desessualizzazione e, quindi, una sorta di sublimazione.
-Sigmund Freud-
Nonostante rappresentasse un grande punto di riferimento per lui e nonostante egli si servì di concetti della psicoanalisi per poter trovare una risposta a una delle sue grandi scoperte, è fondamentale sottolineare che si trovava in disaccordo con Freud da molti punti di vista.
Coniazione del termine “schizofrenia”: da Kraepelin a Eugen Bleuler
Sull’articolo pubblicato sull’American Journal of Psychiatric, Paul Eugen Bleuer and the Birth of Schizophrenia (1908), possiamo leggere che Eugen Bleuler coniò il termine “schizofrenia” per la prima volta nel 1908. Questo fu possibile perché si servì di determinati concetti della psicoanalisi di Sigmund Freud.
Si rifece inoltre al concetto di demenza e alle sue forme, già precedentemente definito da Kraepelin. Tuttavia, Eugen Bleuler si accorse che questo termine si riferiva a un sintomo della schizofrenia.
Visti i suoi studi approfonditi sull’argomento, giunse alla conclusione che il soggetto presentava una scissione durante l’elaborazione del pensiero. Prendendo spunto dalla lingua greca, il termine “schizofrenia” nacque dalla fusuione di “schizo” (scissione) e “frenia” (mente).
Sottotipi di schizofrenia
Una volta coniato il termine, Eugen Bleuler non smise di approfondire i suoi studi su questa malattia e, facendo leva sulle ricerche già messe a punto da Kraepelin sulla demenza, giunse alla conclusione che la schizofrenia è suddivisibile in diversi sottotipi.
Questi sono: paranoide, catatonica e affettiva o ebefrenica. Erano già stati identificati da Kraeplin, ma Eugen Bleuler non concordava con tutte le sue teorie. Secondo Kraepelin, infatti, in caso di demenza si verificava sempre un deterioramento progressivo, non contemplava inoltre un’insorgenza precoce né che i sottotipi si escludessero tra loro.
Per tutti questi motivi, Eugen Bleuler condusse propri studi per coniare un nuovo concetto, più adatto alla realtà che poté analizzare. Così, oggi parliamo della schizofrenia avendo ben chiaro il significato grazie a tutto il lavoro portato a termine da questo psichiatra.
La sterilizzazione dell’eugenetica
Prima di concludere, vogliamo mettere in luce il concetto di sterilizzazione eugenetica. Si tratta di una pratica che consisteva nella sterilizzazione delle persone affette da schizofrenia allo scopo di evitare che la malattia potesse essere ereditata dai figli.
Al giorno d’oggi sappiamo che la schizofrenia non è una malattia che può dirsi ereditaria; in effetti, il fatto che un membro della famiglia l’abbia ereditata non significa che altri membri ne soffriranno. Tuttavia, ai tempi di Eugen Bleuler gli studi sulla schizofrenia erano scarsi e agli inizi.
Ciononostante, Bleuler aprì le porte agli studi su una delle malattie che oggigiorno colpisce oltre 21 milioni di persone, secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Inoltre, eseguì un lavoro encomiabile, con il quale contribuì al progresso, nonostante i numerosi aspetti ancora da definire.
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