7 falsi miti sulla depressione

7 falsi miti sulla depressione

Ultimo aggiornamento: 15 maggio, 2016

La depressione è una patologia che colpisce tante persone nel mondo. Nonostante sia molto diffusa, continuano a esistere certi miti da smontare.

La depressione si prende tante vite: i tassi di suicidio sono aumentati, soprattutto con la crisi e le relative difficoltà delle famiglie nel far fronte alle spese, pena la perdita della casa.

“Quando arriva l’ansia, quando vi tormenta la depressione, guardatele senza trasporto, contemplatele senza invitarle.”

-Anonimo-

Molte volte pensiamo che la depressione sia una condizione di tristezza: non potremmo essere più in torto. Oggi scoprirete i 7 miti sulla depressione maggiormente radicati, situazioni che possono agevolarvi nella comprensione di tale patologia.

7 falsi miti sulla depressione

1. La depressione è uguale alla tristezza

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Il primo mito riguarda qualcosa che tutti noi conosciamo. Quando ci dicono che una persona sta soffrendo di depressione, immediatamente pensiamo che sia molto triste. Niente di più lontano dalla realtà.

Proviamo tutti un po’ di tristezza in certi momenti della vita, ma fra quest’ultima e la depressione c’è di mezzo un mare. La tristezza è passeggera, temporanea. Prima o poi, se ne va.

La depressione è l’opposto. Non è una cosa passeggera, rimane, insieme a tante altre condizioni: apatia, sensazione di vuoto, dolore… Non arriva sola, bensì accompagnata da molti altri sentimenti negativi che rendono grigia la vita.

2. Chi soffre di depressione è un debole

Essere affetti da depressione non significa essere deboli. Molte persone considerano i soggetti affetti da depressione incapaci di far fronte alle difficoltà, non abbastanza forti da affrontare la vita. La depressione è un problema psicologico che rivolta a gambe all’aria la vostra vita. Colpisce in modo psicologico, biologico e sociale.

Tuttavia, soffrirne non è sinonimo di debolezza. Non avete scelto di essere depressi! Non avete una mente debole! Tale credenza porta le persone depresse ad isolarsi e soffrire in completo silenzio, stando così ancora più male.

“Persone che stanno bene e fingono di essere depresse. Persone depresse che fingono di stare bene.”

-Anonimo-

3. La depressione non colpisce bambini e adolescenti

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Perché la depressione non dovrebbe colpire i più piccoli? Tutt’altro. Sembra che i bambini e gli adolescenti abbiano sempre più problemi sia in famiglia sia fuori casa. Famiglie a pezzi, bullismo a scuola, difficoltà ad essere accettati, incomprensioni… tutto questo può fare manifestare tale patologia nei ragazzi.

Non sappiamo con che intensità la depressione possa colpire bambini e adolescenti, se possa essere forte quanto quella patita dagli adulti. Tuttavia, abbiamo la certezza che non sono pochi i ragazzi che si tolgono la vita; non per un semplice momento di tristezza, ma a causa di una dura fase depressiva.

4. La depressione se ne va con il tempo

La depressione non è passeggera, qualcosa che sfuma via dall’oggi al domani. È persistente, risulta tanto doloroso e insopportabile da condurre, a volte, al suicidio.

La depressione richiede un aiuto professionale, senza il quale diviene complicato uscirne. A meno che non sappiate come affrontare la malattia, rivolgersi a un professionista vi aiuterà a superarla.

Non è una malattia qualsiasi: distrugge, priva delle forze, delle speranze, della voglia di vivere. Il tempo non cura tutto; il tempo non cura la depressione. Ignorarla non aiuterà a farla scomparire.

5. La malattia è nella tua testa

La depressione, diversamente da quanto si possa pensare, non ha influenza solo sulla mente, ma sul nostro corpo in generale. L’insonnia, la fatica, i dolori muscolari cronici e le emicranie sono alcuni dei sintomi che si possono manifestare. Credere che esista solo nella nostra testa, quasi fosse un’invenzione, è un grave errore. Non è una patologia solo mentale, va al di là di questo.

Possono pensare in modo tanto superficiale solo coloro che non sono mai entrati a contatto con qualcuno che ha sofferto di depressione. Tuttavia, nessuno vuole inventarsi né desiderare di avere una malattia tanto grave.

“Ed io sono così: da un momento all’altro, senza il minimo preavviso, mi capita di cadere nel vuoto della depressione.”

-Anonimo-

6. Gli uomini non soffrono di depressione

Uno dei miti più radicati, privo inoltre di qualsiasi fondamento. La depressione colpisce allo stesso modo sia gli uomini che le donne, non è una patologia riservata al genere femminile. Si pensa così quando la si considera una malattia da deboli, come si diceva prima.

Di certo la depressione colpisce in misura maggiore le donne, ma ciò non vuol dire che gli uomini non ne soffrano. In effetti, per loro è anche più pericolosa, perché gli uomini spesso tendono a dissimulare il loro stato depressivo. A volte, si scopre che un uomo è affetto da depressione ormai troppo tardi, perché il suicidio è già avvenuto.

7. Parlarne peggiora le cose

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Uno dei miti sulla depressione più diffusi è che parlarne fa stare peggio. Assolutamente no! Se lo considerate un argomento tabù, è chiaro che lo eviterete, ma le persone depresse hanno bisogno proprio di parlare.

Per questo motivo, molte di loro si rivolgono agli psicologi, perché in famiglia si evita di affrontare il tema. È come se fosse qualcosa di cui vergognarsi, che non dovrebbe succedere, qualcosa che pensiamo di peggiorare parlandone. Niente di più lontano dalla realtà. Interessarsi a una persona depressa vi permetterà di darle appoggio e di capire alcuni dei suoi comportamenti, a volte così mutevoli.

“Nella vostra vita ci sarà almeno un momento in cui crollerete del tutto. Quando avverrà, continuate ad avanzare.”

-Anonimo-

Conoscete alcuni miti riguardo alla depressione che non sono stai inclusi in questa lista? Se è così, condivideteli con noi. È arrivato il momento di eliminare tutte quelle menzogne che diamo per certe in merito a questa malattia tanto conosciuta, ma allo stesso tempo sconosciuta.

Immagini per gentile concessione di Louise Robinson


Questo testo è fornito solo a scopo informativo e non sostituisce la consultazione con un professionista. In caso di dubbi, consulta il tuo specialista.