La mia famiglia non conosce Noam Chomsky
L’altro giorno, guardando un film alla televisione, ho visto una scena che ha attirato la mia attenzione. Una famiglia, poco ortodossa, celebrava il compleanno di Noam Chomsky. Uno dei bambini, piuttosto arrabbiato, se la prendeva con il padre perché avrebbe voluto celebrare il Natale come tutti gli altri bambini. La risposta del padre è stata decisiva: cosa preferisci, celebrare un elfo magico finto o festeggiare il compleanno di un uomo che lotta per i diritti umani e la comprensione?
Dinanzi ad una simile argomentazione, il povero bambino non trovava le parole per controbattere. Oltre ad aver delegittimato le credenze di milioni di persone, quest’immagine ha attirato la mia attenzione perché nessuna delle persone che si trovavano con me conosceva Noam Chomsky. Uno di loro ha addirittura chiesto chi fosse.
Il suo contributo alla linguistica
Noam Chomsky è un importante linguista, filosofo, attivista e analista politico, in linea con le correnti più radicali e critiche del pensiero politico del suo paese. Forse il campo che lo ha reso più noto è quello della linguistica: Chomsky sviluppò una teoria che portò alla scrittura di centinaia di testi sull’acquisizione del linguaggio.
Parlò dell’esistenza di un dispositivo cerebrale innato in ciascuno di noi che ci consente di apprendere ed utilizzare il linguaggio in maniera quasi istintiva. La sua proposta, tuttora vigente, rompeva con le teorie antecedenti che postulavano che il linguaggio fosse legato esclusivamente all’apprendimento.
La sua teoria presupponeva l’esistenza di principi grammaticali universali a tutte le lingue, trovando una spiegazione alla velocità con cui i bambini imparano a parlare. Spiegava, inoltre, come mai praticamente tutti i bambini seguano le stesse tappe nell’apprendimento di una lingua e commettano errori simili nel processo.
“Caso dopo caso, vediamo che il conformismo è la strada più facile, quella che porta al privilegio e al prestigio; la dissidenza ha un costo personale.”
-Noam Chomsky-
Noam Chomsky e l’attivismo politico
C’è chi considera Chomsky l’intellettuale più importante della nostra epoca. Ciò è in gran parte dovuto al suo lato da attivista. Chomsky si considera un anarchico, per l’esattezza della tradizione anarcosindacalista, e un grande difensore della disobbedienza civile. Uno degli esempi che Chomsky usa per esporre la sua preferenza verso l’attivismo è il seguente:
Immagina di camminare per strada di notte. Ad un tratto scorgi all’altro lato della strada una persona che ne sta picchiando un’altra. Senza pensarci, ti rechi sulle strisce pedonali per attraversare e correre in aiuto della vittima. Il semaforo per i pedoni è rosso. Tu cosa faresti?
Attraversare con il semaforo rosso è illegale. Se attraversi stai dunque violando la legge. D’altra parte, se non attraversi e aspetti che il semaforo diventi verde, potrebbe essere troppo tardi per la vittima dell’aggressione. Se aspetti, non farai a tempo per salvarla.
Questa storia ci permette di capire come, alle volte, infrangere la legge può apportare dei benefici. Non rispettare la legge può essere vantaggioso quando lo si fa per un fine morale superiore. Nel caso in questione, il fine è aiutare un’altra persona. Per Chomsky, il concetto di illegalità proposto dallo stato talvolta non coincide con quello che le persone considerano legale e che, in questi casi, dovrebbe esserlo.
Difensore dei diritti umani
In occasione della guerra del Vietnam, Chomsky iniziò una carriera da critico contro la mancanza di democrazia in paesi come gli Stati Uniti. Ha sempre difeso la mancanza di coerenza tra l’opinione pubblica e le decisioni politiche. Come abbiamo appreso nella storia anteriore, il linguista approva che le mobilitazioni popolari co-operino con il potere pubblico allo scopo di ottenere cambiamenti reali.
Chomsky si definisce sionista ed ha criticato duramente lo stato di Israele, sebbene difenda la vita nei kibbutz come alternativa sociale. È stato uno dei maggiori difensori del boicottaggio contro Israele, promosso dal movimento BDS (boicottaggio, disinvestimento e sanzioni). Il movimento vuole esercitare una pressione politica ed economica nei confronti di Israele per vedere la fine dell’occupazione della Palestina.
“Non dovremmo andare alla ricerca di eroi, dovremmo andare alla ricerca di buone idee”,
-Noam Chomsky-
Supporta l’idea che tutti dovrebbero essere attivi in politica. Non soltanto chi vi si dedica– giornalisti, intellettuali o politici–, tutti hanno diritto di esporre la propria opinione. Uno dei suoi contributi più importanti è stata l’analisi dei mezzi di comunicazione. Alcune delle sue conclusioni al riguardo sono le seguenti:
- I mezzi di comunicazione deviano l’attenzione dai problemi importanti.
- Affinché la gente accetti una misura inaccettabile, vi viene esposta gradualmente, con il contagocce.
- Per far accettare una decisione impopolare, la presentano come “dolorosa e necessaria”, ottenendo l’approvazione pubblica, al momento, per un’applicazione futura.
- Fanno uso della leva emotiva per causare un corto circuito nell’analisi razionale e nel pensiero critico degli individui.
- Promuovono tra il pubblico la credenza che sia di moda essere stupidi, volgari e incolti.
Se dopo aver scoperto qualcosa in più su Noam Chomsky credete che festeggiare il suo compleanno sia importante, non scordatevi questa data: 7 dicembre. Come direbbe Chomsky: “Se dai per scontato che non esista alcuna speranza, farai in modo che non ci sia speranza. Se dai per scontato che esista un istinto verso la libertà, farai in modo che ci sia un’opportunità di cambiare le cose”.